Febbraio 2015

SITUAZIONE ATTUALE

> Siria:

La guerra in Siria sta sempre piu' chiaramente assumendo i connotati di una terza guerra mondiale. http://temi.repubblica.it/limes/che-guerre-fanno/67643. Dietro alla questione siriana si delineano infatti almeno due assi i cui interessi sono principalemente di origine economica:  l'allineamento anti-iraniano, composto da Stati Uniti-Arabia Saudita-Israele e quello anti-Usa con Russia in appoggio a Turchia, Iran e Cina.

In questa situazione sembra che, nonostante la propaganda politica anti IS europea e americana, la priorità non sia tanto sconfiggere l'IS quanto difendere interessi economici e politici. Infatti ne'  il Regime ne' la coalizione anti IS  (appoggiata dalla Lega Araba, l’Ue e la Nato), stanno sferrando attacchi decisivi all'IS che attualmente controlla circa meta' del territorio siriano e di quello iracheno: http://temi.repubblica.it/limes/lo-stato-islamico/66670.
Il vantaggio maggiore da questa situazione lo sta ricavando certamente il regime di Assad, che in quanto bersaglio dichiarato dell'IS e' in via di rileggittimazione da parte degli stessi Stati che nel 2011 ne avevano chiesto le dimissioni, definendolo delegittimato a governare.
A dimostrazione di ciò sembra infatti che le cancellerie di alcuni Stati Europei e della  stessa Unione Europea riporteranno a breve il loro personale nella capitale siriana e, in alcuni casi, riapriranno formalmente le ambasciate a Damasco, dopo quasi quattro anni di interruzione dei rapporti diplomatici con le autorità siriane.
L'Europa e' coinvolta in questa guerra anche sul fronte opposto in quanto “fornisce” un consistente numero di combattenti alle armate dell'IS, in particolare con giovani provenienti da Gran Bretagna e Francia, ma anche dall'Italia:  http://temi.repubblica.it/limes/combattenti-stranieri/67661.
Chi invece ci sta sicuramente rimettendo maggiormente sono i civili. Il numero di profughi infatti, secondo l'UNHCR, è il più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale. Con oltre l'11% della popolazione costretta a fuggire all’estero, i siriani sono il popolo di profughi più grande al mondo, questo senza calcolare un restante 30% di profughi interni.

> Libano:

La vita dei profughi Siriani in Libano e' sempre più difficile. Entrare in Libano e' dall'inizio dell'anno possibile solo attraverso dei visti di studio, affari, transito, (non si fa accenno a permessi per ragioni umanitarie). Il ministro dell'interno Nouhad Machnouk ha dichiarato che la nuova strategia è stata resa necessaria dal fatto che i rifugiati siriani rappresentano ormai il 27% della popolazione libanese, mentre in Giordania sono il 10% e in Turchia sono il 4%.  Questa strategia mira cioè a modificare una situazione insostenibile per il Libano, che da temporanea sta diventando permanente, cosa che fin dall'inizio della guerra si e' tentato di evitare vietando l’apertura di campi ufficiali.
Secondo il ministro degli Affari sociali, Rachid Derbas, la decisione avrebbe già contributo a far calare il numero dei rifugiati certificati di circa il 7%. Tra questi alcuni sono profughi rimasti bloccati oltre confine, altri hanno scelto di rientrare non perché la situazione in Siria sia migliorata, quanto perché vivere in Libano e' diventato sempre più difficile. Infatti anche rinnovare il permesso di soggiorno e' diventato praticamente impossibile. Servono documenti molto difficili da reperire tra cui un certificato di un notaio che attesti che il profugo in questione non lavora in Libano. Nel frattempo lo scorso ottobre, per mancanza di fondi, le Nazioni Unite hanno ridotto del 40% il numero di razioni alimentari destinate ai rifugiati. Senza la possibilità di lavorare legalmente e di avere documenti regolari non e' ovviamente possibile per un profugo spostarsi liberamente e mantene la propria famiglia.

