Qualcosa di nuovo

Libano/Siria

Per capire la guerra in Siria, cosa davvero stesse succedendo e cosa significasse per la vita delle persone, siamo andati il più vicino possibile a quella guerra.
Per due mesi, infatti, abbiamo vissuto, vicino al confine siriano a nord del Libano, con alcuni che di questa guerra hanno pagato e stanno pagando il prezzo: i profughi.

Con una guerra devastante alle spalle, la miseria del presente e poca speranza in un futuro dove tornare a casa significa rischiare la vita quanto andarsene, le persone che abbiamo incontrato sono dislocate tra case in costruzione, piccoli garage e fatiscenti raggruppamenti di tende, dando la sensazione di non contare nulla, vivendo come è possibile nell'impotenza materiale, che fa presto a divenire anche impotenza umana.
In realtà queste persone tutte insieme fanno un popolo, il popolo siriano e hanno molto da dire, da raccontare e soprattutto, avendo visto la faccia più sincera e brutale della guerra, hanno il diritto a pensare e a realizzare qualcosa di nuovo.
Invece vengono inchiodati nel silenzio e nel buio che la distruzione della violenza lascia dietro di se.
Noi, con questo popolo, desideriamo proporre qualcosa di nuovo, che sia meno folle e meno assurdo di ciò che accade ora in Siria.

Dopo digiuni, marce, fiaccolate e tante grida contro le bombe americane è rimasto il silenzio. Ci siamo già offesi a sufficienza, ma non sentite che c'è chi grida ancora sotto il rumore assordante delle bombe? Anche senza Obama la guerra in Siria continua e i profughi hanno continuato ad allargare le fila della miseria e a morire nel "nostro" mare. Ma tu, noi, cosa siamo disposti a fare? Se la scelta si riduce tra bombe o il silenzio, noi non ci stiamo, ci inventiamo qualcos'altro.

Resi