Ritorno a Telabbas

Libano/Siria

L'anticipo delle prime piogge forse scongiurerà il peggiorare della siccità, che rischiava di essere inaffrontabile.
Ma dal nostro viaggio scorso la situazione si e' scaldata, come ci dicono in tanti. Le ragioni sono principalmente due. La prima e' che quello che era l'ISIL (Stato Islamico dell'Iraq e del Levante), ridenominatosi ora IS (Stato Islamico) ha preso forza.

Questo gruppo armato originatosi da Al Qaeda, divenuto poi esercito ed ora uno Stato alle porte del Libano, mette paura a gran parte dei libanesi e dei siriani. Non c'e' una minaccia concreta di invasione qui nell'area di Akkar, nel nord del Libano. Pero' l'IS ha sconfinato in territorio libanese.
Ecco la seconda causa di tensione: circa un mese fa l'IS ha fatto prigionieri circa 30 fra soldati e poliziotti libanesi al confine nord-est, nella cittadina libanese di Arsal (il posto che avevamo visitato il viaggio scorso prima di partire). Cinque di loro sono stati rilasciati, due sgozzati, dei quali uno proprio ieri. La reazione di molti libanesi e' stata quella di prendersela con i siriani. Il ritornello che abbiamo sentito ripetere da molti libanesi e': "se i profughi non rientrano in Siria sotto il governo di Assad, allora vuol dire che sono con l'IS." Quelli del campo di tende qui a Telabbas ci dicono: "noi dell'IS?! Noi siamo scappati dall'IS e dalle bombe del regime di Assad!" Molti campi di tende sono stati sgomberati, alcuni bruciati, e civili libanesi armati hanno minacciato dei profughi. Fortunatamente ci sono stati dei gesti distensivi, come quello del padre di uno dei soldati libanesi uccisi, che ha chiesto che non ci fossero ritorsioni sui siriani, e quello dei siriani di diversi campi qui dell'area, con i quali abbiamo manifestato in solidarieta' dei libanesi uccisi e rapiti.
Al campo di tende qui a Telabbas hanno ricevuto una minaccia anonima, un messaggio dentro una bottiglietta: "avete un tempo breve se non partite da qui, vi brucio, io sono l'uccello libanese - per Dio giuro che vi distruggo insieme ai vostri figli". I siriani del campo ci hanno chiesto di andare a dormire da loro. Hanno detto che l'altra volta, quando la nostra tenda e' stata fra le loro per una settimana, la pressione dei libanesi era diminuita e si sentivano piu' sicuri. Adesso da cinque giorni dormiamo da loro. Ci hanno anche offerto una loro tenda rimasta vuota (molto migliore della nostra...).
Qui ci aspettavano. Al nostro arrivo la "matriarca" della famiglia mi ha proprio baciato e abbracciato. Alcuni hanno detto che ormai non speravano piu' di vederci. Qualcuno ha esultato quando ci ha visti.
Proveremo a fare del nostro meglio.
Buonanotte da Telabbas

Corrado