Luglio 2017

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA
Nel sudovest della Siria si sperimenta la tregua indotta dalle grandi potenze che stanno spartendosi geograficamente il Paese. Nel sud est invece continuano gli scontri tra i ribelli sostenuti dagli Stati Uniti e le milizie sciite sostenute dall'Iran per il controllo della frontiera di Al-Tanf, posto tra Siria e Iraq meridionale. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato un disimpegno del suo Paese da questa regione e lo stop al rifornimento di armi e all'addestramento dei ribelli che fino ad ora hanno combattuto in questa zona di confine.

I giochi politici e militari quindi si concentrato sempre di più nella città di Raqqa, da tre anni capitale dello Stato Islamico, e che ora si trova stretta nella morsa tra le forze curde che avanzano da nord e l'esercito del regime di Assad che preme da sud. Secondo voci di attivisti siriani per i diritti umani i combattimenti e i bombardamenti su Raqqa hanno già causato la perdita di molte vite innocenti, intrappolati e senza una valida via di fuga dagli scontri.
Nel nord ovest della Siria, nella provincia di Idlib, nel mese di luglio si è incendiata la guerra interna tra milizie islamiste radicali con combattimenti tra Al Nusra e Ahar Al Sham. I due gruppi jhiadisti combattono per la divisione del territorio e per il mantenimento delle rispettive zone di influenza.
Nonostante il fragore delle armi e della violenza, in Siria non sono mancate manifestazioni popolari per chiedere libertà e indipendenza contro gli abusi di qualsiasi gruppo armato. Nella provincia di Idlib migliaia di persone hanno marciato con le bandiere della rivoluzione siriana contro gli abusi dei miliziani del fronte Al Nusra, la filiale siriana di Al Quaida. La società civile siriana ha ancora la forza di manifestare e chiedere spazi di espressione, nonostante venga continuamente tenuta ai margini nella comunità internazionale.

LIBANO
La situazione attuale del Libano è ancora di tensione continua tra i profughi siriani e l'esercito libanese. Questa situazione sfocia quotidianamente in violenza e razzismo che a loro volta si riversano tra le persone, dalle strade fino ai luoghi pubblici.
Nella zona di Arsal, una cittadina al confine orientale con la Siria, nella valle della Bekaa, l'esercito libanese ha fatto irruzione nei campi profughi dove alcuni kamikaze si sono fatti esplodere provocando la morte di una ragazza. A seguito di ciò i militari libanesi hanno effettuato una serie di arresti, tra cui più di 300 rifugiati, e tra questi 4 sono stati riconsegnati morti alle famiglie, con segni visibili di torture. Questi eventi hanno generato ulteriore tensione tra i profughi e i militari. In questo clima è circolata la notizia di una manifestazione contro l'esercito libanese che sosteneva lo scontro armato con l'esercito. Alla fine questa manifestazione, che ha generato timori e preoccupazioni di possibili rappresaglie nei confronti dei profughi, non si è fortunatamente svolta.
Resta inoltre ancora da determinare chi siano stati i reali promotori, poiché il sospetto è che si sia trattato di un evento costruito ad arte per intensificare la tensione e portare allo scontro diretto.

Anche alla luce di questi episodi di violenza, continua il nostro impegno per promuovere la Proposta di Pace dei profughi siriani.
Risulta sempre più evidente la necessità di trovare una strada alternativa che non funga semplicemente da soluzione momentanea alla situazione siriana, ma consenta di costruire un orizzonte più ampio e a lungo termine di speranza e futuro. In particolare, è stato significativo che per la prima volta all’incontro organizzativo della Proposta di Pace di questo mese hanno partecipato anche alcuni libanesi. Questo è segno del fatto che anche tra la popolazione libanese c'è chi è disposto a spendersi per cercare di migliorare la condizione di vita dei profughi accolti.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il mese di luglio si è aperto con l'arrivo di nuovi volontari che hanno portato nuove energie. Ogni giorno è quindi possibile organizzarsi in piccoli gruppetti per rispondere prontamente alle diverse richieste ed esigenze delle persone.
La tenda del campo si apre poi di tanto in tanto anche ad ospiti di tutto il mondo.
In modo particolare, in questo mese sono stati numerosi gli accompagnamenti agli uffici delle Nazioni Unite, negli ospedali, nelle diverse Ambasciate del territorio libanese e al centro dei Diritti Umani.
Questi passaggi sono tutti fondamentali per garantire i diritti minimi, quali il diritto alla vita, alla salute, al cibo e il diritto di viaggiare liberamente per ricostruirsi una nuova vita lontano dalla guerra. Accompagnare queste persone è un momento importante perché garantisce protezione e infonde sicurezza rispetto al rischio di poter essere fermati e arrestati dall'esercito libanese in quanto clandestini.
Una conquista importante è stato l'ottenimento del visto per tutta la famiglia di Mussab, il ragazzo tredicenne affetto da anemia aplastica che dal mese scorso si trova in Italia all’Ospedale Gaslini di Genova. Questo risultato è stato possibile grazie alla costante collaborazione con la Comunità Sant'Egidio, impegnata nei Corridoi Umanitari verso l'Italia e la Francia.
Per quanto riguarda gli accompagnamenti sanitari è stato un mese particolarmente intenso per la gravità dei casi che ci si sono presentati. Non sempre infatti ci è possibile risolvere i problemi che ci vengono posti davanti, perché vi sono malattie per cui neanche l'intervento medico può essere risolutivo. Nonostante ciò, ci siamo resi conto di come la nostra presenza sia importante sia per i malati che per le famiglie, in quanto rappresenta un segno di vicinanza e condivisione fondamentale in questi frangenti di particolare difficoltà.