Diario dal Libano - Giorno 6


GIORNO 6


Ciao a tutti,
Oggi per la prima volta siamo stati in un campo profughi siriano. Ma voglio partire da ieri, dal nostro arrivo a Tripoli. Appena scesi dal bus, una signora si avvicina. Ci chiede, in italiano, se abbiamo bisogno di aiuto, e si offre di accompagnarci dove dobbiamo andare. E' libanese ma ha studiato in Italia.

Ci lascia davanti ai francescani, la nostra destinazione, e ci dice di chiamarla se abbiamo bisogno. Qualcuno chiama queste cose caso, o coincidenze, o Provvidenza. Sicuramente ci ha fatto sentire accolti e sulla strada giusta, e non è il primo episodio.
Abbiamo provato a raggiungere i campi profughi a nord di Tripoli anche ieri, ma la strada era bloccata, come qui ogni tanto succede, per scontri tra due quartieri che stanno ai lati della strada, alauiti da una parte e sunniti dall'altra (una replica in piccolo della guerra in Siria).
Oggi finalmente riusciamo a passare, anche se una piccola manifestazione ha bloccato parzialmente il passaggio.
Il campo profughi in cui arriviamo, a Bebnine, è uno dei tanti piccoli campi di quest'area. Sono poche tende di qualche metro quadro, in plastica, coperte di iuta e rivestite di cartone. Fuori qui fa ancora caldo, e nelle tende anche di più, ma è il calore delle persone quello che ci tocca. Veniamo accolti proprio come avremmo desiderato, avendo già sperimentato l'ospitalità araba: con generosità, interesse, delicatezza, e con un tè. Una famiglia ci chiama a casa sua, e ci dice che forse questo mese non riuscirà a pagare l'affitto del posto tenda, 50 dollari. Ma intanto ci offre una bibita appena acquistata apposta per noi...
Abbiamo continuato anche a fare altri incontri con persone della cooperazione e delle Nazioni Unite. Alcuni incontri sono stati molto belli umanamente e positivi. Continuiamo a sentire che portiamo qualcosa di nuovo e bello, che tocca le persone.
Stasera mi sono dilungato... scusate.
Buonanotte.

Corrado