Dicembre 2015

SITUAZIONE ATTUALE

Sul versante della guerra in Siria è impressionante come siano sempre più i Paesi che bombardano e come incidenti come quello tra Russia e Turchia rendano evidente la cattiva coscienza dei Paesi che dovrebbero risolvere la guerra, dopo averla favorita a lungo.
Nei primi giorni di dicembre si sono aggiunti i bombardamenti di Inghilterra e Germania e il rifiuto dell'Italia di prenderne parte.

La presenza di Russia e Iran in campo, con forze aumentate e truppe di terra, sposta ancora gli equilibri a favore del governo di Assad, che pone sotto assedio città considerate roccaforti dell'opposizione. Nella città di Homs, ora sotto il controllo di Damasco, si segnalano due attentati con più di 30 morti, attribuiti all'Isis.
Il 19 dicembre, dopo quasi cinque anni di guerra civile in Siria, per la prima volta l’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione sul cessate il fuoco e sull’avvio di un processo di pace.
Un successo del segretario di Stato Kerry, ma la strada per attuare l’accordo raggiunto sulla carta è ancora in salita e sul futuro di Assad restano le divergenze tra Occidente e Russia.
Resta aperto anche l’interrogativo su “se” e “quali” gruppi di ribelli prenderanno parte ai colloqui il mese prossimo, senza avere la garanzia dell’uscita di Assad, e su quali debbano essere considerati terroristici e quindi esclusi dalle trattative, tema su cui insiste Mosca.

CONDIVISIONE, LAVORO e NOVITA' SUI VOLONTARI

Nei primi giorni di dicembre sono arrivate le prime avvisaglie di freddo.
Hanno fatto visita al campo alcune emittenti televisive e una delegazione di S. Egidio e chiese Evangeliche dall'Italia, accompagnate da Luciano, un medico.
La notizia del canale umanitario si sta diffondendo, anche se ancora le persone non sono partite, la prudenza e un po' di  scaramanzia spingono a non festeggiare, anche se il protocollo tra queste Associazioni private e il Governo italiano per la concessione di 1000 visti, di cui 500 dal Libano, è stato firmato nella seconda metà del mese.
A metà dicembre i volontari della colomba sono rientrati in Italia, è rimasta sul campo Sofia, una volontaria siciliana presso una ONG tedesca, che visita regolarmente il campo e praticamente si rivela ad honorem, una vera volontaria di Operazione Colomba, affrontando anche una visita delle forze di sicurezza libanesi con serenità e capacità di dialogo.
Grazie di cuore, noi torneremo a gennaio, sperando di assistere alla partenza di questo primo gruppo di profughi e avere elementi su come proseguire la nostra presenza a fianco alle vittime del conflitto, contro la violenza della guerra.