Ottobre 2021

Situazione attuale

SIRIA

Il 5 ottobre l'Interpol ha reintegrato la Siria nella sua rete di scambio di informazioni, revocando le restrizioni imposte al regime del presidente Bashar al-Assad nel 2012. È stato specificato che i singoli uffici nazionali dell'Interpol hanno ancora il potere di decidere con quali altri Paesi condividere le informazioni, e che la Siria non ha il potere di emettere mandati d'arresto internazionali "Red Notice", ma può richiedere al segretariato generale dell'Interpol di farlo.
La Siria continua a lavorare per migliorare la cooperazione con i Paesi vicini: l'8 ottobre il ministro degli Esteri Iraniano si è recato a Damasco e nella prima settimana di settembre anche il ministro dell'Economia degli Emirati Arabi Uniti ha incontrato la sua controparte siriana.
Contro questa tendenza gli Stati Uniti dichiarano di non voler sostenere alcuno sforzo per normalizzare i legami con il presidente siriano Bashar al-Assad o riabilitarlo fino a quando non ci saranno progressi irreversibili verso una soluzione politica in Siria.
Il 22 ottobre si è tenuto il sesto round dei colloqui tra il governo siriano, l'opposizione politica e i gruppi della società civile sulle riforme costituzionali, che però non ha compiuto alcun progresso significativo.
Il 7 ottobre Germania e Danimarca hanno rimpatriato 37 bambini e 11 donne.

Il 20 ottobre HRW ha pubblicato un report "Our Lives Are Like Death” in cui ha documentato omicidi extragiudiziali, torture, rapimenti e violenze sessuali perpetrate contro i rifugiati siriani rimpatriati, molti dei quali avevano ottenuto il nulla osta di sicurezza dal governo prima di tornare. Il governo siriano e la Russia hanno sollecitato il ritorno dei profughi nelle aree controllate dal governo.
Alla fine del 2020 Damasco aveva ospitato una conferenza sul rimpatrio dei rifugiati, alla quale hanno partecipato Libano e Giordania. La Siria non è un Paese sicuro. I rifugiati siriani che sono tornati volontariamente in Siria tra il 2017 e il 2021 dal Libano e dalla Giordania hanno subito gravi violazioni dei Diritti Umani e persecuzioni per mano del governo siriano e delle milizie affiliate, tra cui torture, esecuzioni extragiudiziali e rapimenti.
Di nuovo viene quindi chiesta l'interruzione di tutti i rimpatri dei siriani e i Paesi che ospitano i rifugiati vengono sollecitati a prendere questa posizione.
Oltre alla questione della sicurezza, il Paese continua ad essere devastato dalla guerra, dalla gravissima crisi economica e dal Covid-19: l'ONU stima che 13 milioni di siriani in tutto il Paese abbiano bisogno di aiuti umanitari, mentre centinaia di migliaia nel nord del Paese sono afflitti da una crisi idrica paralizzante.

LIBANO

Il mese di ottobre è iniziato con un blackout totale di due delle centrali elettriche più importanti del Paese, quella di Zahrani e quella di Deir Ammar. La situazione è stata risolta dall'esercito che ha fornito il gasolio necessario a farle ripartire. A causa del razionamento dell'energia elettrica, il Paese intero si trova in una situazione in cui l'elettricità è presente poche ore al giorno e il problema coinvolge tutti, dai privati, alle aziende, dal pubblico, agli ospedali. Inoltre, se da una parte la benzina è di nuovo disponibile e si trova senza grandi difficoltà nelle stazioni di rifornimento, dall'altra il prezzo rimane molto alto, intorno alle 15,135.00 LBP per litro, in continua crescita rispetto a luglio. Anche i i prezzi delle merci e dei beni di consumo sono in continuo aumento. L'ONU afferma che più della metà della popolazione (circa l'80%) vive sotto la soglia di povertà e che un terzo dei minori va a letto senza cibo, dati che a fine mese sono in crescita. La situazione dei rifugiati in tutto il Libano è drammatica e il supporto fornito dalla comunità internazionale è insufficiente, ha detto l'alto commissario dell'ONU ai rifugiati Filippo Grandi in visita a un campo profughi a Zahle in Bekaa.
Il 14 ottobre Amal e Hezbollah hanno organizzato manifestazioni a Beirut di protesta contro il giudice Bitar, responsabile dell'inchiesta per l'esplosione del porto di Beirut del 4 ottobre 2020, che ha messo sotto accusa esponenti dei due partiti sciiti. Le manifestazioni si sono trasformate in scontri a fuoco con cecchini sui tetti, granate e raffiche di mitragliatrice. La guerriglia urbana ha causato 7 morti e decine di feriti ed ne è conseguito uno scontro politico con dimostrazioni di forza. Le tensioni confessionali tra cristiani maroniti e sciiti sono in continuo aumento.
In Akkar, a conseguenza della crisi che interessa la zona, si verificano frequentemente liti tra privati (sia tra libanesi che libanesi e siriani) e scontri anche armati, che a volte si concludono con morti e feriti e richiedono l'intervento delle forze armate per ristabilire la calma
Il mese si è concluso con un escalation di tensioni anche tra il Libano e i Paesi del Golfo, guidati dall'Arabia Saudita. In seguito a un commento da parte del ministro dell'informazione libanese sull'intervento militare saudita in Yemen, l'Arabia Saudita ha sospeso il commercio proveniente dal Libano, ha richiamato i suoi ambasciatori e ha intimato a quelli libanesi nel Paese di andarsene.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Per i volontari di Operazione Colomba sul campo, il mese di ottobre è stato ricco di cambiamenti ed esperienze importanti.
Nell'arco di queste settimane il progetto è stato arricchito dal passaggio di tanti volontari, alcuni alla loro prima esperienza, altri venuti dall'Italia per dare un supporto in alcuni ambiti particolari, come la Proposta di Pace o i Corridoi Umanitari.
La presenza al campo è tornata alla normalità e la compresenza di tanti ha dato la possibilità al gruppo di spendersi in diversi ambiti. I volontari hanno continuato a coltivare relazioni con il vicinato e con famiglie amiche trascorrendo con loro momenti di quotidianità. Verso la metà del mese i volontari hanno trascorso alcuni giorni ad Arsal e nella zona della Beqaa dove hanno coltivato i vecchi rapporti e stretto nuove conoscenze, e hanno cercato di capire come, anche in quelle zone, si stesse affrontando questo periodo difficile.
Stanno anche continuando i lavori di miglioramento della tenda (il posizionamento di un telone impermeabile sul tetto, la costruzione di un muretto interno per evitare l'entrata della pioggia) per essere resa abitabile in vista dell'inverno freddo e con poche possibilità di utilizzare la stufa a gas a causa della crisi economica.
 Nel dialogo con le persone è emersa spesso la preoccupazione per i mesi a venire, in vista dell'inverno e con la attuale mancanza di risorse.
Infine, dopo un lungo periodo di attesa dovuto al Covid, sono finalmente ripresi gli accompagnamenti in Ambasciata in vista della riapertura ormai prossima dei Corridoi Umanitari.

La Proposta di Pace per la Siria

Maggiori info: www.operazionecolomba.it/noisiriani/