Febbraio 2023

Situazione attuale

Siria

Il 6 febbraio la Siria insieme alla Turchia si sono svegliate nella notte per una scossa di terremoto con magnitudo 7.8 senza precedenti simili nel corso dell’ultimo secolo. L’area siriana più colpita è il nord-ovest del Paese nelle regioni di Aleppo e di Idlib. Dopo giorni in cui il numero delle vittime è aumentato ora dopo ora, la stima è arrivata a circa 6000 morti solo nel lato siriano. Quest’area è stata duramente colpita dai bombardamenti negli ultimi anni di guerra, e anche nei giorni successivi al sisma le forze russe e governative siriane hanno colpito aree densamente popolate nella regione di Idlib e Hama.
I primi aiuti umanitari sono riusciti ad avere accesso alle aree siriane colpite solo 3 giorni dopo il sisma
e in quantità estremamente contenuta, ufficialmente a causa dei danni riportati dalle infrastrutture di Bab al-Hawa, principale via di accesso dalla Turchia al nord-ovest siriano, anche se numerose ONG hanno denunciato la chiusura selettiva del valico per ragioni politiche che hanno prevalso sul poter salvare vite umane; il governo siriano ha chiesto a gran voce la sospensione delle sanzioni, ottenuta da parte degli USA per un periodo di 6 mesi, e l’ingresso degli aiuti umanitari esclusivamente da Damasco. Diverse ONG e attivisti locali hanno accusato il governo siriano di aver sottratto alle vittime del sisma buona parte degli aiuti: secondo alcune ONG locali il 13% degli aiuti entrati a Damasco ha raggiunto le zone terremotate. Parte di questi aiuti sono arrivati attraverso il Libano che ha aperto aeroporto e porti di Beirut e Tripoli per il loro ingresso sollevandoli da tasse doganali.
Molte persone sono state costrette a rifugiarsi in campi profughi improvvisati o a dormire nelle proprie auto per giorni, nonostante il freddo.
Un coordinatore dell’OCHA dell’ONU ha dichiarato che “con la Siria abbiamo fallito” per la lentezza e l’insufficienza di aiuti che hanno raggiunto le aree colpite. I passaggi di frontiera di Bab Al-Salam e Al Raee tra Turchia e Siria sono stati aperti dopo quasi dieci giorni.

Libano

Il terremoto registrato il 6 febbraio si è riverberato prepotentemente anche in Libano dove è stato avvertito fino a Beirut. Le zone che sono state investite in maniera preoccupante hanno interessato l’area del Nord, in particolare la città di Tripoli e la regione di Akkar. Oltre al panico che ha costretto la popolazione a restare in strada in più occasioni per precauzione, qui si sono dovuti affrontare diversi crolli per fortuna senza registrare conseguenze tragiche. Il sisma ha anche causato un picco nell’inflazione che ha visto salire tantissimo il valore del dollaro rispetto alla lira libanese, che in pochi giorni è passata da 50.000 LBP a 80.000 LBP.

 

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

I volontari di Operazione Colomba hanno passato il mese di febbraio in Italia, per un periodo di formazione ,così da prepararsi al rientro in Libano accanto ai profughi siriani. Hanno però mantenuto l’attenzione sul Paese e sulla situazione delle persone con cui normalmente vivono, tenendo contatti telefonici. Le persone hanno raccontato il loro lutto e dolore per le perdite subite nel nord della Siria: tanti sono stati i casi in cui le tragiche notizie si sono susseguite portando a conoscenza la dipartita di familiari e amici e in diversi casi c’è chi è dovuto recarsi in Siria, rischiando la vita, per recuperare i corpi e riunirsi ai sopravvissuti. Le persone hanno condiviso con i volontari anche lo spavento avuto per le scosse del terremoto e la grande preoccupazione per l’inflazione che li sta portando sempre di più in un profondo impoverimento.

 

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per m
aggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.