Gennaio 2022

Situazione attuale

SIRIA

Nella seconda metà del mese si sono registrate diverse vittime tra i profughi sfollati nella regione settentrionale della Siria, particolarmente esposti alla forte ondata di maltempo che si è abbattuta come ogni anno sulla regione mediorientale. Diverse persone sono morte e altre sono in fin di vita per ipotermia nel nord-ovest della Siria e nella zona di Afrin, al confine con la Turchia, nonché nella regione a nord di Aleppo. Durante questo mese lo Stato Islamico è tornato al centro dell’attenzione dei media, con l’assalto alla prigione di Ghwayran nella città di Hassake nel nord-est della Siria, operato lo scorso 20 gennaio. Il carcere era considerato dall’Isis un obiettivo strategico, dal momento che nella prigione erano da anni detenuti molti suoi affiliati, tra cui minori, secondo alcune fonti. La prigione è stata ripresa dai combattenti curdo-arabi, con il sostegno dell’aviazione USA, una settimana dopo l’assalto. Secondo alcune fonti, nei primi otto giorni di combattimenti sono state uccise più di 332 persone, tra jihadisti, curdi e arabi anti-Isis, e civili.
Pochi giorni fa si è poi svolto un blitz delle forze speciali Usa, col fine di uccidere Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, giudicato direttamente responsabile del genocidio degli yazidi nel 2014. L’attacco avrebbe interessato il villaggio di Atmeh, vicino al confine con la Turchia, un'area costellata da campi profughi siriani. Numerose sarebbero le vittime anche tra i civili. Le identità dei jihadisti presi di mira dall’attacco non sono state comunicate prima di diverse ore dallo svolgimento dell’operazione.

Nel mese di gennaio si è poi verificato un evento importante per il processo di Coblenza. Anwar Raslan, ex colonnello dei servizi di intelligence siriani, è stato condannato all’ergastolo dalla Suprema Corte regionale di Coblenza in Germania per crimini contro l'umanità. Il processo è durato quasi due anni, con 108 udienze e oltre 80 testimoni, numerose vittime di tortura e parti civili di organizzazioni non governative. Secondo la corte di Coblenza, il condannato Anwar Raslan si è macchiato di crimini tra il 2011 e il 2012 durante lo svolgimento del suo incarico presso il famigerato dipartimento 251 di Damasco, una prigione dei servizi segreti siriani del regime di Bashar Al Assad, nota per l'efferatezza dei suoi trattamenti. Il 58enne è ritenuto responsabile della tortura di almeno 4000 persone.

