Dicembre 2023

Situazione attuale

Il 20 dicembre gli eurodeputati dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea hanno raggiunto un Accordo sulla riforma del sistema migratorio europeo. La riforma prevede controlli più severi ai confini UE, centri di rimpatrio vicino alle frontiere e un meccanismo di “solidarietà” obbligatorio tra i paesi dell’Unione per aiutare quelli sottoposti a una maggiore pressione migratoria. Altri punti salienti del patto includono: il rafforzamento delle deportazioni, l'abbassamento dell'età di detenzione delle persone a 6 anni per le famiglie appena arrivate, le procedure di screening per rafforzare le misure di detenzione alla frontiera e la possibilità per gli Stati membri di pagare 20.000 euro per ogni persona che decidono di non accogliere.
L’obiettivo dell’UE è di completare l’iter prima delle elezioni europee del giugno 2024.
Cinquanta organizzazioni per i Diritti Umani hanno firmato una lettera aperta criticando severamente la riforma, affermando che essa instaurerà un "sistema crudele" per la gestione dei richiedenti asilo, normalizzando la detenzione arbitraria e l'espulsione verso Paesi in cui i migranti sono a rischio di subire "violenze e torture”.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

A dicembre i volontari si sono recati sull’isola di Lesbo per una settimana di incontri e visite.
Il contatto con la rete associativa locale (che include Siniparxi, Rad Music, Paréa, Community Peacemaker Team, Caritas), ha consentito il monitoraggio e una maggiore comprensione della situazione sull’isola.
Attualmente nel campo di Kara Tepe sono presenti circa 5000 persone, nonostante la capacità sia di 2000. La situazione nelle ultime settimane è cambiata. Molte delle persone in movimento ricevono risposta positiva dopo poco tempo e quindi, non avendo più diritto a nessun tipo d’aiuto, devono lasciare il campo.
I volontari sono, inoltre, andati alla ricerca del nuovo campo in costruzione a Vastria, a 30 km da Mitilene. È un progetto che è costato al governo greco oltre 87 milioni di euro. La sua costruzione era stata annunciata a settembre 2020 e l’apertura prevista per l’estate 2021, ma puntualmente posticipata a settembre 2022. Ad oggi il campo è ancora chiuso. Secondo quanto riferito dalle organizzazioni, infatti, non sono stati fatti gli studi ambientali per renderlo agibile. Questo nuovo campo, che sarà simile a quello presente sull’isola di Samos, ovvero un Centro Chiuso ad Accesso Controllato (CCAC), si trova in una zona isolata ed è circondato da alte recinzioni dotate di filo spinato. Si trova infatti in mezzo alla foresta di pini, quindi una zona ad alto rischio di incendio, al di sotto di una discarica, con scarse condizioni igieniche, e senza una strada asfaltata di accesso. La scelta di costruire il campo in una zona così isolata e poco accessibile si inserisce perfettamente all’interno della politica governativa di rendere “invisibile” la presenza dei migranti.
Le visite fuori dal campo di Ritsona rimagono centrali. Il 9 dicembre c’è stato un incendio all’interno del campo, 6 container hanno preso fuoco e altrettante famiglie sono rimaste senza niente, alcuni hanno perso addirittura i documenti. Nonostante gli incendi avvengano con frequenza nei campi profughi, non esiste un sistema di prevenzione e gestione di queste emergenze. I volontari si sono recati immediatamente a Ritsona, appena ricevuta la notizia da una abitante del campo: hanno ascoltato il racconto dell’accaduto e aiutato le persone donando loro alcuni maglioni e vestiti pesanti. Essendo gli unici presenti in quel momento, hanno fornito anche provviste per i giorni seguenti.
La presenza ad Atene permette di partecipare ad incontri in città con le altre organizzazioni attive sul territorio e fuori dai campi, con cui si è parlato della distribuzione dei vestiti per le persone nei campi, di come denunciare l’evento dell’incendio e la malagestione dell’incidente da parte dei responsabili della sicurezza del campo.
Il 26 dicembre, insieme a Mano Aperta, Echo Mobile Library, Rosa-Rolling Safespace e altre realtà, è stato possibile realizzare una giornata conviviale con pranzo, giochi e distribuzione di abbigliamento, fuori dal campo di Oinofyta. Questo campo si trova tra i campi di Malakasa e Ritsona, e contiene 400 persone, la maggior parte delle quali appartenenti alle minoranze Yezida e Curda.