...dal Libano / Secondo Giorno

Speciale Libano - Siria

Con Operazione Colomba continuiamo, qui in Libano, ad incontrare persone scappate dalla guerra in Siria, ascoltare le loro storie, cercare di capire cosa fare.

Abbiamo passato la mattina nel campo profughi di Sabra e Chatila, ci vivono palestinesi, qui negli anni 80 furono uccisi a migliaia: profughi, nessuno li voleva. Oggi, in questi palazzoni scalcinati di cemento a un metro uno dall'altro, ci sono circa 18mila profughi siriani.
Nessuno li vuole: profughi.
Qui gli affitti sono intorno ai 300 dollari per due stanze, in città arrivano a mille euro... l'antica legge che dice che i soldi si fanno rubandoli a chi non li ha.
Parliamo con alcuni ragazzi e con il direttore di una scuola autogestita da siriani: quella libanese è a pagamento e costa troppo.
Il direttore ci invita a casa sua, due stanze pulite una tv e dei vestiti sono le ricchezze della sua famiglia, si vergogna di avere solo acqua da offrirci; guarda fuori, il degrado di questo posto e sussurra: eccola la rivoluzione... ecco quello che ci ha dato.
Parliamo con uno dei ragazzi che, come volontari, insegnano inglese ai bambini.
Ha lo sguardo un po' ingenuo che ho visto in tanti suoi coetanei, è scappato, come l'80 percento degli universitari, per non dover fare il militare.
Ci racconta di come il regime ha arrestato e fatto sparire gli attivisti nonviolenti e lasciato crescere la rivolta armata.
Anche con molta fantasia è difficile pensare un posto più disperante di questo campo profughi. Mentre usciamo mi si avvicina il direttore della scuola e mi dice, scusa per tutto quello che hai visto, ma questa e non un'altra... è la realtà.

"Cominciamo a morire il giorno in cui rimaniamo passivi a quel che è veramente importante".
Marin Luther King