Alza gli occhi al cielo

Se ci fosse uno strumento, tipo un super termometro, per misurare la fiducia dei siriani in libano nei confronti del governo attuale in Siria, le temperature sarebbero artiche.
Nessuno crede alla possibilità di elezioni libere dopo 10 anni di guerra, pulizia etnica, menzogne e violenze.
Non vediamo motivi per crederci noi...
Ne parliamo con H.
È una donna decisa, forte, una madre single.
Le facciamo qualche domanda.
Sorride, lo sguardo si posa sui figli.
"Penso solo che non sia giusto, come si può pensare che sia giustizia eleggere il capo di uno Stato che ci ha perseguitato? Come si può credere che in un Paese con milioni di sfollati possa essere ancora democratica un'elezione? Come posso fidarmi di chi ha ucciso i miei fratelli e distrutto la mia casa?".

Alza gli occhi al cielo come a chiedere risposte a qualcuno che sta più in alto.
Poi, guardandoci fissi negli occhi, dice: "com'è possibile andare a votare mentre vivi in una tenda di nylon e cartone? Credo che quei pochissimi che sono andati a votare lo facciano in modo magnetico, attratti da una speranza disillusa di poter tornare al prima. Votereste voi qualcuno che ci obbliga a stare qui in questo campo, con la paura e la sicurezza che tornando verremo arruolati, torturati o uccisi, nel migliore dei casi faremmo la fame in un Paese distrutto e diviso?".
Alza di nuovo lo sguardo al cielo, sorride e sospira.
Un respiro di chi sta sopravvivendo.
Come direbbe la nostra cara amica S.: "spero un giorno di poter tornare a casa, non desidero altro, finalmente potrò respirare di nuovo a pieni polmoni".