Marzo 2020

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
Marzo è il mese in cui il Libano ha quasi raggiunto il fallimento economico, infatti il Paese non è stato in grado di pagare 1.2 miliardi di $ di obbligazioni; è praticamente certo che il disagio economico del Paese legato all’emergenza della pandemia, inciderà in maniera significativa sulla capacità di garantire i servizi di base ai suoi cittadini e al milione, circa, di rifugiati “ospitati”.
Il primo caso di Covid-19 è stato registrato a marzo, causando la chiusura su larga scala di scuole, università e spazi pubblici, e seguito da raccomandazioni di auto-isolamento per chiunque presentasse i sintomi del virus.

Mantenere l’auto-isolamento, così come un’igiene adeguata, è quasi impossibile per chi vive in condizioni di disagio nei campi profughi o in edifici fatiscenti e sovraffollati. Molti siriani sono combattuti tra la dura decisione di continuare a lavorare, sfidando l’ordine di “rimanere in casa” e rischiando così l’arresto e il contagio o l'espulsione.
Nel frattempo, nel nord della Siria, dopo l’invito insistente di Guterres, Segretario Generale ONU, il 6 marzo è divenuta effettiva una tregua tra Russia e Turchia, con l’arresto dei bombardamenti sulla regione di Idlib. Purtroppo la tregua è durata solo poche settimane, e già il 24 Marzo si sono verificati lanci di razzi in alcuni villaggi delle campagne di Idlib, nei quali le proprietà di diversi contadini sono state successivamente date fuoco. In questo già critico contesto di guerra incessante, l’inizio della diffusione del Covid-19 in Siria ha ulteriormente spinto la Commissione d’Inchiesta sulla Siria e l’Inviato Speciale ONU Pedersen a chiedere un nuovo cessate al fuoco nel Paese.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Nella prima settimana del mese di marzo i volontari di Operazione Colomba hanno vissuto a Beirut con lo scopo di approfondire le relazioni già stabilite con alcuni attivisti dei Diritti Umani, amici libanesi e Associazioni.
I giorni passati nella capitale hanno anche dato la possibilità di conoscere in modo più profondo i movimenti di protesta che da ottobre 2019 riempiono la piazza centrale.
Nella seconda settimana del mese i volontari hanno condiviso le giornate al campo, seguendo in particolare due casi. Il primo è quello di un giovane padre, che dopo anni di tortura nelle carceri siriane dalle quali è stato recentemente rilasciato, necessita ora un supporto medico e psicologico, offerto solamente a Tripoli. I volontari quindi hanno spesso accompagnato quest’uomo e sua moglie lungo la strada per garantire un passaggio più sicuro attraverso il check point.
Il secondo caso è quello di una signora siriana del campo che rischia di perdere la vista a causa di una malattia che si può curare solamente attraverso una costosa operazione. I volontari hanno accompagnato la donna in diverse cliniche e stanno cercando di raccogliere dei fondi per garantire a lei e alla sua famiglia un futuro meno faticoso.  
A marzo, a causa del Covid-19, nessun nuovo volontario ha potuto raggiungere il gruppo, i Corridoi Umanitari sono stati bloccati e infine a metà mese anche gli ultimi volontari rimasti hanno dovuto lasciare il Paese a causa della pandemia.
A distanza i volontari continuano a informarsi e sentire le persone che vivono al campo profughi o in altre zone e regioni del Paese, cercando di capire dall’Italia come riuscire a supportarli e a far sentire la loro voce anche se lontani. Inoltre, l’improvvisa immobilità forzata e il tempo casalingo, hanno dato spazio a nuove idee, come laboratori di lingua italiana per siriani e l’inizio di un corso di arabo di due diversi livelli tenuto da e per i volontari.

Al tempo stesso, alcune volontarie hanno costruito un percorso di spiritualità per condividere insieme gli stati d’animo e la direzione che ognuno vede in questo periodo molto fuori dal nostro “ordinario”.
“Abbiamo corpi in terre lontane, ma continuiamo ad avere cuori vicini”.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua il lavoro di contatto e creazione di rete tra attivisti interessati ad attuare e dar vita a zone disarmate umanitarie. E’ stato fatto un primo incontro online con persone conosciute nei diversi viaggi in Europa.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace