Ottobre 2020

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
La situazione in Siria appare instabile dal punto di vista della sicurezza, della povertà e della crescita dei contagi da Covid-19.
Il 6 ottobre un’autobomba è esplosa ad Al Bab, città sotto controllo turco nel nord-ovest della Siria. L’attacco, nei pressi di una stazione dei bus, ha provocato la morte di 19 persone e sono più di 75 i feriti. L’esplosione non è stata rivendicata dall’ISIS né dalle Unità di Protezione Popolare curda (YPG) ed è stata una delle più notevoli in un contesto continuo di piccole esplosioni nella città e zone limitrofe.
A metà del mese (il 14 ottobre) l'aviazione russa ha bombardato la regione di Idlib (Jisr al-Shughour), esattamente qualche ora dopo che la Russia era stata ammessa nel Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU. Il 26 ottobre, sempre per mano di questa aviazione, si è verificato un attacco aereo che ha causato il numero più elevato di morti dall’inizio del cessate il fuoco di marzo.

I bombardamenti di questi anni hanno particolarmente indebolito le strutture sanitarie, molti amici siriani in Libano ci hanno detto di avere parenti in Siria malati di Covid-19 e che hanno preferito rimanere a casa perché “chi entra in ospedale va verso la morte”.
Alcuni medici, che operano nelle aree governative, riportano di segrete sepolture di massa di morti negli ospedali statali (fonte NewArab). Il 12 ottobre il governo di opposizione siriano ha lanciato l’allarme Covid-19 in tutta l’area di Al Bab, riconoscendo che nell’area di idlib il virus si sta diffondendo particolarmente, soprattutto tra personale medico e sanitario. Sono stati contati dall’inizio della pandemia 5.075 contagi e 42 morti.
Alcuni profughi siriani in Libano hanno tentato di rientrare nelle proprie città, ma la maggior parte di questi è tornata sui propri passi perché la situazione economica e di sicurezza in Patria è risultata per loro inaffrontabile.
Il Libano, nel mese di ottobre, ha assistito a due importanti avvenimenti. Il 17 si è celebrato il primo anniversario dall’inizio delle proteste, che chiedevano la fine della corruzione e il cambiamento della classe politica. A Beirut, è stata organizzata una marcia pacifica con migliaia di persone.
Chi ha partecipato alle manifestazioni durante quest’anno, ha visto le sue speranze ancora una volta tradite dalla rinomina di Saad Hariri a Primo Ministro. Dopo settimane di consultazioni, il 22 ottobre, Hariri è stato nominato per la quarta volta con 65 voti favorevoli, sui 120 membri del Parlamento.
Il Paese dei Cedri nel mese di ottobre ha dovuto fare i conti con la fuga di benzina, gas e altre risorse di prima necessità, come farina e zucchero, verso la Siria, dove i prezzi di questi beni sono alle stelle a causa della crisi economica che sta colpendo il Paese.
La crisi economica che da molti mesi colpisce anche il Libano ha portato il ministro della Sanità Hamad Hassan a dire che la quantità di medicinali presenti nel Paese potrà durare fino alla fine dell’anno. Molti farmacisti e medici hanno scioperato perché non riescono più a garantire le cure ai pazienti. Nel frattempo anche molti insegnanti hanno scioperato nei turni di scuola del pomeriggio destinati ai bambini siriani, non avendo ancora percepito lo stipendio dello scorso anno.
Verso la fine di ottobre, inoltre, gli Stati Uniti hanno emanato sanzioni su Hezbollah, che hanno colpito in particolare due generali del Partito, riconosciuto da molti Stati come gruppo terroristico.
Infine, il 28 ottobre il Presidente libanese Michel Aoun ha incontrato una delegazione russa durante un incontro al Palazzo Presidenziale di Baabda, durante la quale Aoun ha affermato di volere ‘’una soluzione rapida per il ritorno dei rifugiati in Siria’’. I delegati del governo russo hanno annunciato, durante la riunione, che l’11 e 12 novembre si terrà a Damasco una Conferenza sui rifugiati siriani, in cui si parlerà anche di ritorni verso la Siria. La conferenza si terrà sotto l’egida della Russia, che ha sostenuto il governo di Assad in tutti questi anni di guerra.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Nel mese di ottobre i volontari e le volontarie hanno passato la maggior parte del tempo nei campi profughi, continuando a visitare persone e famiglie che non vedevano da molti mesi.
Gli amici che i volontari conoscono da tempo hanno spesso raccontato di essere senza più speranza, di non avere più una Patria né un futuro a cui aspirare da regalare ai propri figli.
Inoltre i volontari temono che con l’arrivo dell’inverno e delle piogge, la situazione precaria in cui vivono i rifugiati siriani diventerà ancora più grave.
Ad ottobre il clima è rimasto ancora molto caldo e per questo motivo non si sono fermate le partenze per mare dalle coste libanesi. I volontari hanno incontrato due ragazzi siriani che hanno entrambi provato a raggiungere Cipro, i quali però sono stati rimpatriati senza mai riuscire a raggiungere l’isola.
I volontari e le volontarie, durante il mese di ottobre, hanno portato avanti le relazioni con le istituzioni ecclesiali libanesi, ma anche con la società civile libanese, constatando che, tra i giovani impegnati in un cambiamento politico e sociale del Paese, ora regna molta delusione.

La Proposta di Pace per la Siria

Nel mese di ottobre i volontari hanno continuato a raccogliere storie e informazioni sulle violazioni a cui siriani e libanesi sono sottoposti, con il fine di pubblicare a metà novembre il quarto Report sulle Violazioni dei Diritti Umani dei Siriani in Libano. Dopo più di 9 anni di guerra, i siriani in Libano continuano a vivere senza una prospettiva di futuro e una possibilità concreta di tornare a casa: per questo la Proposta di Pace è ancora l’unica soluzione concreta che assicuri un ritorno dignitoso e sicuro.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace