Dicembre 2022

Situazione attuale

Siria

Nell’ultimo periodo la Siria ha conosciuto sviluppi che vedono, da una parte tentativi di normalizzazione diplomatica relativi a dinamiche regionali tra attori in prima linea nel conflitto, dall’altra accese proteste popolari antiregime diffuse in gran parte del Paese.
A Suwayda, nel sud del Paese, centinaia di manifestanti sono scesi in strada intonando slogan
antiregime che risuonavano durante le prime sollevazioni del 2011. Queste proteste sono molto simboliche perché accadono in un’area del Paese sotto il controllo del regime che è stata risparmiata dai feroci combattimenti. Qui il malcontento è il risultato di isolamento, povertà, corruzione, crisi energetica e insicurezza alimentare che colpisce la popolazione di tutta la Siria.
Sul versante diplomatico, i Ministri della difesa e i rispettivi vertici dei servizi di intelligence di Russia, Siria e Turchia si sono incontrati a Mosca,
la prima volta dall’inizio della guerra civile, nel tentativo di intavolare un processo di normalizzazione dell’assetto territoriale delle zone sotto occupazione Turca o delle milizie filoturche che lasciano presagire una restituzione delle suddette zone al regime di Assad.
La reazione popolare non si è fatta attendere, questa volta nelle aree rimaste sotto il controllo dei ribelli e dell’occupazione
turca. Qui, le bandiere della “Siria libera” hanno colorato le proteste e sollevazioni nella regione di Idlib e Aleppo ricordando che la rivoluzione esiste ancora e non vuole riconciliarsi col suo carnefice.

Libano

Il 2022 ci consegna un Libano fortemente provato, dove continuano a susseguirsi eventi di diversa entità all’insegna dello stallo politico e della perenne sofferenza economica che, nella quotidianità, si traducono in frammentazione sociale e impoverimento della popolazione.
Un’istantanea della Banca Mondiale stima che le rimesse dall’estero compongono il 37% del PIL libanese. Questa previsione, rilanciata dai principali istituti di credito, oltre a fare del Libano il secondo
Paese nella regione con la più alta percentuale di rimesse in relazione al PIL dopo l’Egitto, non restituisce un quadro di come queste siano distribuite presso una popolazione caratterizzata da forti sperequazioni e una classe media in estinzione, sintomo dell’impoverimento endemico.
D’altro canto,
i siriani che hanno trovato rifugio in Libano devono affrontare una postura sempre più ostile delle politiche e dei servizi di sicurezza che si traducono in raid nei campi profughi, detenzioni sommarie e deportazioni forzate in Siria, oltre alle condizioni quotidiane sempre più dure (come rimarcato in un comunicato congiunto di UNHCR, WFP e UNICEF, dove viene sottolineato come il 90% dei profughi siriani in Libano ha bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere!).
L’anno si chiude con un tragico
episodio: il 31 dicembre, al largo delle spiagge di Selaata, nel nord del Libano, un’imbarcazione con 232 persone a bordo, di cui circa 190 siriani insieme a libanesi e palestinesi, ha tentato il viaggio della disperazione salvo naufragare poco dopo la partenza ed essere soccorsa dalle forze navali libanesi e due imbarcazioni, rispettivamente indonesiana e greca, della Missione UNIFIL. Questo episodio è costato la vita ad una donna e un bambino e ha visto la deportazione dei siriani a bordo nel loro Paese di origine.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Dicembre è stato un mese intenso per i volontari. Nella prima parte si sono recati ad Arsal per continuare a raccogliere informazioni circa i ritorni volontari in Siria; e nella valle della Beqaa per mantenere i rapporti con alcuni attivisti siriani. Sono stati giorni ricchi di incontri e di storie, ma anche di quotidianità e condivisione con le persone. Per quanto riguarda la vita al campo di Tel Abbas, tra le persone continua ad esserci un senso di ansia e insicurezza per il futuro. Tanti sono i fattori che contribuiscono a questo stato di malessere: la situazione di crisi in cui versa il Libano, la riduzione degli aiuti da parte dell’UNHCR, le difficoltà nel trovare un lavoro, l’aumento dell’inflazione e il conseguente aumento dei costi. Inoltre, con l’arrivo dell’inverno molte famiglie non hanno i soldi per permettersi la stufa e questo non fa altro che aggravare le loro condizioni di vita.
In questo mese si sono verificati nei campi profughi vicini dei raid da parte dell’esercito libanese, con l’obiettivo di trovare persone senza documenti e ricercate. Questi avvenimenti hanno spaventato gli abitanti del campo, perché era forte il timore che potessero arrivare anche a Tel Abbas. Per fortuna questo non è avvenuto.
Le festività natalizie sono state trascorse in semplicità da parte dei volontari. E’ stata effettuata una distribuzione di un pacco alimentare per le famiglie del campo e un ragazzo siriano d
i Beirut ha organizzato un momento di animazione, regalando peluches a tutti i bambini.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per m
aggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.