Maggio 2020

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
Mentre nel nord del Paese la tregua tra forze ribelli e governativi sembra tenere e nel mese di maggio sono stati effettuati 13 ronde miste russo turche per mantenere il cessate il fuoco, nel sud del Paese, in particolare a Darah, sono avvenuti scontri che hanno causato la morte di alcune persone e la situazione minaccia aggravamenti ulteriori. Tiene banco anche la questione interna alla famiglia del Presidente Assad di richiesta di pagamenti di tasse arretrate a Rami Maklouf, cugino del Presidente, l’uomo più ricco del Paese, a cui sono seguiti scontri tra sostenitori dei due. Si pensa che il regime tenti di ripulirsi l’immagine per affrontare la ricostruzione.
L’11 maggio Amnesty International ha riferito di aver documentato 18 attacchi contro scuole ed infrastrutture mediche nel periodo che va dal 5 maggio 2019 al 25 febbraio 2020, verificatisi presso Idlib, Hama e nell’Ovest di Aleppo. Tali azioni sono state condotte dalle forze del governo siriano, coadiuvate da Mosca, ed equivalgono a “crimini di guerra”, oltre a rappresentare una violazione del Diritto umanitario internazionale. Secondo quanto documentato nel rapporto, la maggior parte degli attacchi ha avuto luogo tra gennaio e febbraio 2020, nel corso dell’ultima offensiva condotta dall’esercito di Assad, volta a prendere il controllo dell’area di Idlib.

Maggio è stato il mese del Ramadan quest’anno, anche se è stato vissuto da libanesi e siriani in maniera diversa per alcune ragioni.
Per la festa dell’Eid el-Fitr il 24 maggio sono stati ufficialmente vietati assembramenti, anche se verso la metà del mese hanno potuto riaprire i luoghi di culto, seguendo alcune restrizioni. Inoltre è stata una festa diversa perché ad oggi la metà della popolazione in Libano fatica a comprare beni di prima necessità, e il primo ministro Hassan Diab ha dichiarato che il Libano è sull’orlo di “una crisi alimentare inimmaginabile”. Con la fine del Ramadan sono anche riprese le manifestazioni nelle piazze libanesi, con un sensibile aumento della violenza dato anche dalla disperazione della gente.
Il governo libanese ha preparato un piano di ripresa economica e finanziaria per un totale di 10 miliardi, del quale sta discutendo con il Fondo Monetario Internazionale, ed è uno dei Paesi con il più alto debito pubblico al mondo.
Lungo tutto il mese il covid-19 ha causato un’altalena di aperture e chiusure di attività commerciali e con strette e allargamenti sulla libertà di movimento e la durata dei coprifuochi nei diversi comuni. In particolare dal 14 al 17 maggio è stato imposto un nuovo lockdown totale della durata di 4 giorni. A fine mese secondo la World Health Organization i casi positivi erano circa 1200.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

L’atmosfera che ci viene raccontata dagli amici siriani nei campi profughi è di abbandono e mancanza di speranza. Il razzismo continua a opprimere molti siriani, come ad Arsal dove i libanesi impoveriti da questa crisi puntano il dito sui siriani come portatori del virus. Sono andati avanti gli arresti ai checkpoint nonostante la situazione di emergenza sanitaria e anche le donne vengono trattenute per ore ferme ai controlli. La lira libanese ha raggiunto il valore di 5000 per 1$ e questo ricade molto sulla capacità delle famiglie di sopravvivere con gli aiuti dell’UNHCR. Anche un bene di prima necessità come l’acqua potabile non è più scontato nel campo di Tel Abbas, dove si è scoperta un’infiltrazione nel pozzo che ha avvelenato la falda. I volontari e le volontarie continuano a seguire a distanza alcuni casi medici, tra cui quello di un amico che grazie all’aiuto di un gruppo di medici italiani è riuscito ad essere operato d’urgenza allo stomaco.

La Proposta di Pace per la Siria

Nel mese di maggio i volontari di Operazione Colomba e i siriani della Proposta di Pace hanno continuato a lavorare al video che uscirà il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
Inoltre, i volontari e le volontarie hanno continuato lo scambio di esperienze con la Comunità di Pace di San José de Apartadò, in Colombia, che rappresenta un esempio per i siriani e per i volontari e le volontarie che li supportano in questo cammino verso la creazione di una zona umanitaria in Siria.
Durante il mese di maggio, i volontari e le volontarie hanno inoltre partecipato alle attività della Settimana della Laudato Si, all'interno della quale hanno portato la voce dei profughi siriani e il loro appello.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace