Novembre 2022

Situazione attuale

Siria

Le conseguenze dell’attentato a Istanbul di domenica 13 novembre che vede al momento colpevole una donna curda di nazionalità siriana, non si sono fatte attendere. Nella notte di sabato 19, la Turchia, sfruttando in maniera strumentale l’avvenimento terrificante, ha lanciato un’offensiva militare aerea denominata Operazione “Spada ad Artiglio” nel nord della Siria che sta bersagliando non solo obiettivi militari ma anche edifici pubblici e civili, ospedali e infrastrutture energetiche.
Questa aggressione avviene con la complicità della Russia che consente all’aviazione Turca e ai suoi droni di entrare nello spazio aereo siriano
(interdetto dal 2019 proprio in seguito all’invasione Turca su larga scala), come continua a fare con i bombardamenti transfrontalieri nel nord dell’Iraq.
La preoccupazione è dovuta al fatto che la gran parte delle vittime risultano essere civili che, non solo vivono
nel conflitto da 11 anni, ma hanno conosciuto anche l’orrore dell’ISIS e ora si ritrovano ancora sotto assedio.
Continuano con molta difficoltà
i ricollocamenti nei Paesi di provenienza delle donne e dei bambini stranieri reclusi nel campo di detenzione di al-Hol, nel deserto di Deir Ezzor, dove sono confinati circa 56.000 sfollati mantenuti in detenzione perché parenti o sospettati di essere sostenitori dei miliziani dell’ISIS. Tra essi ci sono circa 10.000 internati, di cui il 60% bambini, di origine straniera e i cui Paesi di provenienza (60) si sono dimostrati riluttanti nel rimpatriarli per motivi di sicurezza nazionale.
Tuttavia, l’Olanda si è unita alla lista di Paesi (Canada, Germania, Russia, Svezia, USA, Kazakhistan, Kirgyzstan, Finlandia, Danimarka e Uzbekistan) che stanno progressivamente rimpatriando soprattutto donne e bambini, istituendo programmi di assistenza sociale ad hoc, specialmente per il recupero socio-psicologico dei bambini.

Libano

La situazione economica fortemente compromessa del Paese fa registrare ancora l’aumento dell’inflazione del 158% negli ultimi 10 mesi. Questo si è tradotto in beni di prima necessità dai prezzi triplicati dall’inizio della crisi economica del 2019.
Tra le cause principali
vi è lo stallo politico che persiste e si rende manifesto nell’incapacità di trovare un accordo per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il cui ultimo mandato è terminato il 31 ottobre e il conseguente vuoto istituzionale rende impossibili le eventuali e tanto agognate riforme di cui il Libano avrebbe bisogno.
D’altro canto il Governatore della Banca Centrale Libanese ha annunciato l’adozione di un nuovo tasso di cambio ufficiale fissato a 1$=15.000 LL a partire da febbraio 2023 rispetto a
lle 1.500 LL, valore mantenuto fino ad ora senza un’effettiva valenza dato che il tasso di cambio parallelo (al “mercato nero” odierno) che vige nel Paese per i contanti è di 1$=40.000 LL circa.
La situazione sanitaria relativa alla diffusione del colera sta preoccupando ulteriormente la popolazione tra cui si contano 4.600 casi accertati, costringendo all’osp
edalizzazione soprattutto i soggetti più fragili. Durante il mese di novembr,e 440.000 libanesi sono stati vaccinati raggiungendo il computo del 70% della popolazione delle regioni di Akkar, Bekaa e Central Bekaa. Inoltre, sono tante le Ong che si stanno adoperando per somministrare in maniera capillare il vaccino nei campi rifugiati siriani e nelle aree abitate dai profughi fortemente esposti all’infezione per le condizioni igienico sanitarie in cui vivono.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

I volontari sono tornati a vivere al campo. Le persone hanno accolto questo ritorno con emozione perché la presenza di Operazione Colomba le fa sentire più protette e meno sole. Sono riprese le visite alla famiglie, ma anche tante persone hanno bussato alla tenda, in cerca di ascolto per i loro problemi e le loro difficoltà. La situazione per i profughi siriani è sempre molto difficile. La vita in Libano è complicata, a causa della crisi economica ma anche dei continui episodi di prevaricazione e abuso da parte dei libanesi. Molte persone, prese dalla disperazione, stanno cercando di tentare la via del mare per raggiungere l'Europa e sperare in un futuro migliore.
Durante questo mese i volontari hanno trascorso alcuni giorni a Beirut e Tripoli, dove hanno potuto incontrare alcuni amici e attivisti
siriani per i Diritti Umani.
Inoltre sono stati due giorni ad Arsal, dove vivono 300.000 siriani
in 150 campi profughi. È stata un'occasione per avere maggiori informazioni sui rimpatri volontari in Siria, ma anche per condividere la quotidianità con alcuni amici che vivono lì.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per m
aggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.