Giugno 2020

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
A metà giugno si sono verificate alcune manifestazioni nella zona di Suwayda, nel sud della Siria, con slogan di protesta contro il Governo siriano molto simili a quelli del 2011, in parte causati anche dalle difficoltà economiche di questo periodo.
Nella regione di Idlib prosegue il cessate il fuoco aereo con alcuni attacchi sporadici, anche se i combattimenti via terra vanno avanti, mentre gli sfollati continuano a vivere nei campi informali lungo i confini con la Turchia: nel campo di Kafr Bani 3 persone hanno perso la vita in seguito ad un’alluvione che ha allagato più di 75 tende. In quest’area si fa sempre più forte e presente l’influenza turca, infatti da giugno la lira turca è diventata possibile moneta di scambio alternativa alla lira siriana.

Questo è in parte causato dal crollo della lira siriana, che ha raggiunto a fine mese il valore di 2450 lire siriane per 1$ (all’inizio del 2011 era 47 lire siriane per 1$), e ad oggi l’80% dei siriani in Siria vive in condizioni di povertà. L’iperinflazione in Siria è collegata all’entrata in vigore del Caesar Sanctions Act e alla fortissima crisi economica in Libano, Paese che finora era stato rifugio finanziario per molti siriani che vedono ora congelarsi i loro conti in banca nel Paese vicino.
In Libano la paura del Covid-19 non esiste praticamente più ed ogni giorno centinaia di persone si riversano nelle strade con blocchi stradali e manifestazioni di piazza per chiedere ancora in maniera dura ma pacifica la fine del governo e della corruzione, oltre che denunciare lo stato di povertà estremo che sta portando moltissimi libanesi, palestinesi e siriani alla concreta impossibilità di acquistare beni di prima necessità come il cibo. Spesso le manifestazioni sono sfociate in scontri violenti tra alcuni dimostranti e la polizia, causando alcuni feriti.
Il 14 e 15 giugno una grande folla ha bloccato per diverse ore dei camion che attraversavano il Paese con carichi di farina e aiuti alimentari del WFP diretti in Siria. La settimana successiva a Tripoli il prezzo insostenibile della farina, non abbastanza sovvenzionata dallo Stato, ha causato la chiusura di molte panetterie e di conseguenza delle lunghissime file davanti a quelle che sono riuscite a mantenere ancora l’apertura.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

L’aeroporto di Beirut è ancora chiuso agli stranieri non residenti, quindi le volontarie e i volontari hanno continuato a mantenere rapporti telematici con gli abitanti del campo e con altri amici e amiche nelle diverse zone del Paese. I racconti che arrivano ai/lle volontari/ie sono di molte persone che tra loro parlano di voler tornare in Siria ma nessuno ha avuto ancora il coraggio di farlo, perché nonostante lo scenario in Libano sia terribile, ciò che potrebbe aspettarli nel loro Paese fa ancora più paura. Le vite dei profughi siriani così come dei libanesi sono appese al filo dell’economia in crollo, i prezzi dei beni primari continuano a salire giorno dopo giorno: un chilo di tè adesso costa 85.000 lire, un chilo di carne 80.000 lire, e infatti il consumo di quest’ultimo alimento è ormai proibitivo. Molti negozi tardano molto ad aprire proprio per seguire il rapido calo del valore della lira rispetto al dollaro.
I volontari continuano a seguire le situazioni più fragili di alcune famiglie nei campi profughi. Nelle voci delle persone sentiamo una grande paura per ciò che accadrà e la fatica nello sperare qualcosa di migliore per il proprio futuro in un momento così duro.

La Proposta di Pace per la Siria

Nel mese di giugno, i volontari e le volontarie di Operazione Colomba e i portavoce siriani della Proposta di Pace hanno concentrato le energie per la realizzazione di una video animazione sulla Proposta di Pace dei Profughi Siriani, pubblicato il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato: GUARDA IL VIDEO – CLICCA QUI (3 min. - Sottotitoli in ITA).
Nel frattempo, ha avuto seguito in Germania il processo di Coblenza nei confronti di due ex-ufficiali siriani accusati di aver torturato centinaia di prigionieri in un carcere di Damasco, e il 21 giugno un medico siriano rifugiatosi in Germania è stato arrestato con lo stesso sospetto di accuse.
Inoltre questo mese sono state rese pubbliche alcune nuove migliaia di foto del file “Caesar”, con le quali molti siriani hanno riconosciuto i volti di familiari arrestati nel 2011 o 2012 e mai più rivisti. Anche alcune persone amiche dei volontari hanno riconosciuto tra le fotografie i volti dei loro parenti, dopo anni passati ad aspettare notizie dalle carceri.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace