Maggio 2019

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
Continuano gli scontri a nord di Hama e a Idilib. Un comunicato delle Nazioni Unite, diffuso nei primi giorni di maggio, afferma che in una sola settimana il numero degli sfollati interni si aggira attorno ai 150.000, provenienti dalle zone bombardate dal regime e dall’aviazione russa.
Secondo il Nunzio Apostolico sarebbero più di 300.000 persone.
Il tentativo dell’ONU di comunicare le coordinate degli ospedali, per evitare che finissero nei mirini dei raid aerei, è stato vano. Secondo The Guardian, infatti, sono stati bombardati nell’ultimo periodo più di 20 ospedali e 17 scuole nel nord-ovest della Siria.
La pressione di rifugiati e sfollati interni sul confine turco si è incrementata in maniera esponenziale e si paventa la possibilità che, al termine della festa dell’aid al-Fitr la situazione precipiti.


CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Maggio è coinciso col mese di Ramadan; la vita al campo è, dunque, mutata in funzione del digiuno che i siriani, in maggioranza musulmani, hanno vissuto quotidianamente. La sveglia si è spostata avanti di qualche ora e il campo è restato in silenzio fin quando, al tramonto del sole, il canto del muezzin faceva ritornare alla vita per l’Iftar: la rottura del digiuno. Le tovaglie spiegate sui pavimenti si sono riempite di cibarie e le famiglie si sono radunate per bere e mangiare.
“Il Ramadan è bello, ma nelle tende è molto difficile. Quando eravamo in Siria era davvero festa”.
Anche la vita delle colombe ha seguito i ritmi del mese del digiuno, condividendo i momenti più belli di questo periodo. I problemi affrontati sono stati anche questo mese in maggior parte legati all’accesso alle cure, come nel caso di Manar: bimba affetta da idrocefalia, costretta a cambiare sette ospedali in dieci giorni nonostante l’urgenza, prima di subire l’intervento che l’ha salvata, anche grazie a una generosa colletta ed al fondamentale aiuto della onlus “Medici tra le tende”.
Una bambina di 3 mesi, Rafif, è venuta a mancare a causa di una infezione ai polmoni. E mentre i siriani continuano a morire per cause anche futili, la morsa attorno a loro si stringe sempre di più, nuove decisioni del Governo libanese mettono in pericolo le loro già precarie e faticose esistenze nel Paese.
Rimpatri forzati e demolizioni delle tende che contengono cemento sono i pericoli più impellenti.

LA PROPOSTA DI PACE PER LA SIRIA

Più la situazione in Libano precipita, più il lavoro per la Proposta di Pace diventa fondamentale. Le pressioni del Governo libanese aumentano in ogni aspetto della vita dei siriani, dall’abitare nei campi alla possibilità, già limitatissima, di lavorare. Il Libano non vuole più ospitare i siriani, che non hanno nessun altro posto dove andare.
Sheikh Abdou continua a diffondere la voce della sua gente in Italia insieme ai volontari di Operazione Colomba, partecipando ad incontri come il festival dell’economia di Trento, a cui ha preso parte nel mese di Maggio. Dal campo si sente fortissima l’esigenza di sostegno e supporto, soprattutto in questo momento particolarmente buio della vita dei profughi.

Sito sulla Proposta di Pace