Novembre 2015

SITUAZIONE ATTUALE

In Siria la guerra è lontana dalla conclusione. La discesa in campo della Russia ha cambiato lo scenario e sembra difficile pensare ad un periodo di transizione escludendo la figura di Assad. L'abbattimento del jet russo da parte della Turchia ha reso evidente le diverse motivazioni dei Paesi che si contendono la Siria dicendo di voler combattere l'ISIS.

I bombardamenti russi, mietono vittime ogni giorno anche tra i civili nelle regioni gestite dai ribelli e città intere si stanno trasformando in colonie russe; nel nord del Paese i curdi riprendono il controllo di Sinjar, ma il Daesh continua a controllare un'ampia fetta di territorio. Dopo gli attentati di Parigi la Francia ha chiesto all'UE maggiori sforzi per combattere il terrorismo e ha intensificato gli attacchi alla città di Raqqa.
In Libano la tensione è alta. L'attacco del 12 novembre nel quartiere sciita di Burj el Barajneh, rivendicato dal Daesh, ha provocato la morte di 43 persone. Il governo ha reagito intensificando i controlli nei confronti dei profughi siriani, ritenuti sempre di più un pericolo per la sicurezza del Paese.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Nel campo si respira un clima di grande attesa. Alcuni Stati stanno aprendo le loro porte (il Canada si è preso l'impegno di ospitare 25.000 siriani entro la fine dell'anno) e tutti hanno parenti o conoscenti che legalmente avranno la possibilità di lasciare il Libano. La visita della delegazione italiana conferma la disponibilità a procedere, ma non chiarisce quando verrà firmato il protocollo che sancisce l'apertura del canale umanitario.
La preoccupazione nel campo è di passare un altro inverno all'interno delle tende con tutte le conseguenze che ciò comporta. Già in questo mese sono stati frequenti gli accompagnamenti in ospedale per malattie legate al freddo (due casi di broncopolmonite). L'accesso ai servizi, complice il sistema che tende ad escludere i profughi attraverso meccanismi farraginosi, viene garantito solo in presenza di internazionali. MediVisa ci avverte che non coprirà le operazioni ad Abu Suleiman (anca) e al figlio di Mariam (talassemia) perché non sono casi direttamente legati al conflitto.

Tutto ciò aggravato da un clima di tensione e violenza generale, testimoniato da diversi arresti di siriani dopo gli attentati a Beirut, minacce di essere rimandato in Siria a Mahmoud e l'arresto di padre e figlio che abitano a Tel Abbas mentre andavano a prendere i medicinali per il figlio più piccolo. In particolare il campo ha vissuto da vicino l'allontanamento di Abu Talal dopo aver ricevuto alcuni spari di avvertimento da un vicino libanese, pare per questioni legate alla figlia.
Il richiamo da parte dell'ambasciata italiana di lasciare Tel-Abbas e recarsi a Beirut per possibili rischi di attentati ha ulteriormente testimoniato tale clima di tensione. Dopo aver ritenuto più rischioso muoversi a Beirut (in cui si hanno pochi contatti, e ad alto rischio attentati) passando da Tripoli (altra zona a rischio), si e deciso di rimanere al campo, mantenendo un profilo basso e limitando gli spostamenti. Questa decisione e stata accolta in maniera positiva dalla gente del campo, che al contrario era timorosa di un nostro eventuale allontanamento.
Dall'altro lato la vita quotidiana è stata ravvivata dalla presenza di diversi ospiti in visita al campo: primi tra tutti i rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio e delle Chiese Evangeliche per il canale umanitario. Poi Daniel, volontario in visita per una settimana, che ha favorito un riavvicinamento con Victor e la parte cristiana di Tel Abbas, Mattia Civico e Laura.
A metà novembre Micaela si e aggiunta come presenza fino a metà dicembre e Rebecca è arrivata il 24 novembre.
Lo smantellamento del campo di Issah ha portato circa 40 famiglie e installarsi in un nuovo campo a Tel-Abbas. Fin da subito viene fatta presente la necessità di fornire istruzione ai bambini del campo: il desiderio è quello di mettere in funzione una struttura già esistente adibita a scuola e delegare l'insegnamento al capo campo (già professore in Siria).
Membri di altre associazioni (Oxfam, NRC) sono state avvisate di tale bisogno.