Gennaio 2023

Situazione attuale

Siria

Continua l’impegno di normalizzazione da parte del regime che, dopo il vertice a Mosca con Russia e Turchia, ospita il Ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti in prospettiva di un riavvicinamento con uno degli Stati Arabi che aveva precedentemente appoggiato i ribelli che volevano rovesciare lo stesso regime. Dalla Turchia giunge la suggestione di includere anche l’Iran nei colloqui con Russia e Siria per discutere l’assetto per la stabilità del nord della Siria, di principale interesse per lo Stato confinante.

Nella zona di Idlib continuano i venerdì di protesta da parte della popolazione che invia un chiaro segnale di inamovibilità contro la cosiddetta “riconciliazione” delle zone che non sono sotto il controllo del regime. Qui la gente rimane tuttora bersaglio di bombardamenti da parte del regime e della Russia. Il suolo siriano si conferma teatro di bombardamenti da parte di Israele, come quello di inizio anno, all’aeroporto di Damasco, che ha causato vittime e la sua chiusura temporanea; secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani sono state prese di mira “posizioni di Hezbollah e di gruppi filo-iraniani nell’aeroporto e nei dintorni, compreso un deposito di armi”.

Libano

Nel mese di gennaio la tensione sociale è ulteriormente salita e diverse parti sociali della popolazione sono scese in strada ormai sfinite dall’onda lunga delle grandi questioni irrisolte del Paese.

Le Istituzioni politiche sono impelagate nella ricerca di accordi per quanto riguarda l’elezione del Presidente della Repubblica e la conseguente formazione del Governo, condizione necessaria per intraprendere la tanta agognata strada delle riforme (una su tutte, quella giudiziaria). Si è giunti all’undicesima votazione senza nulla di fatto; due parlamentari dell’opposizione hanno intrapreso un sit-in in parlamento al quale hanno dato man forte a turno una trentina di parlamentari. Questa iniziativa cerca di portare allo scoperto la situazione in cui si trovano le istituzioni, i quali compiti sono sospesi.

Intanto l’acuirsi delle tensioni sociali riguarda, tra gli altri, i parenti delle vittime dell’esplosione del porto, la cui strenua ricerca di giustizia contro l’impunità ha incontrato ancora una volta la violenza da parte delle forze di sicurezza che hanno picchiato manifestanti e arrestato attivisti.

Gli impiegati statali, tra cui gli insegnanti, hanno ricominciato a scioperare: causa carovita hanno chiesto un aumento dello stipendio poiché, oltre all’orario mattutino riservato agli scolari libanesi, devono espletare anche l’orario pomeridiano dedicato ai bimbi siriani; per tutta risposta il Ministero degli Affari Sociali ha sospeso il turno di questi ultimi. I bambini siriani nel 2023 non sono ancora rientrati a scuola.

Questo avvenimento è giunto subito dopo il comunicato del 3 gennaio del Ministero degli Affari Esteri e dell’Immigrazione in cui si afferma che saranno presi provvedimenti affinché l’assistenza e il supporto ai rifugiati siriani non diventino motivo di permanenza ad oltranza di questi ultimi sul suolo libanese.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Nel mese di gennaio il gruppo al campo è stato più numeroso, sono infatti arrivate nuove colombe e sono venuti in visita amici che vivono a Beirut. Tra questi E., un frate francescano libanese che ha trascorso due giorni al campo. È rimasto molto contento della visita e ha intenzione di tornare e portare anche alcuni ragazzi della sua parrocchia. È un segnale molto bello, un modo per andare oltre le resistenze che esistono, in queste zone, tra musulmani e cristiani, ma anche tra siriani e libanesi. Durante questo mese, Operazione Colomba è andata spesso a Tripoli per mantenere rapporti con attivisti locali e per cercare di avere maggiori informazioni circa il naufragio avvenuto il 31 dicembre. Sempre di più, infatti, sono le persone che cercano di raggiungere l'Europa attraverso il mare. Si tratta di un viaggio molto costoso e pericoloso. Tristemente, anche tra chi vive al campo, si sente spesso parlare di questa come unica speranza per il futuro.

La vita qui per loro è ogni giorno più dura: i prezzi continuano a salire a causa dell'inflazione, non c'è lavoro, gli aiuti dell'UNHCR diminuiscono sempre di più, i bambini non vanno a scuola e spesso l'esercito libanese effettua dei raid nei campi.

A fine mese, purtroppo, si è dovuta chiudere la tenda e tornare in Italia. Questo ha lasciato un po' di tristezza tra i siriani; la presenza di Operazione Colomba è un modo per sentirsi meno abbandonati e più sicuri. Torneremo al più presto per riaprire la tenda.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per m
aggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.