Giugno 2022

Situazione attuale

Siria

Come già annunciato nelle ultime settimane di maggio il presidente della Turchia Tayyip Erdogan si prepara per l’operazione nel nord della Siria contro le forze curde. L’esercito turco è appoggiato dall’esercito nazionale siriano, gruppo che è sostenuto da Ankara e che si oppone ad Assad.
L’operazione sarà portata avanti nelle zone di Manbij e Tal Rifaat, a ovest del fiume Eufrate.
Sia la Russia che gli Stati Uniti hanno chiesto di astenersi dal compiere azioni che possano deteriorare una situazione già molto difficile nel nord della Siria.
Nel mese di giugno sono continuati i raid aerei di Israele in Siria.
L’Osservatorio per i diritti umani dichiara che sono stati abbattuti depositi di armi appartenenti ad Hezbollah.
Il 09 giugno è stato colpito l’aeroporto di Damasco dove sono state distrutte delle postazioni iraniane all’interno dello scalo aereo.
Lo stesso aeroporto è rimasto chiuso fino al 20 per i danni riportati.
Il 28 Abu Hamzah al Yemeni, leader jihadista di Hurras al-Deen, gruppo affiliato ad Al Qaeda, è stato ucciso da un attacco con drone per mano degli USA. 

Libano

Ad inizio giugno una piattaforma energetica internazionale è giunta a largo della costa israeliana per cominciare i preparativi per l'estrazione di gas naturale in un sito nel Mediterraneo orientale che il Libano rivendica come proprio. Il presidente della Repubblica, Michel Aoun, e il premier uscente, Najib Miqati, hanno definito "una provocazione" e un "atto ostile" l'arrivo della piattaforma.
Gli Stati Uniti dal 2020 mediano per un accordo tra le parti per la spartizione dei giacimenti di gas naturale.
I negoziati diretti tra i due Paesi sono mediati da Hochstein, inviato dagli Usa su richiesta dei politici libanesi.
Il Libano, dominato dal movimento Hezbollah, non ha finora però accettato di raggiungere un accordo per la spartizione del tratto di mare, rivendicando la sovranità su una più ampia area marittima.
Il primo ministro uscente Miqati ha parlato alla cerimonia di lancio del "Lebanon Crisis Response Plan 2022-2023” e ha chiesto 3,2 miliardi di dollari "per far fronte all'impatto continuo della crisi siriana".
Miqati ha minacciato di espellere dal Libano “in modo legale” i profughi siriani qualora la comunità internazionale non collabori per rimpatriare i siriani sfollati. Allo stesso evento il ministro uscente degli Affari sociali Hector Hajjar ha parlato del prossimo lancio di un'iniziativa per il ritorno dei profughi siriani in Siria, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
Il Libano dichiara di ospitare 1,5 milioni di rifugiati siriani, il numero più alto di rifugiati pro capite al mondo.
Il Paese sta attraversando una crisi economica senza precedenti dal 2019, una delle peggiori nella storia del mondo dal 1850, secondo la Banca Mondiale. Questa crisi ha fatto precipitare improvvisamente molti libanesi nella povertà, aumentando il risentimento pubblico per la continua presenza di rifugiati siriani nel Paese. Alcuni politici ed esperti hanno impropriamente affermato che grazie alle donazioni in dollari delle agenzie umanitarie, i rifugiati siriani ricevono più aiuti dei libanesi più poveri.
Diverse ONG, tra cui Human Rights Watch e Amnesty International, hanno messo in guardia contro la deportazione dei rifugiati in Siria, dove le autorità affermano di aver arrestato, torturato o fatto sparire i rimpatriati siriani.
Questa crisi economica costringe sempre di più la popolazione a rischiare la vita partendo per l’Europa in modo illegale via mare. Il 7 giugno l’esercito libanese ha arrestato 64 persone pronte a salpare dalle coste libanesi nei pressi di Tripoli. Si tratta di Libanesi, Siriani e Palestinesi.
Da un punto di vista politico in questi ultimi giorni di giugno il premier Miqati ha avviato le consultazioni per la formazione di un nuovo governo, il quale dovrà rimanere in carica fino al prossimo ottobre quando si svolgeranno le elezioni presidenziali.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

I volontari a giugno sono rientrati in Italia da dove hanno comunque tenuto contatti continui con la shawisha e le famiglie del campo. Rientreranno in Libano a luglio.
Sono inoltre continuate dall’Italia le attività in preparazione dei prossimi Corridoi Umanitari.
I volontari hanno inoltre lanciato una raccolta fondi per sostenere l’operazione al cuore di un uomo siriano, Mohammad, che vive a Tel Abbas e che frequentano abitualmente. Di seguito il link per chi volesse sostenerlo.
https://daicistai.apg23.org/campaign/un-aiuto-per-il-cuore-di-mohammad/.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.