...dal Libano / Quinto Giorno

Speciale Libano - Siria

Oggi siamo a pochi kilometri dal confine con la Siria, sulla strada che porta a Damasco.
Visitiamo il campo di tende provvisorio di Zahle.
Il libano non vuole campi profughi, intende assorbire i rifugiati nelle case, ufficialmente per non ricreare i problemi avuti con i palestinesi anni fa.

Il risultato è che gli affitti sono diventati altissimi.
A Zahle ci accompagna una cooperante della Caritas.
Il campo, di una ventina di tende, per legge non possono essere più grandi, contiene alcune decine di famiglie arrivate dalla zona di Aleppo, per lo più contadini che non potevano più lavorare le loro terre a causa dei combattimenti.
Il posto tenda, diciamo così, costa 150 dollari al mese, e lavorando come braccianti stagionali ne guadagnano 3 al giorno, chi sta perdendo davvero la guerra sono loro.
Sono arrivati, chi un anno fa, chi qualche mese fa, con tutta la famiglia.
Ci spostiamo nella zona di Baalbek, sotto controllo di hezbollah; il campo, fatto di tende con strutture di legno e teli ricavati da teloni pubblicitari e materiali recuperati, come il primo, da' l'idea di essere tranquillo ed integrato, fuori città le persone lavorano nell'agricoltura e sono qui da più tempo, anche loro vengono dalla zona di Aleppo.
Non stiamo con nessuno di quelli in guerra, ci dicono, vogliamo solo ritornare alle nostre case. L'ultima visita è a Chtaura, pochi kilometri dal confine; il tassista ci porta ad un piccolo campo di tende tipo canadesi, come negli altri casi veniamo accolti, scopriamo che sono palestinesi scappati dalla Siria, due volte profughi insomma.
La famiglia, a cui manca il padre perché alla frontiera con il Libano è stato respinto, ci accoglie calorosamente, ci offre da mangiare e dormire con loro, accettiamo.
Sono contentissimi di aver qualcuno con cui parlare, raccontare che sognano la Palestina, alcuni vogliono un letto, da mangiare, vestiti, io voglio la mia Patria, ci dice il figlio di vent'anni.
Il regime non è così male, noi eravamo trattati bene, come cittadini uguali agli altri.
Raccontano concitatamente, interrompendosi a vicenda con scoppi di risa; dove trovate questa allegria?
E' solo esterna, dicono, dentro siamo tristi, avevamo una casa grande, questo ora è il prezzo della libertà?
Indicano la tenda, leggera, e raccontano che qui ci hanno già passato un inverno, con un metro e venti di neve...
Non so perché, mi sento più a casa qui che nell'enorme e moderna Beirut.
A domani.
K


Ma la terra
con cui hai diviso il freddo
mai più
potrai fare a meno di amarla.
(Vladimir Majakowskij)