Gennaio 2021

SITUAZIONE ATTUALE

SIRIA - LIBANO 

Siria: Le Forze democratiche siriane, coalizione a guida curda che di fatto controlla il nord-est della Siria, ha disposto il rilascio di circa 400 famiglie di ex miliziani, di nazionalità siriana, dell’autoproclamato Stato Islamico (Daesh) dal campo di prigionia di Al Hol, e il loro ritorno nella città di Raqqa, città che per lungo tempo è stata la principale roccaforte di Daesh in Siria.
Il rilascio, riferisce Fides, è stato giustificato come misura volta a diminuire il sovraffollamento del campo, dove le condizioni di vita sono sempre più intollerabili e continuano a registrarsi gravi episodi di violenza. Le famiglie rilasciate dal Campo di Al Hol sono composte in gran parte dalle vedove e dai figli di jihadisti rimasti uccisi durante il lungo conflitto che da anni sta devastando la Siria.
Il maltempo e il freddo hanno reso ancora più difficili le condizioni di chi vive nei campi profughi del nord della Siria: Tende distrutte nel bel mezzo dell'inverno.
È questo il bilancio contenuto in una nota dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), in cui si afferma che almeno 196 campi di sfollati interni a Idlib e Aleppo hanno subito danni, con molte strade che portano ai campi interrotte per le forti piogge.

Almeno 67.600 tende sono state colpite, più di 3.760 distrutte e oltre 7.720 danneggiate: "Migliaia di persone sono state trasferite temporaneamente, molte delle quali hanno bisogno di un riparo, cibo e supporto per prodotti non alimentari immediatamente e a lungo termine". "La pioggia e le basse temperature fanno inoltre emergere la continua necessità di carburante e riscaldamento, vestiti invernali, coperte, cibo, mezzi di sussistenza e acqua, servizi igienici e prodotti per l'igiene", ha detto Mark Cutts, vice coordinatore regionale dell'OCHA.

Libano: il nuovo anno è cominciato con un vertiginoso aumento dei casi di Covid-19. Nel periodo delle feste natalizie, infatti, il governo non ha adottato nessuna restrizione per limitare la diffusione del virus. A metà gennaio si è raggiunto il record dei contagiati giornalieri e, sfortunatamente, anche dei morti. Il governo è stato dunque costretto a prendere misure restrittive, imponendo un nuovo lockdown totale in tutto il Paese, che ha avuto inizio il 14 gennaio ed è stato prolungato almeno fino all’8 febbraio.
Questo lockdown ha imposto al Paese un coprifuoco 24 ore su 24, attività commerciali e istituzionali ridotte al minimo e la possibilità di uscire solo per bisogni strettamente necessari. Gli ospedali hanno raggiunto quasi il 100% della loro capienza nella zona di Beirut, e il 90% nel resto del Paese. A causa della crisi economica e sanitaria, i medicinali si sono fatti sempre più rari.
Inoltre, è continuato il contrabbando di materie prime al confine con la Siria. Le forze di sicurezza libanesi, a metà gennaio, hanno sequestrato quattro autocisterne che trasportavano gasolio a Majdal Anjar, località frontaliera della valle della Bekaa.
Nella seconda metà del mese di gennaio si sono scatenate a Tripoli importanti proteste che hanno coinvolto centinaia di manifestanti. Le persone sono scese in piazza per denunciare l’assenza di qualsiasi aiuto economico nonostante la chiusura totale, che si somma alle condizioni già difficili dovute alla crisi economica. Tra il 26 e il 28 gennaio i feriti durante le manifestazioni sono stati quasi 300: alcuni manifestanti hanno lanciato bombe a mano e l’esercito ha risposto con idranti, fumogeni e proiettili veri. Nella notte tra il 28 e il 29 gennaio i manifestanti hanno dato fuoco alla sede del Comune di Tripoli. Alla fine del mese di gennaio, il bilancio è di più di 400 feriti e due morti durante gli scontri tra manifestanti e polizia.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Dall’Italia, i volontari e le volontarie hanno continuato a raccogliere informazioni sulla situazione della pandemia, ma anche e soprattutto sulle violazioni dei Diritti Umani. Nonostante il nuovo lockdown sono molti gli amici siriani che ci raccontano di una vita che è costretta ad andare avanti nelle esigenze quotidiane, dato che i costi dei beni di prima necessità stanno ancora aumentando. Le scuole restano chiuse e in alcuni campi vige la regola di una vera quarantena di chiusura totale dal mondo esterno, in altri si circola liberamente.

La Proposta di Pace per la Siria

Nel mese di gennaio i volontari e le volontarie di Operazione Colomba hanno incontrato, in una riunione online, un gruppo di giovani siriani e greci che fanno parte di un forum che promuove i Diritti dei rifugiati in Grecia.
Inoltre, hanno incontrato per la seconda volta in via telematica un avvocato siriano che ha partecipato alla costruzione del Processo di Coblenza contro due carcerieri del regime di Assad.

Maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace