Diario dal Libano - Giorno 3

GIORNO 3

Ciao a tutti,

qui si continua a girare e incontrare persone. Beirut mi sembra una città faticosa, araba ma ammiccante all'occidente, irrimediabilmente ferita col suo centro completamente ricostruito che i libanesi non riconoscono più, un grande cantiere per investitori stranieri più o meno onesti.

Faremo ancora qualche incontro ma cerchiamo di andarcene quanto prima, verso nord. Continuiamo a cercare un alloggio a Tripoli, per ora.
Il Paese è in generale tranquillo, a parte alcune zone ridotte e circoscritte. Ma i partiti (tanti e confessionali) hanno tutti un gruppo armato, e ci viene spiegato che qui la giustizia si amministra insieme all'appartenenza politica. Non è una buona premessa...
Abbiamo fatto altri incontri, densi di informazioni e umanità: Fabiola, coordinatrice della cooperazione Italiana in Libano; E., amica e attivista siriana che si consuma per il suo popolo e presto vorrà rientrare; T., amico che ci ha accolto nella sua famiglia, facendoci sentire a casa nostra (dove stanotte dormiremo!). Qui sulle montagne dove abita, sopra Junie, insieme al padre esperto di archeologia ci ha portato ad ammirare resti romani e fenici (ma la collezione di reperti casalinga farebbe invidia ad un museo...).
La cosa bella è che il nostro desiderio di andare a vivere in un campo profughi, anche se ad alcuni sembra un po' folle, è qualcosa che ridà speranza, fa respirare, illumina gli occhi. Soprattutto gli occhi di E..
Domani altri incontri a Beirut, poi spero di riscrivervi da Tripoli.
Buonanotte.

Corrado