Aprile 2020

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
Aprile in Libano è stato il mese della chiusura forzata e della fame incombente.
Dopo le prime settimane di paura nei confronti di questo virus e di chiusura serrata di uffici pubblici e negozi, i libanesi hanno capito che il contagio era abbastanza contenuto mentre la situazione di profonda crisi economica stava continuando a peggiorare e già verso la fine del mese si sono verificate le riaperture di botteghe per strada e persino dei suq, mercati in interi quartieri.
A fine aprile il cambio del dollaro sul mercato nero era di 1$ : 4200 LL, dunque i prezzi sono quasi triplicati, anche dei prodotti di sopravvivenza come riso, zucchero e tè.
Da metà mese la rottura della quarantena è avvenuta contemporaneamente anche nelle piazze e i libanesi sono tornati a manifestare in quella che è stata soprannominata la “Rivoluzione della Fame”: sono stati numerosi gli attacchi alle banche, il 27 aprile c’è stato un morto per mano dell’esercito e moltissime strade sono state chiuse per mano dei protestanti.

Anche in Siria la situazione è peggiorata con la pandemia di Covid-19. La lira siriana ha perso molto valore rispetto al dollaro, trascinando la popolazione di tutta la Siria nella povertà più estrema, per mancanza di cibo e medicine, sia nelle aree sotto il controllo del governo, sia nel nord del Paese.
A livello governativo, si sta creando un clima di destabilizzazione e conflitto tra Rami Makhlouf, l’uomo più ricco della Siria, nonché presidente delle più importanti imprese statali, e il cugino Bashar al Assad. In un video virale pubblicato sulle sue pagine social, Makhlouf usa un tono di sfida e parole decise mentre accusa l’apparato di sicurezza governativo di compiere una campagna di arresti nei confronti di impiegati di Syriatel, la sua compagnia di telefonia cellulare.
Nel frattempo, a fine aprile è iniziato in Germania, presso l’Alta Corte Regionale di Coblenza, un importante processo contro due alti funzionari del regime siriano, che dopo aver disertato sono scappati dal loro Paese chiedendo asilo in Germania. Ora, i due sono accusati di aver commesso crimini contro l’umanità nei primi mesi del conflitto siriano.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Le telefonate con cadenza fissa con gli abitanti del campo e i contatti diretti tra amici siriani e diversi volontari e volontarie hanno permesso al gruppo di Operazione Colomba di mantenere un contatto stretto con la vita dei profughi siriani in Libano, nonostante la distanza forzata di questo periodo.
In queste chiamate ai volontari è stato raccontato che alcuni degli abitanti dei campi sono riusciti ad andare qualche volta a lavorare nei campi nonostante il lockdown, per riuscire ad affrontare il rincaro dei beni di prima necessità.
Le volontarie hanno avuto un appuntamento telefonico con la responsabile del settore Protection dell’area Nord di UNHCR. Nel frattempo il gruppo continua a seguire a distanza le situazioni di alcuni amici in particolare difficoltà, come quella di un uomo che deve fare un’urgente operazione allo stomaco, o come il continuo bisogno di cure in clinica per Rabia, il bambino che abita in una tenda vicino a quella dei volontari e che da anni vive paralizzato nel campo profughi.
Inoltre i volontari hanno partecipato con gli attivisti siriani in Italia a un incontro online con un gruppo di attivisti siriani che operano nel nord e in altre aree del paese.
Durante una telefonata con Abu M., abitante del campo dove viviamo, è stato lui a dirci queste parole:
"Noi vogliamo che torni tutto alla normalità, ma non vogliamo tornare indietro di uno o due mesi. Vorremmo tornare alla nostra vita normale nelle nostre case, senza guerra e senza violenze".
I volontari hanno dedicato anche tempo per riflettere insieme sulle accoglienze delle famiglie siriane in Italia e su come andare avanti con l’impegno dei Corridoi Umanitari.

La Proposta di Pace per la Siria

Nel mese di aprile i volontari hanno scritto e pubblicato il terzo report sulle violazioni dei diritti umani e sulle conseguenze del Covid-19 nei campi profughi in Libano. Il report ha ricevuto una notevole attenzione da parte di molti giornali italiani.

Nel frattempo, è continuato l’impegno nel sostenere la rete di attivisti siriani in Europa, Turchia e Libano.

Un altro appuntamento importante è stato il secondo incontro della Piattaforma Nonviolenta, una rete di attivisti colombiani, cileni, palestinesi e siriani, supportata dai volontari di Operazione Colomba, che ha come scopo la condivisione di strategie nonviolente di lotta per la pace. In particolare, l’esempio della Comunità di Pace di San José de Apartadò, in Colombia, continua a dare speranza e motivazione ai siriani della Proposta di Pace. Parallelamente, tra i volontari del progetto Libano e quelli della Comunità di Pace continua un aggiornamento e uno scambio continuo di strategie.

Dal mese di aprile, inoltre, il gruppo di volontari che lavorano alla Proposta di Pace è stato affiancato da due tirocinanti dell’Università di Padova, dal Centro dei Diritti Umani.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace