Diario dal Libano - Giorno 74


GIORNO 74 - Terzo Viaggio

"Gli uomini si dividono in tre classi", ci dice R., "quella alta, quella media, e quelli che stanno sulla terra. Noi siamo quelli che stanno sulla terra. Tocchiamo tutto con le mani. Lavoriamo, ci ammaliamo, soffriamo, abbiamo amici. Guardiamo intorno a noi, non in alto. Non ci interessano i soldi o il successo. Anche gli uccelli prima o poi si posano e tornano alla terra. Vogliamo vivere con affetto e amore per tutti".

Quando iniziamo ad ascoltare, spesso e' come rompere un argine: fai un buco ed il flusso della sofferenza che esce diventa sempre piu' grande. Massacri, torture, atti disumani, futuro distrutto, l'umiliazione di essere profughi, costretti a elemosinare aiuti. Poi, a volte dopo un paio d'ore, si acquieta. Si può parlare d'altro.
Noi vogliamo poter parlare del futuro con le persone. Che loro possano pensarlo. Che possano chiedere cio' che è loro diritto e non essere solo vittime passive. Quasi tutti vogliono tornare in Siria, tornare a vivere come fratelli senza distinzione di religione, con dignità. Non la vittoria di un esercito, ma un posto sicuro. Se ci fosse, sotto una qualche forma di protezione internazionale, tornerebbero tutti, dicono. Chi rappresenta queste persone? I "colloqui di pace" sono decisi dalla forza degli eserciti e dagli interessi di potenze straniere. Stiamo raccogliendo le loro testimonianze e vogliamo che queste voci siano ascoltate. Stiamo pensando alla possibilita' di scrivere una petizione con loro, con le loro firme. "Scrivetela bene, perché io a casa ci voglio tornare", mi dice L., alla fine di una visita, mentre sto uscendo.
Continuiamo a passare le giornate visitando e ascoltando le persone.

Guido e Kappa nel frattempo sono partiti. Ale e Giulia sono arrivati.
Nella Beqaa, a Zahle, abbiamo conosciuto una famiglia di profughi cristiani. Punto di vista politico diverso dalla maggioranza dei profughi (sunniti) ma destino analogo: speranza nella vittoria di Assad per poter tornare a casa e sistemazione in un garage. Abbiamo cucinato con loro la pasta alla carbonara e abbiamo pranzato insieme...
Ieri ho donato il sangue per uno dei bimbi di M., malato di talassemia (anche se sembra che glielo avrebbero dato lo stesso!!). Abbiamo contattato dei nostri amici di Beirut perche' possano procurare le medicine vitali per lo smaltimento del ferro, costosissime.

M. ci ha anche chiesto un aiuto per trovare una sistemazione piu' fresca e igienica: con il caldo soffocante della tenda, il rischio di malattie per mosche e topi, ci dice che il sangue dei bimbi si deteriora piu' in fretta.
Abbiamo fatto visita ad un campo a Bebnine dove e' stato appiccato il fuoco ad una tenda, per fortuna senza conseguenze.
Il nostro amico A. ieri l'altro e' stato picchiato da libanesi perche' girava in motorino di sera. Sembra sia il secondo episodio a Telabbas in due settimane.

Buonanotte da Telabbas.