Agosto 2019

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
In questo mese caldo, le bombe sulle città e le campagne a sud di Idlib sono proseguite senza sosta (10.223 bombe cadute da aerei da guerra e 6.819 razzi via terra secondo i White Helmets), contribuendo all’aumento dei morti tra civili e al numero di sfollati interni, che non sapendo più dove fuggire, si stanno condensando in massa nei villaggi in prossimità del confine turco. Alcuni degli sfollati il 30 agosto hanno persino provato a sfondare le barriere della frontiera per entrare in Turchia dalla zona di Bab al-Hawa, in parte riuscendoci. Quando l’esercito regolare avrà preso anche Ma’arat al-Numan, sotto forti bombardamenti nell’ultima settimana del mese, non resterà che Idlib come ultima roccaforte dei gruppi armati che hanno combattuto in questi mesi. Nel frattempo, a inizio agosto, l’ambasciata statunitense in Turchia ha dichiarato l’istituzione di un centro operativo congiunto per la creazione di “safe areas” nella parte Nord della Siria sotto controllo turco-statunitense: secondo alcune interviste lo scopo sarebbe il rientro di profughi siriani provenienti dalla Turchia.

Il governo di quest’ultima, nell’ultimo periodo, ha iniziato il rimpatrio forzato nell’area di Idlib di siriani presenti irregolarmente sul territorio turco, e a prelevare e trasferire siriani trovati in regioni differenti da quella in cui sono stati registrati.
In Libano la situazione delle deportazioni prosegue. Dati delle Autorità ufficiali di Stato dichiarano che da fine maggio sono state riportate in Siria 2.731 persone, e Amnesty International ha pubblicato un articolo-denuncia per fermare quest’azione che corrisponde a una piena violazione del principio di non-refoulement per chi è fuggito da una guerra.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Agosto è stato vissuto dal gruppo come un tempo molto rapido, in cui sono arrivati molti volontari storici per un breve periodo e ciò ha permesso di spostarci ed esplorare maggiormente il Paese.
A inizio mese siamo andati in visita da alcune famiglie di amici ad Arsal, dove abbiamo potuto vedere con i nostri occhi la distruzione dei campi profughi che in quella città avevano le tende completamente costruite in muratura. Sono stati costretti a rimpiazzarle con semplici strutture di plastica sorrette da pali di legno, preludio si un imminente disastro in vista di un inverno freddo e nevoso. È stato però per noi anche un bel viaggio perché abbiamo condiviso con le persone la gioia di averci ospiti e di ascoltare chi non ha nessuna terza parte a cui poter raccontare ciò che sta vivendo.
Molti eventi hanno contribuito in questo mese ad aumentare il senso di insicurezza e la paura tangibile dei profughi siriani con cui passiamo le nostre giornate. Una sparatoria causata da una faida tra famiglie libanesi a Tel Abbas ha causato la morte di un giovane libanese e ha aumentato ancora di più la tensione a livello locale. Inoltre le demolizioni, che erano iniziate a giugno ad Arsal, dopo aver coinvolto la zona della valle della Bekaa, sono arrivate in questo mese anche al nord: sono stati moltissimi i campi che hanno visto irrompere l’esercito, demolire i muretti che alcune tende solitamente hanno per difendersi dagli allagamenti e dagli insetti, e arrestare i giovani ragazzi e gli uomini dei campi. Tra questi, due campi che visitiamo regolarmente. In totale solo nella prima settimana sono stati compiuti raid in 33 campi, secondo l’ICRC. Anche nel campo in cui viviamo c’è stato un raid, e siamo stati svegliati dai soldati che ci hanno intimato di uscire, ma grazie alla nostra presenza nessuno è stato arrestato, a differenza di tutti i campi nella regione.
Non sono mancati come sempre anche i momenti di gioia, soprattutto culminati nella grande Eid, la festa del Sacrificio di Abramo che ci ha portato a divertenti balli e canti e a visite di piacere alle famiglie ed amici.

LA PROPOSTA DI PACE PER LA SIRIA

Questo mese il gruppo di lavoro per la Proposta di Pace si è ritrovato due giorni insieme per ricostituirsi e rafforzarsi, con l’idea di coinvolgere ancora più attivisti, realtà ed Istituzioni che si facciano carico dell’impegno sempre più urgente di collaborare affinché i profughi siriani in Libano tornino a vivere in sicurezza nel loro Paese. In particolare, a fine mese, il portavoce della Proposta di Pace Abdo è stato selezionato per la partecipazione al Global Refugee Forum organizzato dal Danish Refugee Council a Berlino. L’occasione del training ha anche permesso ad Abdo di incontrare membri del Parlamento tedesco di diversi partiti oltre che alcuni legali siriani rifugiati in Germania, e di confrontarsi con l’iniziativa di Adopt a Revolution.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace