Ogni cosa è illuminata

Qualcuno ha scritto che ogni cosa è illuminata dalla luce del passato.
Qualcosa che cammina al nostro lato, che ci segue.
Quando si riflette sulla violenza e sulla sofferenza causata dalla guerra si risvegliano in noi tanti pensieri e riflessioni, ognuno ha una “guerra originaria” che si porta nel DNA.
Qualcosa di inciso, fosse stata la guerra dei nostri nonni, o dei genitori, o una guerra vissuta in prima persona.
Nessuno può dirsi davvero indenne da questo, nel profondo di noi abbiamo qualcosa che attende di essere ascoltato.
Un sentiero lastricato che porta dritti nel profondo della nostra storia, e chiunque voglia davvero essere libero dovrà compiere questo percorso.

Ecco perché vedendo i rifugiati oggi vedo mia nonna Maria con la sua famiglia sotto i bombardamenti a Torino, con la forza che solo le donne sono in grado di tirare fuori e che spero in parte di avere ereditato, almeno in parte.
La vedo mentre prende sua madre-mia bisnonna e suo padre malato e li aiuta a scendere di corsa le scale del condominio vicino alla stazione dove abitano.
Li vedo attendere e sperare nel rifugio sottoterra, mentre il cielo si tinge di arancione per le fiamme sprigionate dalle esplosioni, attese e speranze che sono arrivate fino a me.
Guardando i giovani siriani in fuga dal servizio militare vedo mio nonno Carlo, catturato dai soldati tedeschi del terzo Reich, in seguito all’abbandono da parte del Re d’Italia del Paese al suo destino, internato dopo aver fatto pochi giorni di servizio militare obbligatorio, senza avere avuto la possibilità di studiare, di formarsi come avrebbe voluto.
Osservando le famiglie spezzate dall’attesa di rivedere i propri cari scomparsi e mancanti rivedo il fratello di mio nonno Filippo, scomparso nel mare Egeo, mentre veniva mandato a combattere una battaglia voluta e fomentata da altri.
Penso a tante storie, volti, che avrei potuto essere io ma che invece non sono.
Chi sono quindi?
Sono il risultato intrecciato di questi ed altri percorsi, di esseri umani che hanno lottato per esistere e si sono fatti strada scavando tra le macerie.
Sono il parto di chi ha vissuto la distruzione della seconda guerra mondiale e gli anni di piombo del terrorismo in Italia, cercando di mantenere sempre uno sguardo umile e giusto sulla realtà che lo circonda.
Uno sguardo familiare.
Sono questa ed altre storie, quelle che ho vissuto io e quelle che hanno vissuto altri prima di me, sono le storie che verranno in futuro, e che apparterranno a tutti.
Oggi io sono Carlo, sono Maria, sono Filippo, sono Ahmed, sono Walid, sono Alessandro.

“Ho riflettuto molto sulla nostra rigida ricerca, mi ha dimostrato come ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato... dall'interno guarda l'esterno, come dici tu alla rovescia... in questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita e tu sarai sempre lungo il fianco della mia vita”. J.S.Foer

Ale