Luglio 2021

Situazione attuale

SIRIA

Solo nelle ultime due settimane è stato accertato che almeno 10 bambini sono stati uccisi in Siria, nel nord ovest del Paese, cita una fonte UNICEF.
È il segnale terrificante che la violenza
sta tornando forte in Siria.
Per alcuni giorni
attacchi di artiglieria e aerei hanno colpito le aree civili nelle zone del cessate il fuoco, nelle periferie di Idlib e Aleppo. Gli attacchi, che recentemente si sono intensificati, hanno raggiunto il picco solo pochi giorni prima della celebrazione dell’Eid al-Adha, la festa del sacrificio.
Violenti scontri tra forze governative siriane e gruppi antigovernativi sono in corso da giorni nei pressi della città di Daraa al-Balad, nella provincia meridionale di Daraa, ritenuta una roccaforte dell’opposizione a Bashar al-Assad. Secondo fonti locali si tratta degli scontri più pesanti da quando la provincia meridionale, a maggioranza sunnita, al confine con la Giordania, è passata sotto il controllo del governo. Il quotidiano filogovernativo Al-Watan riferisce “l'inizio di un’operazione militare contro i covi di terroristi che hanno violato l’accordo di riconciliazione”.

In base all’accordo, mediato da Mosca, molti ex combattenti ribelli, anziché essere evacuati, sono rimasti a Daraa al-Balad, un distretto meridionale della città di Daraa, tra le aree controllate dalle ex forze di opposizione. Secondo il britannico The Guardian nella giornata di mercoledì, la città è stata oggetto di pesanti bombardamenti e un’offensiva di terra a cui hanno preso parte reparti dell’esercito e milizie filoiraniane. Fonti sul terreno parlano di un bilancio di 28 morti tra cui 11 civili e diversi bambini, e riferiscono di un negoziato in corso per il raggiungimento di un cessate-il-fuoco.

LIBANO

Le notizie che ci riportano i vicini libanesi descrivono una sofferenza crescente delle famiglie. L’energia elettrica è qualche ora al giorno, il che significa che internet e i frigoriferi funzionano solo sporadicamente. La benzina è difficile da trovare e più costosa ogni settimana che passa. Il prezzo del cibo aumenta costantemente mentre il valore della lira diminuisce. Le medicine, essenziali per i neonati o gli anziani, sono introvabili. Anche quando è possibile prelevare contanti, il tasso di cambio fissato dalla Banca centrale fa sì che chi ha versato del denaro ottiene in realtà circa il venti per cento del valore del suo deposito originario. Quelli che possono emigrare lo fanno il più velocemente possibile, ma la maggior parte non può. Il risultato sono milioni di libanesi e profughi siriani arrabbiati, frustrati, impauriti e impotenti.
Nel mese di luglio, l’instabilità del Paese è ulteriormente peggiorata. Tra le cause vi è certamente l’incertezza politica.
Hariri, il precedente Primo Ministro, incaricato di formare il governo non è riuscito in tale compito. Ciò ha innanzitutto generato una forte oscillazione monetaria della lira rispetto al dollaro (1$ per 23000 LL) tanto che molti negozi sono rimasti chiusi perché troppo svantaggioso vendere.
Nelle ultime settimane il nuovo Primo Ministro Mikati sta provando, con difficoltà, a creare un nuovo governo. A seguito della sua nomina si sono registrate molte tensioni e proteste, soprattutto nell’area di Tripoli. Non si tratta infatti di un nuovo volto, Mikati era già stato Primo Ministro e alle spalle ha varie accuse di corruzione.
La sempre maggior difficoltà a reperire benzina e gasolio genera un blocco degli spostamenti tra una città e l’altra e l’impossibilità di funzionamento dei generatori privati che producono elettricità.
Le persone che incontriamo ci riferiscono che in alcuni quartieri, soprattutto della capitale, l’elettricità è presente solo per poche ore al giorno. Da qui anche la difficoltà a ricaricare le cisterne d’acqua.
Molti libanesi ci hanno confidato la volontà di partire e lasciare il Paese.
Sembra che la richiesta di passaporti stia aumentando notevolmente e questo è un chiaro segnale della deriva verso la quale il Paese è diretto.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

I volontari continuano a trascorrere alcune notti a settimana nel campo profughi. Grazie a questa presenza i volontari sono in continuo contatto con le famiglie e con le sempre maggiori richieste di aiuto, specialmente in ambito medico.
L’attuale emergenza che il Libano sta vivendo si ripercuote nella relazione tra libanesi e siriani, soprattutto a causa della propaganda che è stata portata avanti negli ultimi anni.
A.S., padre di una famiglia siriana, ha raccontato di avere ricevuto delle minacce da parte di alcuni membri di una famiglia libanese per la quale lavorava senza essere pagato. La stessa ha anche ucciso un signore siriano che come A.S. lavorava per loro. Ora teme per sé e per la sua famiglia. I due membri di questa famiglia libanese, coinvolti nell’omicidio, sono adesso in prigione.
Nessuno può immaginare come uscire da questo vortice di crisi, giorno dopo giorno proviamo a stare vicino a queste persone, in particolare ai più indifesi.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua sul lato della Proposta di Pace il lavoro di contatto con docenti e ricercatori che stanno studiando esperienze precedenti di creazione di Zone Umanitarie.

Maggiori info: www.operazionecolomba.it/noisiriani/