Diario dal Libano - Giorno 43


GIORNO 43


Ieri un altro attentato a Beirut. Stavolta nella zona sciita, controllata da Hezbollah.
Lo "Stato Islamico dell'Iraq e del Levante", una formazione militare estremista che agisce in Siria contro il governo Assad (anche se in molti dicono che in realtà fa i suoi interessi) ha dichiarato così il suo ingresso militare in Libano. La situazione si sta deteriorando.

Oggi è partito Marcello e aspettiamo stanotte l'arrivo di Elena. Nel frattempo Anna, reggiana che ha sposato un libanese, ci ha portato a conoscere l'Associazione Libami, che opera nei quartieri poveri di Beirut.
Al campo abbiamo fatto e ricevuto molte visite. Il cenone di capodanno è stato dalla famiglia di K., nella sua tenda. Pesce arrostito e pollo bollito. Anna del Peace Center di Bqarezla ci è venuta a trovare e ha dormito con noi. Il primo dell'anno ha invece insistito B., un libanese che fa il fabbro nella strada di fronte al campo, che andassimo a pranzo dalla sua famiglia per una grigliata di pollo.
Anche il falegname F. ci è venuto a trovare. L'ho incontrato anche il giorno dopo, passando davanti alla sua bottega. Era con un signore siriano che chiacchierava e ha insistito che prendessi un caffè. Non ho capito perfettamente quello che diceva, ma sicuramente qualcosa del tipo "i Libanesi pensano solo ai soldi, quello che fanno questi ragazzi che vengono dall'Italia viene da Dio". Intanto mi teneva la spalla e mi guardava con sguardo quasi commosso. Lui è un signore quasi settantenne, libanese sunnita.

Buonanotte da Beirut.

Corrado