LIBANO

Il mese di gennaio è iniziato con il crollo della lira libanese che ha raggiunto nella giornata del 4 gennaio un nuovo minimo storico toccando quota 30.000 rispetto al dollaro statunitense. A causa della grave crisi economica in cui versa il Paese, si continua a riscontrare l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità come il pane e il carburante, che è ormai diventato un bene di lusso per poter superare l'inverno e la tempesta Hiba che si è abbattuta sul Libano.
Considerando poi che il salario minimo continua ad ammontare a meno di 23 dollari mensili, cresce il malcontento generale. Ne sono state ulteriore testimonianze i “Giorni della Rabbia”, teatro di scontri e proteste in tutto il Paese tra 12 e il 13 gennaio. In previsione di questi scontri l’Associazione delle banche libanesi aveva raccomandato la chiusura delle banche e il Ministero dell’istruzione ha deciso la chiusura di scuole e università. Il 24 febbraio il governo libanese si è riunito, per la prima volta da ottobre 2021, per discutere dell’approvazione della legge di bilancio, sancendo la fine del boicottaggio dell’esecutivo da parte dei partiti sciiti Hezbollah e Amal. Lo stesso giorno il primo ministro Saad Hariri ha annunciato il suo ritiro dalla politica libanese rinunciando a concorrere per le prossime elezioni generali previste per la primavera di quest'anno. Secondo alcuni questa scelta è un tassello della strategia per boicottare Hezbollah e impedire che possa uscire vincitore alle urne in quanto la mancanza di Hariri dalla consultazione elettorale porterà probabilmente allo slittamento del voto.
I sostenitori dell'ex premier si sono riversati nelle vie delle principali città libanesi bloccando strade e piazze.
A livello di politica estera, nel quadro generale di superamento della crisi diplomatica con i Paesi del Golfo, gli Emirati Arabi hanno offerto il loro sostegno economico al fondo d'aiuto franco-saudita per la popolazione libanese. Una notizia meno incoraggiante arriva invece dalla visita della delegazione del Movimento Patriottico Libero all'ambasciata siriana a Beirut. Secondo alcuni analisti tale evento è dovuto alla ricerca da parte di Gebran Bassil del supporto del regime di Bashar al-Assad per le elezioni parlamentari di maggio con l'intenzione di diventare il prossimo presidente libanese al termine del mandato di Aoun, ad ottobre 2022. L’obiettivo di tale visita sarebbe quello di rafforzare il legame e la collaborazione tra i due Paesi in favore di una stabilità generale dell'area. Questa notizia segue i commenti di una possibile futura visita ufficiale di Bassil a Damasco per discutere della questione dei rifugiati siriani in Libano.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Nella prima metà del mese, i volontari di Operazione Colomba hanno continuato il percorso di conoscenza della realtà della Valle della Bekaa, una regione del Libano costellata di campi profughi siriani. Qui, le persone nei campi vivono problematiche diverse rispetto a quelle che i siriani vivono nella regione di Tel Abbas, legate ai costi più alti degli affitti delle tende, alle distanze maggiori da coprire per raggiungere i diversi centri urbani, nonché le temperature ancora più rigide durante la stagione invernale, con nevicate abbondanti che hanno anche causato chiusure stradali nella zona, lasciando alcuni campi isolati.
D’altra parte, nel corso delle visite alle famiglie rifugiate nei numerosi campi della zona, i volontari hanno conosciuto molti attivisti-e, Associazioni e ONG siriane e libanesi che si impegnano su diversi fronti per sostenere le comunità di rifugiati (siriani e palestinesi) nell’affrontare le difficoltà della vita quotidiana. Molte di queste Associazioni siriane sono poi sempre più attive nella solidarietà nei confronti delle fasce più in difficoltà della popolazione libanese, più esposte alla crisi in corso nel Paese.
Per i volontari, testimoniare questa determinazione ad impegnarsi in prima linea per migliorare la propria condizione è stato un’importante fattore di speranza e ha consentito di riflettere sul valore della solidarietà tra le diverse comunità.
Il ritorno in Akkar ha riportato il focus sull’incontro e sulla vicinanza alle persone del campo di Tel Abbas e dei suoi dintorni, con molte delle quali Operazione Colomba ha instaurato un rapporto di fiducia e amicizia ormai consolidato dagli anni trascorsi in condivisione.
Da questi incontri, i volontari hanno osservato il permanere dell’ansia e dell’insicurezza per la situazione di crisi in cui versa il Libano, con le conseguenti difficoltà nel trovare un lavoro stabile, nel sostenere i costi in continuo aumento, nel mandare i bambini a scuola, nell’affrontare le temperature invernali con pochissime risorse a disposizione. Alle preoccupazioni legate alla situazione economica si aggiungono quelle causate dall’aumento della tensione, palpabile nella zona di Tel Abbas. Se infatti da anni le famiglie mafiose locali si contendono il controllo del territorio ricorrendo spesso a violenze ed estorsioni, nelle ultime settimane pare verificarsi un tentativo da parte dello Stato di riprendere il controllo della zona. Ai volontari viene infatti raccontato di blitz frequenti nelle abitazione dei membri di queste famiglie, con l’obiettivo di trovare e arrestare ricercati latitanti. Queste incursioni sfociano spesso in scontri a fuoco, che non è difficile sentire nei dintorni del campo anche diverse volte alla settimana.
A testimonianza ulteriore dell’aumento generale delle tensioni, un paio di sere fa nei dintorni di Tel Abbas, un uomo libanese ha perso la vita in uno scontro a fuoco scaturito da un diverbio sulla fattura dell’elettricità fornita da un generatore privato.

La Proposta di Pace per la Siria

Maggiori info: www.operazionecolomba.it/noisiriani/