Maggio 2016

SITUAZIONE ATTUALE

Situazione in Siria e Libano

Durante questo mese di presenza in Libano, i volontari di Operazione Colomba hanno raccolto molte testimonianze sugli sviluppi della guerra civile siriana.
Molti dei rifugiati hanno parenti e amici ad Homs, Aleppo o in una delle altre città (52 per l'esattezza) attualmente sotto assedio, nonostante la tregua stipulata a febbraio.

Nelle città assediate manca tutto: non c'è energia elettrica, i continui bombardamenti impediscono il rifornimento di cibo e l'accesso ai servizi sanitari essenziali e i prezzi dei generi di prima necessità sono aumentanti anche di 10 volte.
La maggioranza di questi assedi sono portati avanti dal regime siriano con l'appoggio di Hezbollah e i rimanenti da gruppi fondamentalisti come lo stato islamico. Nel nord ovest della Siria, la situazione si è aggravata molto nell'ultimo mese, soprattutto ad Aleppo (città e provincia) dove si sono intensificati i bombardamenti russi e governativi e dove hanno perso la vita quasi 5000 persone.
Uno degli episodi più gravi riguarda il bombardamento dell'ospedale pediatrico Al Quds che ha visto la morte di 30 persone (tra cui molti bambini) e dell'ultimo pediatra rimasto ad Aleppo, il dottor Mohammed Wasim Moaz, che si era rifiutato di lasciare la città nonostante l'intensificarsi delle violenze.
Nonostante questa situazione di emergenza, in Siria continuano ad operare gruppi di attivisti locali che si oppongo sia allo stato islamico, sia al regime di Assad e mandano avanti campagne per portare cibo, medicine e solidarietà alle persone più colpite dalla guerra e che chiedono un futuro di pace e democrazia per la Siria.

CONDIVISIONE, LAVORO e NOVITA' SUI VOLONTARI

Dopo i mesi di preparazione, finalmente i volontari di Operazione Colomba sono tornati nel campo di Tel Abbas. L'accoglienza e' stata molto calorosa nonostante i volontari non avessero un legame con molte delle nuove famiglie giunte nel campo. Eppure tutti hanno avuto l'accortezza di andare a salutare i nuovi volontari invitandoli a bere un tè o invitandoli per cena. I mesi di assenza dell'associazione nel campo si sono sentiti soprattutto nei momenti più difficili come quelli tra i siriani e le forze dell'ordine libanesi, quando questi ultimi hanno posizionato un check point nelle vicinanze del campo profughi. Anche le Nazioni Unite riportano una intensificazione dei controlli da parte delle forze dell'ordine libanesi, con conseguenti arresti di profughi siriani: circa un centinaio al mese solo nella regione di Akkar.
L'azione dei volontari in questo primo periodo si è focalizzata su tre pilastri:
1. condivisione della vita nel campo con i siriani, ponendo particolare attenzione alle situazioni sanitarie e ai relativi accompagnamenti negli ospedali e/o ambulatori;
2. ascolto delle storie delle famiglie che desiderano viaggiare verso l'Italia e la successiva stesura di una lista in cui i volontari hanno riportato i nomi di queste persone. La  lista è finalizzata a nuovi possibili corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant'Egidio e dalle Chiese Valdesi. In questo particolare aspetto, i volontari di Operazione Colomba hanno riscontrato delle difficoltà, sia per la drammaticità delle storie ascoltate, sia per l'elevata quantità  di richieste in relazione al numero di posti disponibili per i prossimi viaggi verso l'Italia;
3. stesura e condivisione, con alcune delle realtà presenti nella regione dell'Akkar con cui Operazione Colomba collabora, di una prima bozza dell'appello per portare la voce dei profughi siriani ai colloqui di pace a Ginevra.