Aprile 2024

Situazione attuale

Siria

Il primo giorno del mese di aprile un attacco da parte di Israele ha colpito l'ambasciata iraniana a Damasco: 16 le vittime, tra le quali due civili e diversi militari d'alto rango (anche due alti ufficiali della forza Quds, una componente del corpo delle guardie della rivoluzione islamica, una delle tre forze armate dell'Iran). Con questo attacco Israele ha dimostrato di poter colpire in modo mirato obiettivi considerati inviolabili, come le sedi diplomatiche estere, con il rischio di provocare un'esplosione in Medio Oriente. La reazione da parte dell'Iran non si è fatta attendere e nella notte del 13 aprile ha attaccato lo Stato di Israele con più di 300 droni. Il 99% di questi è stato abbattuto in volo.
Il 15 aprile si è aperto a Stoccolma il processo a Mohammed Hamo, ex generale siriano accusato di crimini di guerra commessi in Siria tra gennaio e luglio 2012. Si tratta di un evento importante perché è il più alto responsabile siriano a essere processato in Europa. L’iter, che dovrebbe concludersi a maggio, potrebbe costargli l'ergastolo. Saranno chiamate a testimoniare sette parti civili, molte siriane.
Infine, al confine con la Turchia si registrano continue violazioni nei confronti dei siriani che cercano di attraversare il confine per trovare rifugio nel Paese. In modo particolare Human Rights Watch denuncia torture e uccisioni da parte della polizia di frontiera e chiede al governo di adottare misure urgenti ed efficaci per porre fine a questa orribile situazione.

Libano

In Libano si avvicendano incontri internazionali di diplomazia di guerra, come quelle del Segretario di Stato Americano, ma anche di supporto alla “sicurezza e stabilità” del Paese, da parte del Premier italiano e l’imminente visita del Presidente della Commissione Europea. Queste rimangono comunque avulse dalla situazione del Paese reale, imbizzarrito per le sue sperequazioni sociali, limitazioni delle libertà personali e civili, sistema sanitario al collasso, un conflitto che infuria nel sud del Paese e rifugiati in balia di violenze sistematiche e sommarie.
Per il secondo anno consecutivo l’avvicinamento alla Conferenza di Bruxelles per i Rifugiati coincide con una massiccia ondata di odio nei confronti dei siriani, causata dall’assassinio di un’esponente del partito delle Forze Libanesi, il cui corpo è stato ritrovato in Siria.
Questo evento ha innescato una escalation di linciaggi, aggressioni sommarie da parte di gang, provvedimenti delle municipalità come divieto di assunzioni lavorative, sfratti coatti, coprifuoco e azioni da parte della polizia e dell’esercito che prevedono punizioni collettive come ordini di evacuazione e distruzione di interi campi profughi, arresti sommari, soprattutto in corrispondenza dei checkpoint di Deir Ammar e Madfoun, nel nord del Paese, e deportazioni seminando il panico e alimentando un’atmosfera di angoscia della quotidianità dei rifugiati.
Contestualmente, questa situazione va a fomentare la tratta di esseri umani e la rotta del Mediterraneo orientale, per cui non si contano i barconi che lasciano le coste libanesi puntando a Cipro e all’Italia. Questi stessi viaggi disperati diventano oggetto di push back in mare e conseguenti arresti e deportazioni.
I difensori dei Diritti Umani, inoltre, lanciano l’allarme richiamando l’attenzione sui colloqui internazionali tra Libano, Cipro, Italia e Unione Europea in quanto trattano le migrazioni come una questione di sicurezza che mira a reprimere le partenze per mare e a incentivare i ritorni in Siria che rimane un posto non sicuro.
Questo tipo di politiche, non solo sono chiamate a mantenere il rispetto del Diritto internazionale e dei Diritti Umani, ma sono potenzialmente controproducenti per l’ulteriore pressione sui rifugiati, andando a indurre nuove ondate di immigrazione cosiddetta irregolare.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Con il mese di aprile il Ramadan è giunto al termine: il 10 i volontari hanno trascorso con le famiglie del campo la tanto attesa giornata dell'Eid. Dopo 30 giorni di digiuno, l'Eid è stato un momento di festa e divertimento, durato tre giorni. Le famiglie hanno sfoggiato i loro vestiti migliori, le bambine si sono decorate il viso e le mani con l'henné e i volontari si sono uniti a danze e a giornate di visite e convivialità, così come si usa fare in questo periodo.
Nonostante la gioia per questo evento, l'assassinio di Souleiman Pascal, alto dirigente del partito politico libanese d'ispirazione maronita, ha scatenato una forte ondata di violenza indiscriminata e episodi di discriminazione contro i siriani, che hanno suscitato tra queste persone una grande paura ad uscire di casa, a spostarsi sul territorio e a presentarsi sul posto di lavoro. In questo clima di tensione e insicurezza, i volontari hanno intensificato gli accompagnamenti dei siriani fuori dal campo, ove ci fossero necessità particolari non rimandabili.
Il numero di volontari al campo ha anche permesso di organizzare un viaggio esplorativo di tre giorni nella Valle della Bekaa per comprendere la situazione dei siriani in questa regione: il timore per le deportazioni e atti di violenza è molto alto. Nonostante ciò i volontari hanno potuto incontrare persone e realtà associazionistiche che non demordono, che supportano i siriani e che tessono reti di solidarietà e di supporto nei confronti di queste persone.
Al rientro dal viaggio in Bekaa i volontari hanno accolto al campo anche tanti volontari in visita che hanno permesso di fare diversi gruppi e di sostenere più attività contemporaneamente.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.