Domande d'incontri

Italia/Libano

Gli ultimi giorni sono stati un capire ed incrociare relazioni che fanno sorgere domande.
La prima è su questi profughi siriani che cominciamo a chiamare famiglia per come continuano ad accoglierci con sincerità. Siamo riusciti grazie alle relazioni di fiducia create in questo mese con internazionali e libanesi ad aiutare una signora siriana che vive in una tenda coi figli e i nipotini, a trovare donatori di sangue necessari a salvarla dall'epatite. Un donatore è stato uno di noi.

L'accesso ai servizi primari in libano è complicato per i siriani, che si trovano spaesati e poco accolti. Mi chiedo che ne è di tutti quelli che non incontrano qualcuno disposto a mettersi al loro fianco con tempo ed energie.
La seconda domanda è più un prendere già consapevolezza forse, chiedermi e dirmi quanto una guerra si infili nell'intimità di una persona, di una famiglia, di una comunità. Abbiamo stretto una bella relazione con Fuad, Um Ammudi, Mohamed e Nur.
Fuad viene da Salamia in Siria, dove ha un altra moglie che vorrebbe portare qui, per questo fa avanti e indietro attraversando il confine in macchina. Ha un figlio arruolato nell'esercito, il marito di una figlia a combattere con l'esercito libero, nipoti che sono stati in carcere e torturati. É entusiasta del nostro operato come Colomba, vuole essere un volontario anche lui. Vuole la pace, dice che il prezzo che si sta pagando è troppo alto, che se non fosse Assad verrebbe un altro come lui.
La terza domanda è la preoccupazione per il futuro di questo Libano, che poco sembra guardare ad un orizzonte pacifico, che sembra cercare sopravvivenza giorno per giorno. I padri carmelitani che ci sostengono ma girano col fucile in macchina, gli affitti saliti alle stelle per la presenza di quasi due milioni di profughi accompagnati dal malcontento generale per chi gli ruba spazio e posti di lavoro, le profonde divisioni che si leggono tra un passato scritto da una guerra civile, un occupazione siriana, altri profughi già palestinesi e iraqeni.
Cerco semi di speranza nella nostra quotidianità fatta di sorrisi e comprensione, di relazioni con chi vuole una Siria libera e democratica senza violenza, di incontri con chi si impegna per rendere questo Libano più solidale e tollerante.


Sara