Novembre 2020

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO
A Damasco il 12 novembre si è tenuta una Conferenza supportata dalla Russia, organizzata per discutere del ritorno dei profughi siriani in Patria.
Hanno partecipato rappresentanti di Libano, Iraq, Iran, Venezuela e Cina, mentre rappresentanti ONU sono stati presenti nel ruolo “passivo” di osservatori. L’Unione Europea ha dichiarato di non voler prendere parte alla conferenza affermando che non si può ancora parlare di condizioni sicure di ritorno in Siria.
Nella provincia di Idlib il 17 novembre, a causa del Covid-19 ha perso la vita il Dr. Abdulmunem Gorani, il quarto medico morto a causa del virus nella regione nord-ovest dall’inizio della pandemia, dove ad oggi si registrano oltre 6mila casi confermati positivi e 42 morti.
A metà novembre, circa 500 persone hanno lasciato il campo profughi Al Hol, nel nord est della Siria, verso le campagne orientali di Deir Ezzor, loro principale area di provenienza, in conseguenza al via libera deciso dalle autorità curde lo scorso mese.

Nel frattempo in Libano, nel mese di novembre si è alzata la tensione tra libanesi e siriani. Giovedì 5 un rifugiato siriano si è dato fuoco davanti al quartier generale dell’ONU a Beirut: alcune agenzie di stampa hanno riportato che l’uomo non riusciva a pagare delle cure per sua figlia.
Il 21 novembre, circa 70 detenuti sono evasi in massa dal carcere di Baabda. Le forze di sicurezza libanesi, nei giorni seguenti, hanno arrestato circa la metà dei detenuti che erano scappati, mentre cinque di loro sono morti durante la fuga. La prigione di Baabda, come altre carceri libanesi, vede un sovraffollamento all’interno delle celle, cosa che ha favorito il proliferare della pandemia tra i detenuti.
Il 24 novembre, nella città di Bsharre, gli abitanti hanno chiesto alle autorità comunali di cacciare i profughi siriani dal villaggio e hanno appiccato il fuoco in alcune case in cui risiedevano famiglie siriane. A far scoppiare il caso è stato l’omicidio di un libanese per mano di un profugo siriano in seguito ad una lite personale. Il sindaco di Bsharre ha rilasciato una dichiarazione in cui ha chiesto a tutti i siriani senza permesso di soggiorno di lasciare immediatamente la città, e circa 1400 siriani sono scappati per paura di ulteriori rappresaglie. Questo episodio di razzismo ha preso le forme di una ‘’punizione collettiva”, come ha dichiarato un portavoce dell’UNHCR.
I volontari di Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII, hanno scritto un comunicato stampa per denunciare l’accaduto.
Nel mese di novembre i medicinali di sei case farmaceutiche su dieci sono diventati irreperibili. Mentre la banca centrale libanese è sempre più in difficoltà nel mantenere i sussidi su alcuni beni primari, farmaci compresi, i sindacati dei farmacisti denunciano che entro la fine dell’anno anche molti medicinali di base non saranno più reperibili in Libano.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

A Novembre i volontari e le volontarie di Operazione Colomba sono tornati in Italia dopo tre mesi di presenza. Dall’Italia hanno seguito alcune situazioni urgenti sostenendo delle famiglie in difficoltà. Inoltre hanno supportato Sheikh Abdo nel risolvere un conflitto sorto nella sua scuola (per bambini dei campi profughi in Libano) dove in 200 hanno rischiato di non poter frequentare le lezioni quest’anno.
I volontari si stanno anche preparando per tornare in Libano ad anno nuovo.

La Proposta di Pace per la Siria

Nel mese di novembre i volontari e le volontarie di Operazione Colomba hanno presentato il 4° Report sulle violazioni dei Diritti Umani in Libano, con una conferenza online dal titolo “A che punto è la notte?”. Durante il webinar, a cui si sono collegate più di 300 persone, i volontari e altri relatori hanno portato l’attenzione sugli abusi e le violenze che subiscono i siriani e i libanesi in questo momento, con un focus anche sulla crisi economica che attanaglia il Libano da più di un anno.
Il 30 novembre, a Ginevra, sono ricominciati i colloqui inter-siriani mediati dall’ONU per la modifica della Costituzione del Paese. L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha presieduto l’incontro del comitato costituzionale siriano, durato quattro giorni, composto da diverse delegazioni: una governativa e una delle opposizioni, ciascuna delle quali è divisa in una componente politica e in una della società civile.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace