...dal Libano / Sesto Giorno

Speciale Libano - Siria

Stamattina siamo a nord di Tripoli, nella zona di Bebmin, cerchiamo i campi profughi illegali.
Nel primo vivono alcune decine di persone scappate due mesi fa da Homs.
Un breve momento per spiegare che vorremmo sapere come stanno, cosa hanno passato e cominciano: non vogliamo soldi o cibo o case, chiamate Obama e chiedete che cacci Assad... lo sguardo gira verso le tende, povere e lacere, come a dire: oggi siamo solo questo.

Poi le violenze, le uccisioni di hezbollah, i bombardamenti dell'esercito siriano, l'esercito ribelle unica difesa per loro... e oggi qui, in questo terreno a pagamento, 150 euro per pochi metri di terra su cui alzare una tenda, e il lavoro, al massimo 10 dollari a giornata, per scavare e scaricare, spalare, 12 ore di lavoro; gli aiuti minimi, 30 dollari al mese, in Libano la vita costa come in Italia... da voi, in Italia neppure gli animali vivono come noi, ci dicono.

Dentro me qualcosa mi dice, smetti di girare, cercare, fermati. Non aggiungere altri volti, altre storie, che non si sfochino e diventino confusi. Perché cerchi i profughi, fai raccolta del dolore degli altri? meglio loro che noi? ti consoli così?
No, la guerra la sanno, la capiscono davvero solo loro; e anche il segreto dell'amore, quello che ferma la guerra; io ho tutto e loro nulla, ma tra loro mi riconosco; anche la mia Patria è perduta e lacerata, il Paese della convivenza, della nonviolenza in cui voglio tornare è lontano, con innumerevoli esuli che lo sognano e nel suo nome vivono e lottano.
E siamo vivi, possiamo agire, star loro vicini.
C'è una vita ed una gioia e una guarigione che non so spiegare in questo incontro.


Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.

Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.

Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e di’: magari fossi una candela in mezzo al buio.
M. Darwish