Dicembre 2021

Situazione attuale

SIRIA

Nel governatorato nord-occidentale di Idlib sono continuati i raid aerei da parte di Damasco e di Mosca.
Sabato 11 dicembre 15 vittime sono state portate d'urgenza in un ospedale co-gestito da Medici Senza Frontiere (MSF).
Il mese di dicembre ha registrato numerosi attacchi aerei sulla Siria da parte di Israele, ultimo quello sul porto di Latakia, dove sono stati colpiti numerosi container causando ingenti danni.
Da un punto di vista politico si sono intensificate le relazioni diplomatiche tra mondo arabo e il governo di Bashar Assad. A fine dicembre infatti il Bahrein ha nominato il suo ambasciatore a Damasco.
La crisi economica costringe poi numerosissimi siriani a lasciare il Paese.
Secondo il Programma Alimentare Mondiale (WFP) il 90% dei siriani vive sotto la soglia di povertà e circa 12,4 milioni di persone, quasi il 60% della popolazione siriana, sono ora considerate in una situazione di insicurezza alimentare, con un aumento del 57% dal 2019.

LIBANO

Con l'acuirsi della crisi economica senza precedenti che investe il Paese, Beirut è diventata una città assai più pericolosa del passato. Nei primi dieci mesi del 2021 i furti nelle abitazioni sono aumentati del 266% rispetto allo stesso periodo del 2019, gli omicidi sono cresciuti del 101%, mentre i furti di auto sono saliti del 212%. Circa 200mila libanesi sono fuggiti dal loro Paese al collasso economico negli ultimi due anni.
Alla crisi emigratoria si affianca la permanente questione dei rifugiati siriani nel Paese. A questo proposito, il Presidente della Repubblica Michel Aoun, parlando con il rappresentante ONU per la Siria, ha ribadito la necessità di rimpatriare i rifugiati siriani.
Per quanto riguarda invece il fermo dei passaggi irregolari dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia, non rimane che il calvario delle centinaia di persone rimaste bloccate in una zona grigia dove non possono né andare in Europa né tornare in Libano.

Il mese di dicembre ha inoltre visto una nuova escalation delle tensioni interne alla diaspora palestinese in Libano. Nel campo profughi palestinese di Burj al Shamali, un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco su un corteo funebre il 12 dicembre. Migliaia di persone stavano partecipando ai funerali di Hamza Shaheen, un militante del movimento islamico Hamas, morto giorni prima in un’esplosione. Per il movimento islamico a sparare sono stati uomini del partito rivale Fatah, il quale ha invece negato e condannato l'evento.
All'inizio del mese di dicembre, il Ministro degli Esteri libanese si è recato in visita a Roma per partecipare ai "Med Dialogues", co-organizzati dall'ISPI e dalla Farnesina a Roma.
Nel corso del suo intervento, il Ministro ha inoltre chiarito che i negoziati con il Fondo Monetario Internazionale non sono ancora stati avviati, perché a suo dire, ci sono ancora molte questioni da definire, legate alla politica monetaria (nel Paese esistono ad oggi tre tassi di cambio tra USD e lira libanese), alla ristrutturazione delle banche commerciali e alla riorganizzazione del settore bancario. Riguardo all'emergenza Covid-19, già a metà del mese in Libano l'80% dei posti letto ospedalieri dedicati ai pazienti Covid erano occupati, secondo quanto riportato dal Presidente della Commissione Salute del parlamento libanese, Assem Araji.
Secondo un'analisi firmata dalla studiosa Lina Katib per ISPI, il 2021 è stato uno degli anni più difficili per il Libano negli ultimi decenni. Il Paese è sprofondato ulteriormente nella crisi finanziaria che ha provocato l'aumento vertiginoso del numero di persone considerate sotto la soglia di povertà, oggi circa l'85%. Il crollo della moneta locale libanese, che ha perso più del 94% del suo valore dall'autunno del 2019, è dovuto a un insieme di cause, prima fra tutte il fallimento del sistema bancario libanese, considerato per decenni tra i più sicuri e stabili di tutto il mondo. Il panorama politico libanese è più frammentato che mai e dominato da un solo partito, Hezbollah, che sta beneficiando degli sviluppi della crisi finanziaria e di alcuni degli eventi internazionali da cui il Paese è interessato, come la sua crisi con le monarchie sunnite del Golfo. Per il partito sciita, questo consente di continuare a esercitare pressioni per un maggiore avvicinamento del Libano all'Iran come alternativa. (Leggi l’approfondimento QUI).

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Le attività che hanno impegnato i volontari sul campo durante il mese di dicembre sono state ricche di nuove esperienze e incontri e cariche di emozioni. Il mese è iniziato con i viaggi esplorativi nella Valle della Beqaa: facendo base nel paese di Bar Elias, i volontari hanno speso due settimane visitando nuovi campi profughi, entrando a contatto con vulnerabilità diverse da quelle a cui si è abituati in Akkar, ampliando la rete di conoscenze e legami con i siriani fuggiti in quest'area del Libano. Di fondamentale importanza sono state le condivisioni con ricercatori, istituzioni e attivisti che operano nella zona, che hanno aiutato i volontari a comprendere meglio le situazioni problematiche dei campi: lavoro minorile e sottopagato, sfratti dei proprietari dei campi, mancanza di corrente statale e impossibilità di accesso all'istruzione. La realtà di questa zona è parzialmente diversa da quella del nord; vede, infatti, più offerta di lavoro nei campi, nelle montagne e altri tipi di lavori fisici che svolgono i siriani. D'altro canto, il controllo da parte dello Stato delle presenze nei campi profughi è più stretto e rende insicuri tutti coloro che temono ritorsioni dal regime siriano per essere fuggiti dalla guerra. Molte sono state le testimonianze raccontate ai volontari e nuovi viaggi in Beqaa si progettano per approfondire.

In vista delle feste natalizie, il gruppo è tornato in Akkar, dove molte persone hanno manifestato la loro preoccupazione per l'aumento di furti e altri reati connessi alla crescente povertà generalizzata e alle faide locali.

Tuttavia, il rientro al campo di Tel Abbas è stato anche e soprattutto un momento di gioia sia per chi aspettava il ritorno di Operazione Colomba, nella sua tenda tra le tende, sia per gli stessi volontari che si sono cimentati nei preparativi del Natale! Il giorno di Natale è trascorso festoso, in un clima familiare e sereno, di sorpresa e gratitudine. Tra canti per i bambini e balli improvvisati dalle ragazze del campo, le quotidiane preoccupazioni hanno lasciato il posto solo a tanta spensieratezza. I bambini, che più di tutti attendevano l'arrivo di Papa Noel, sono rimasti felicissimi del pensiero ricevuto da Operazione Colomba: grazie a una donazione arrivata dall'Italia, è stato possibile regalare a tutti loro tanti giocattoli e per le loro famiglie dei pacchi alimentari. Ma nondimeno i volontari hanno ricevuto in dono qualcosa di speciale: una piccola luce che dalle fessure di una tenda illumina forte fuori e arriva anche a chi è lontano.

La Proposta di Pace per la Siria

Maggiori info: www.operazionecolomba.it/noisiriani/