È successa la cosa più assurda

Non conosco il rumore dei bombardamenti, la disgrazia della fame, la paura della morte.
Non conosco la speranza disperata a fianco delle preghiere, la sensazione di quando perdi tutto.
Non conosco il carcere, le violenze, le botte.
Io non conosco la guerra.
E solo immaginarla mi fa paura, mi si chiude lo stomaco, mi fa venire i brividi.
È difficile realizzare la sua disumanità.
A volte è addirittura difficile immaginarla reale.

Eppure esiste e continua a fare rumore, a fare paura, a fare morti, a far cadere case, speranze, sogni, vite.
Continua a non interessarsi di quello che distrugge.
Io non conosco la guerra ma, per quel poco, ho visto dove la guerra ti porta quando sopravvivi.
La guerra ti porta a scappare.
Il Libano mi ha messo in faccia questo.
Mi ha messo in faccia povertà, disperazione, difficoltà, ricordi difficili, paure, rassegnazione.
In certi momenti mi ha tolto il respiro, in altri invece mi ha accolta delicatamente.
Le vite dei siriani mi hanno spiazzato, mi ha spiazzato la loro forza.
Perché nonostante l'odore della guerra lo conoscano davvero, nonostante abbiano visto crollare tutto davanti ai loro occhi, ogni giorno trovano la forza di farcela.
Non è facile, non è scontato.
E quindi a fianco alla povertà, alle difficoltà, c'erano sorrisi, occhi speranzosi, risate, chiacchiere. C'erano amici, persone semplici.
Ed è successa la cosa più assurda.
Ho trovato la felicità in un posto in cui sembra quasi non abbiano diritto ad averne.
Ho trovato la forza in un posto in cui sembrano togliertela tutta.
Ho trovato la ricchezza nell'estrema povertà.
Ho trovato le loro storie difficili da sopportare ma è importante dividere quel peso enorme in modo che diventi anche un po' nostro, di tutti.
In modo che non debbano tenere da soli tutta quella sofferenza.
Perché la guerra non riguarda solo chi la vive,
ogni guerra riguarda l'umanità intera.

S.