> Akkar:

La regione di Akkar e' stata colpita questo mese da tre tempeste consecutive, per fortuna non violente come quella di gennaio. Il vento e la pioggia hanno causato molti danni ai campi profughi dell'area e causato un morto.



CONDIVISIONE E LAVORO


In questo mese i volontari di Operazione Colomba sono stati impegnati in particolar modo nella gestione dei danni causati dalle piogge: aiuto nella manutenzione delle tende e richieste di aiuto per le situazioni più difficili (http://snipurl.com/29qsmx8). Un'altra attività e' stata quella di sostenere le famiglie del campo nella realizzazione della piccola scuola che ha iniziato a funzionare regolarmente. Grazie ai contatti procurati dai volontari  con alcuni libanesi, i profughi sono riusciti ad ottenere tutto il materiale scolastico per circa 20 bambini, di cui una dozzina del campo e gli altri di alcuni garage limitrofi. Una nostra volontaria ha anche collaborato con lezioni di inglese ai bambini.
Alcune amiche cristiane di Beirut sono tornate al campo in visita. Hanno portato del cibo per le famiglie e si sono fermate per chiacchierare con le donne. Una di loro ha cantato per tutti una canzone facendole emozionare. Ci hanno anche chiesto una mano per poter realizzare una giornata di svago e divertimento per le famiglie del campo. Speriamo di concretizzarla il mese prossimo. (http://snipurl.com/29qsn4a). E' stato per noi un momento molto importante visto la diffidenza reciproca che solitamente c'è tra cristiani libanesi e musulmani siriani in quest'area.
Abbiamo continuato le attività di sostegno alle famiglie in particolare in campo sanitario: ci sono state due emergenze di bambini con febbre a 40, in un caso abbiamo dovuto trovare un passaggio di emergenza in ospedale e nel secondo caso abbiamo pagato perché potessero accettare un bambino in ospedale. Abbiamo sostenuto i figli di M. talassemici donando il sangue per uno di loro e regalando alcune medicine molto costose e fondamentali, grazie alle donazioni di amici in Italia.
Sempre grazie all'aiuto di amici italiani siamo riusciti a far arrivare delle scarpe ortopediche ad un bimbo di due anni che adesso finalmente riesce a camminare per la grande gioia sua e della sua mamma!
I volontari continuano a lavorare in collaborazione con l'UNHCR, in particolare questo mese ci e' stato chiesto di fare una presentazione per segnalare le problematiche maggiori che abbiamo riscontrato nei campi profughi dove viviamo noi. 
Infine la partenza di alcuni volontari e' stata l'occasione per due momenti di festa insieme: un giorno abbiamo cucinato noi le crepes al cioccolato per tutti e più tardi, insieme, abbiamo preparato le kobbe, piatto tipico siriano.  


UN GIORNO SPECIALE


I bambini del campo si svegliano prima del solito e indossano i loro vestiti migliori. Anche se non devono allontanarsi che di due passi dalla loro tenda, oggi e' un giorno speciale: il primo giorno di scuola. Per alcuni e' proprio il primo giorno in assoluto, per altri e' il primo giorno dopo una pausa durata due anni. Si mettono in fila per due ed entrano nella tenda sulla quale un papa' ha scritto “i nostri bambini, la nostra speranza”.
La sera prima i genitori ci hanno chiamato dicendo che c'era una cosa importantissima da fare: preparare gli zainetti dei bambini per il giorno dopo. Per ognuno di loro c'erano delle matite colorate, una biro e una matita, un righello e due quaderni. I genitori, quasi piu' eccitati dei bambini, hanno incollato con cura le etichette e scritto il nome di ciascuno di loro sui quaderni. Noi ci sentiamo orgogliosi di essere stati un tramite che ha reso possibile trovare donatori e sostenitori per realizzare questa piccola fonte di speranza e fiducia.