Ottobre 2022

Situazione attuale

Siria

Nonostante l’aggressione all’Ucraina, la Russia rinnova tramite il ministro degli esteri Lavrov, il suo completo appoggio al regime siriano. Nel mese di ottobre si è tenuto il quinto meeting tra Russia e Siria: sono state discusse diverse questioni tra cui il ritorno dei profughi. Il piano di ritorno libanese coinvolge, ovviamente, anche il regime siriano, al quale spetta l’ultima parola sul ritorno dei profughi che si registrano presso le autorità libanesi per ritornare.
Intanto, nelle zone sotto il controllo della Turchia nel nord di Aleppo, manifestazioni popolari hanno avuto luogo contro la milizia Hay’at Tahrir Al Sham (Al Nusra), che controlla il territorio. I manifestanti, che esprimevano il loro totale rigetto verso questa milizia, hanno subìto violente repressioni.
La situazione sociale ed economica è ancora gravissima nel Paese, ma il regime investe sul turismo attraendo viaggiatori e blogger da vari Paesi, soprattutto europei, che mostrano sui loro canali social le bellezze locali senza preoccuparsi troppo della guerra ancora in corso, del contesto politico, dei milioni di profughi e di sfollati interni e dei prigionieri politici.

Libano

Nel mese di ottobre si è ampiamente diffuso anche in Libano il colera, dopo che l’epidemia aveva colpito la vicina Siria circa sei settimane prima.
Il primo caso è stato documentato il 6 Ottobre, ma la malattia si è rapidamente estesa. Le zone più colpite sono proprio quelle del nord del Paese, in cui c’è un gran numero di profughi siriani e dove vivono anche i volontari di Operazione Colomba. La malattia non veniva rilevata in Libano dal 1993. Le persone sono molto spaventate e in particolare i siriani temono di essere stigmatizzati come i portatori della malattia, che proviene dalla Siria.
In ottobre sono anche iniziati i rimpatri dei profughi verso la Siria, annunciati il 12 ottobre dal Presidente Aoun. La Siria non è ancora un Paese sicuro, la vita di chi torna è fortemente in pericolo e si perdono le notizie di chi attraversa il confine libanese. Delle migliaia di persone previste, solo 511 sono effettivamente tornate, quasi la totalità partendo dalla zona di Arsal. Le pressioni che subiscono i profughi, su tutti i fronti, sono così forti da costringerli a preferire il rimpatrio verso un destino ignoto, alle violazioni quotidiane che subiscono in Libano.
Il 19 ottobre si è ricordato il terzo anniversario della rivoluzione che nel 2019 ha infiammato le piazze di tutto il Libano. La nostalgia di quei giorni è forte nelle persone, almeno quanto la delusione dei successivi tristi sviluppi degli eventi nel Paese. Intanto, pochi giorni dopo, il governo ha compiuto un accordo con il nemico storico Israele per la spartizione delle risorse energetiche sul confine marittimo.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Durante il mese di ottobre, purtroppo, la tenda di Operazione Colomba nel campo di Tel Abbas è rimasta chiusa. Le volontarie ed i volontari, infatti, sono rientrate in Italia a causa di un cambio di turno che durerà per tutto il mese. Intanto, hanno mantenuto quotidiani contatti con le persone nel Paese e si sono incontrati a Bologna per valutare il lavoro sul campo, sui Corridoi Umanitari e sulla “Proposta di pace”, per ripartire a novembre più forti di prima.
I volontari rinnovano l’invito al maggior numero di persone possibile ad iscriversi alle formazioni di Operazione Colomba per poter partecipare ai progetti e far sì che la tenda non resti più senza una presenza nonviolenta e internazionale, al fianco dei profughi siriani.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.