Abbiamo conosciuto Mussab in una giornata lunga e travagliata, in un reparto ospedaliero situato in uno dei quartieri più poveri e marginalizzati della città di Tripoli, governatorato del nord Libano.
C’è voluto del tempo, molti sforzi e infinito impegno, ma grazie a una rete di solidarietà, composta da decine di persone e organizzazioni, a Mussab è stata data la possibilità di venire a curare in Italia, a Genova, il male che lo stava opprimendo.
È l’inizio di una storia di coraggio, desiderio e cambiamento, di cui alleghiamo qui sotto un altro capitolo.
…
Oggi Muss, come lo chiamiamo noi, ha discusso il suo elaborato concludendo il suo percorso alla Scuola Secondaria di Primo Grado.
E’ stato un colloquio pensato per lui… e lui ci ha messo intelligenza e cuore!
E noi alla fine, commossi, non riuscivamo neppure a parlargli e a salutarlo.
L’elaborato ha come titolo “Mai più guerre” e inizia con le parole di una canzone “C’era una volta la mia vita, c’era una volta la mia casa, c’era una volta e voglio che sia ancora” (Il mio nome è mai più, Jovanotti, Pelù, Ligabue).
Sono stati, per noi insegnanti della SMO (Scuola Media Orsoline) e per la 2^/3^ C, due anni speciali.
Muss è entrato in silenzio e con discrezione in un gruppo classe già consolidato e unito.
Il gruppo dei ragazzi, un gruppo di preadolescenti bizzarri, estroversi, ma buoni come non mai, lo hanno accolto come se da sempre fosse stato con loro.
Lo hanno invitato a feste, a fare i compiti e anche i genitori di questi ragazzi non hanno mai fatto domande, neppure quando, alla prima riunione della 2^, è entrata la signora, con velo e vestito nero, elegantissimo sicuramente, ma inusuale nei nostri corridoi.
Le ragazze hanno dapprima studiato un po’ da lontano quel ragazzo che faceva fatica a parlare in Italiano, ma che capiva tutto, poi giochi sportivi, attività, interrogazioni, uscite, intervalli hanno avvicinato anche le ragazze a Muss… ma lui si è rivelato straordinariamente timido e titubante di fronte ad un mondo femminile così “intelligente e bello” come lui stesso lo ha definito… ma l’accoglienza e la condivisione tra questi due mondi era evidente.
Muss ha iniziato a raccontare la sua storia a due dei compagni e grazie ad alcune occasioni offerte dagli argomenti ha arricchito il suo racconto a tal punto che commentando l’ “Addio, monti…” del Manzoni, diversi compagni hanno affermato: “Anche io ho un amico che ha dovuto lasciare tutto, non per scelta, ma per colpa di altri. Non è giusto!”.
Muss ha imparato bene l’Italiano, ha seguito le lezioni con interesse, ha partecipato a tutte le iniziative, amando tantissimo quelle sportive.
Ha pregato con gli altri ragazzi, ha discusso con noi, lo abbiamo sostenuto, rimproverato e amato.
Non c’è una vera ragione di questa lettera, vuole solo essere la testimonianza che, come Muss ha sostenuto nel suo elaborato, ci sono luoghi di pace, dove è possibile andare d’accordo, avere religioni e culture diverse, essere estroverso, timido, infantile o già adolescente, ci sono luoghi di PACE e noi adulti ne siamo stati testimoni.
Un mondo diverso è possibile.
Ringraziamo chi fin dall’inizio ha salvato Muss, capendo il problema, e lo ha portato in Italia. Ringraziamo chi con affetto e competenza lo ha assistito e curato a Genova.
Ringraziamo chi ha dato una casa a lui e alla sua famiglia.
Ringraziamo Papa Francesco che un giorno lanciò quell’appello nel primo Angelus del 2018: «che ci sia da parte di tutti, istituzioni civili, realtà educative, assistenziali ed ecclesiali l’impegno per assicurare ai rifugiati un avvenire di pace», un appello che CI HA CHIAMATI!
Ringraziamo i ragazzi che con spontaneità, intelligenza e cuore hanno accolto Muss senza farsi “troppe storie” come direbbero loro.
“Che Muss e tutti i ragazzi profughi, rifugiati, esiliati, vittime di guerre, abbiano sempre il diritto di vivere;
Che tutti i Muss abbiano sempre la convinzione che è possibile arrivare alla pace senza la guerra;
Che tutti i Muss abbiano sempre il diritto di lavorare, studiare, impegnarsi per costruire il loro e il futuro di tutti in PACE”.
Volevamo solo dire a tutta la catena d’amore che ha coinvolto Muss, che noi insegnanti lo diamo al MONDO, certi che porterà e testimonierà ciò che ha vissuto e imparato, e vi ringraziamo per l’opportunità di questa speciale e straordinaria esperienza.
Saronno, 17 giugno 2020
Gli Insegnanti Scuola Secondaria I grado
Istituto Orsoline di San Carlo Saronno