Chi, quando, dove e come!

Libano/Siria

Siamo qui ormai da un mese e da due settimane viviamo in un garage in questo villaggio "misto" tra cristiani ortodossi, musulmani sunnti, libanesi e siriani in fuga dalla guerra. Questo paese è bello... siamo in mezzo alla campagna che è verde e bella, se alziamo lo sguardo, oltre le case in costruzione, ci sono montagne innevate che riflettono il sole, il clima è bello, non troppo caldo e non troppo freddo.

Le nostre giornate a volte hanno ritmi tranquilli, non abbiamo ancora un lavoro preciso da fare, tanto che Giovanni dice che siamo in vacanza....
Le persone che abitano vicino a noi, per lo più profughi, sono molto accoglienti. Ci hanno invitato a prendere tè e caffè, ci hanno offerto più volte da mangiare e ci invitano a chiedere se abbiamo bisogno di qualcosa. Potrebbe sembrare un normale paesino di una zona rurale e povera... poi pero' quando siamo in visita alle famiglie, cioè, tutte le volte che non stiamo dormendo, meditando o facendo lavori di casa, sembra di stare alle porte dell'inferno. I racconti che accogliamo sono terribili. Davanti a noi abbiamo per lo più facce vissute e autentiche, che ci raccontano i loro vissuti con naturalezza.... ma ci parlano di torture in carcere, uomini costretti a bere il piscio dei carcerieri, donne violentate il cui sangue scorre sotto le porte delle celle, elettroshock, e poi massacri sui civili mentre sono in fuga, uccisioni a sangue freddo di feriti, check point in cui chiedono quasi i risparmi di una vita per farti passare.... ci parlano di una Siria che non c'è più, di case e città interamente rase al suolo... di progetti andati in frantumi, di amici scomparsi e relazioni troncate... ci parlano di una fuga senza ritorno e al momento anche senza futuro. Sembra davvero di essere alle porte dell'inferno senza voler e poter entrare ma con la percezione forte dentro di una male enorme molto molto vicino. Avere di fronte gli occhi di queste persone significa non poter scappare e non poter chiudere i nostri occhi. Li teniamo ben aperti e sentiamo che dobbiamo trovare una risposta. Dobbiamo trovare una risposta per loro ma anche per noi tutti... o accettiamo di vivere in un mondo dove queste cose sono normali, o ci battiamo per un mondo dove queste cose sono inaccettabili. Dobbiamo trovare una risposta che ancora non c'è ...

Per ora quello che mi è chiaro è CHI deve trovare una risposta... perché certamente sono io e siamo noi, perché nessun altro lo farà al nostro posto. Mi è anche chiaro QUANDO lo dobbiamo fare e cioè adesso, perché abbiamo perso già abbastanza tempo e se non faremo niente la situazione potrà solo continuare a peggiorare. Penso anche che il DOVE sia proprio qui, dove si incontrano cristiani, sunniti, sciiti, alawaiti, siriani e libanesi... Non mi è chiaro il COME ... Come si da una risposta d'amore a tutta questa violenza? Ci sono persone qui che ci provano a dare una risposta costruttiva. Il COME per ora lo sto vedendo in alcuni amici incontrati qui. Ci sono Siriani che non aspettano aiuti ma cercano di aiutare, che non aspettano che la guerra sia finita per cominciare a costruire il futuro e a ricostruire il proprio Paese: i nostri vicini sono un gruppo di ragazzi che ha creato una specie di pizzeria al taglio dentro il proprio garage con cui si mantengono e continuano a sognare nonostante tutto. Non lontano da qui S.A. ha creato una scuola per i bimbi siriani, in attesa di una risposta troppo lenta dell'UNHCR, in cui cercano di aiutare i bimbi a risocializzare, superare i traumi, e in cui insegnano che la religione non è qualcosa in nome della quale si uccide, ma in nome della quale si accoglie.
Queste esperienze mi aprono alla speranza e mi interrogano ancora più forte: qual'è il nostro ruolo in tutto questo? qual'è la nostra parte? quale vogliamo che sia?
Ho in testa questi versetti che mi sono comparsi davanti un po' per caso in questi giorni: "Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi anche voi fatelo a loro" ... queste parole risuonano dentro di me durante il giorno, perché quando ho davanti queste persone io sento chiaramente che non sono diverse da me, sono come me, sono io! Questa gente siamo noi... mamme, papà, lavoratori, ragazzi innamorati, giovani spose, bambini, ragazzine, ragazzine... persone che vivevano la loro vita nelle loro case come noi. E il loro problema è anche il nostro: se la giustizia non è più un valore, e la vita non vale niente... allora anche la nostra vita non vale molto... Se il mondo  rimane impassibile davanti alla tragedia siriana, allora rimarrà impassibile anche alla mia e alla nostra tragedia se e quando le cose cambieranno. Se accettiamo di vivere in un mondo dove è lecito ammazzare e distruggere per difendere i propri interessi, allora significa che anche noi possiamo essere ammazzati e distrutti per gli interessi di qualcuno!
Allora provo a pensare guardandoli negli occhi cosa vorrei io, se fossi in fuga in una strada senza futuro e senza passato. Credo che vorrei che il mondo si indignasse con me, vorrei non sentirmi sola, vorrei essere trattata con la stessa dignità di prima e non come una "profuga", vorrei rispetto, vorrei essere ascoltata, vorrei che la mia verità trovasse una spazio, vorrei una possibilità, vorrei un futuro, una speranza, vorrei l'asilo politico, vorrei protezione...
Allora anche se la risposta al COME ancora non ce l'ho, provo intanto a vivere queste cose, mettendo un po' d'amore imperfetto in questa situazione. Proviamo a vivere che nulla è più prezioso di queste persone, che siamo "alla pari" , proviamo a guardarle negli occhi, proviamo a trattarle da persone e non da numeri, proviamo a stare, ad esserci, a metterci a disposizione.

La mia parte in tutto questo è in realtà molto piccola, anche perché tra poco rientrerò in Italia, ma credo che qui ci sia davvero bisogno del contributo di ciascuno di noi, di ciascuno di voi, di te. Perché si sta giocando una partita grande, che non riguarda solo la Siria o questa parte di mondo. Qui la domanda è che razza di esseri siamo che permettiamo che i nostri fratelli vengano violentati e brutalizzati nel silenzio generale???
C'è bisogno di continuare a generare speranza, c'è bisogno di continuare a vivere atti d'amore e gratuità nel nostro quotidiano, c'è bisogno di continuare a credere che l'essere umano è capace di amare senza chiedere niente in cambio, c'è bisogno di credere e lottare nella giustizia, a partire dal nostro piccolo per arrivare al grande... C'è bisogno dei vostri gesti nonviolenti, di relazioni sane e  buone, c'è bisogno che chiediate di sapere di questa gente, che chiediamo conto di quello che accadete, che diciamo forte il nostro no, che chiediamo al nostro Paese di fare la sua parte. Ce n'è proprio bisogno! Perché non lo farà nessun'altro se non lo facciamo noi, e perché vorremmo che qualcuno lo facesse se fossimo, o quando saremo, dall'altra parte.

A.