Gennaio 2024

Situazione attuale

Dal 23 dicembre 2023 le possibilità di raggiungere Atene dal campo profughi di Ritsona si sono quasi azzerate: non sono più presenti autobus per raggiungere la città. Ad oggi, infatti, sono disponibili solo taxi informali che hanno un costo di circa 20 euro andata e ritorno a persona.
Il campo di Ritsona si trova a nord di Atene, a 12 km dalla città più vicina, Chalkida, e a 75 km da Atene. Fino a un mese e mezzo fa i residenti potevano accedere ai mezzi di trasporto pubblico dal campo o dalle sue vicinanze e raggiungere l'ospedale di Chalkida ed accedere agli altri servizi urbani; oggi però l’unico autobus che passa nei pressi del campo va solo in direzione Thiva, un altro centro urbano che dista 20 km dal campo.
Rimane il servizio scuolabus per i bambini residenti del campo che frequentano la scuola.
Le persone più o meno regolarmente devono recarsi ad Atene sia per visite prescritte dal medico del campo presso ospedali e cliniche della capitale, sia per le interviste per il permesso d’asilo e gli appuntamenti legali. Alla luce del fatto che per i primi 6 mesi di permanenza al campo non viene offerta nessuna possibilità di accesso al mercato regolare del lavoro, sono in poche quelle che possono permettersi di pagare il taxi per recarsi agli appuntamenti, che quindi vengono posticipati o cancellati.
Impedendo ai residenti del campo (3.500 persone circa) di recarsi ad Atene, si nega loro di accedere a servizi sanitari e legali, violando Diritti come quello alla salute e all’asilo.
Non solo, viene negato anche l’accesso agli stimoli e servizi della città, quali per esempio le mense sociali e i negozi di vestiti, che non sono presenti nell’area di Ritsona.
Questo impedisce alle persone di vivere una vita dignitosa e le priva di molte opportunità, anche di socializzazione.
Questa ghettizzazione si somma alle già difficili condizioni di vita all’interno del campo, aumentando ulteriormente lo sconforto e la frustrazione delle persone e rendendo ancora più difficile la loro esistenza.
Negli ultimi due mesi si sono, infatti, verificati molti episodi di violenza, durante i quali più persone sono state accoltellate e ferite gravemente. I residenti raccontano che la sicurezza del campo non interviene e i servizi di pronto soccorso, polizia e ambulanze, pur allertati velocemente, arrivano dopo molte ore.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Davanti a questa situazione, i volontari e le volontarie di Operazione Colomba si trovano a ricevere molte richieste di accompagnamenti in città, coscienti che questa non sia la soluzione perché si tratta di una risposta emergenziale ad un problema sistematico che richiede una risposta strutturale da parte delle autorità nazionali.
Nonostante ciò, durante questo mese di attività i volontari si sono recati spesso presso il campo di Ritsona e hanno accompagnato varie persone per permettere loro di attendere alle proprie visite mediche legali.
In maniera complementare i volontari e le volontarie continuano a fare un lavoro di networking con le altre organizzazioni sul territorio per sviluppare soluzioni più concrete al problema.
L’attività di rete sta diventando sempre più importante poichè molte organizzazioni stanno chiudendo a causa della mancanza di fondi e si riducono i servizi disponibili per le persone in movimento.
Continuano gli incontri anche ad Atene e fuori il campo di Schisto, che si trova più vicino e collegato alla città e permette alle persone di raggiungere più facilmente le istituzioni e i vari servizi.
Infine, i volontari e le volontarie stanno lavorando in costante contatto con il sistema della sanità pubblica greco e il Ministero d’asilo affinché una ragazza possa ricevere un’operazione chirurgica urgente.