Maggio 2024

Situazione attuale

Siria

In questo mese è arrivata una storica sentenza da parte della Corte Francese che ha condannato in contumacia all’ergastolo tre ufficiali di alto rango siriani per l’arresto, la sparizione e le torture nei confronti di due cittadini franco-siriani nel 2013. Tra i condannati, spicca un famoso Generale a capo della direzione generale dell’intelligence siriana, uno dei quattro maggiori comparti di sicurezza del Paese. Questa sentenza segue la condanna tedesca di un Colonnello siriano nel 2022. Sentenze che rimangono lontane dall’essere applicate ma che costituiscono tappe fondamentali per la giustizia contro i crimini di guerra.
In questo periodo, in cui centinaia di siriani tentano il ritorno o vengono deportati, diverse sono le testimonianze dirette di quello che li attende: la leva obbligatoria, sparizioni forzate, torture in carcere, il saccheggio delle proprietà, se ancora esistenti, e aggressioni.
Per quanto riguarda lo scacchiere regionale, l’Arabia Saudita ha nominato il primo Ambasciatore in Siria dal 2012, un altro mattoncino che lastrica inesorabilmente la strada della normalizzazione internazionale con il regime Siriano.
Sul campo la situazione rimane invariata e deteriorata, facendo della Siria un condominio della guerra tra le parti in conflitto. Israele, dopo il consolato iraniano a Damasco, ha colpito al confine con il Libano, nella zona di Qusayr (Homs) e ad Aleppo, realizzando uno dei suoi attacchi in Siria più mortali, con 40 morti.
Cellule del sedicente Stato Islamico continuano a condurre attacchi nella zona desertica dell’est del Paese.
A nord-ovest, nella zona di Idlib, non sotto il controllo del regime, proseguono le proteste contro i gruppi armati che controllano l’area e si rendono fautori della repressione del dissenso attraverso rapimenti mirati e intimidazioni della popolazione.

Libano

In Libano continuano su più livelli le pesanti limitazioni alla libertà dei profughi siriani, portate avanti dai diversi organi statali. Le limitazioni vanno dai check point temporanei dell’esercito, ai censimenti delle persone siriane delle municipalità; dal piano d’azione per il rimpatrio in Siria che il governo libanese ha presentato all’VIII Conferenza di Bruxelles, alle decisioni prese dalla GSO (General Security) per implementare i controlli ai confini e limitare l’accesso di stranieri clandestini. Il chiaro messaggio è di spingere i profughi siriani al rientro in Siria.
A conferma di ciò, all’inizio di maggio il governo del nord del Libano ha negato il permesso di manifestare in supporto dei rifugiati siriani a Tripoli, ma questo non ha fermato le persone dallo scendere per le strade per far sentire la propria voce.


Sono state diverse le deportazioni che si sono verificate dal Libano verso la Siria, così come i “rimpatri volontari”. In particolare, il 14 maggio dall’enclave di Arsal (Baalbek) sono partite “volontariamente” circa 200 perone, grazie alla collaborazione della GSO con le autorità siriane: ciò non accadeva da novembre 2022. A questi si aggiungono poi evacuazioni in diverse aree, come quella avvenuta il 28 del mese a Koura (Batroun) di circa 1500 persone, promossa da due partiti cristiani libanesi. La municipalità ha giustificato la decisione spiegando che le abitazioni in cui vivevano erano abusive e insalubri.
Intanto a sud continuano gli scontri con Israele: Nasrallah rimarca la volontà di Hezbollah di continuare ad esercitare pressioni sullo Stato israeliano fino a che non avrà fine l’attacco su Gaza, e sottolinea come questi scontri avranno dei risvolti sul Libano stesso. In realtà questi effetti sono già ben visibili, sia nella politica che nell’economia del Paese. Chiaramente a sud appaiono più tangibili, essendo quella una zona di conflitto attivo; diversa è la situazione al nord, in cui tutto arriva in ritardo, e dove, almeno per ora, le persone non sono direttamente coinvolte.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

L’inizio del mese di maggio non ha fermato le violenze e le discriminazioni nei confronti dei siriani, ma fortunatamente nel corso del mese i volontari di Operazione Colomba ne hanno potuto vedere una - seppur lenta - diminuzione.
Le richieste di accompagnamenti sono state comunque numerose, segno di come i siriani non siano effettivamente liberi di muoversi serenamente a causa dei numerosi check point, sia permanenti che temporanei. Nonostante il clima appaia più disteso, al campo continuano a insorgere problemi: l’affitto delle tende è aumentato da 10 a 15 dollari al mese, e anche l’acqua è arrivata a costare non più 3, ma 5 dollari mensili. Questa scelta ha creato scontento tra le persone del campo - aumentando così le tensioni con il proprietario - e incrementato le loro difficoltà economiche, già precedentemente instabili.
Rimangono poi numerose le visite di persone che desiderano viaggiare per l’Europa, lasciando il Paese attraverso i Corridoi Umanitari; spesso sono richieste motivate dalla mancanza di cure mediche efficienti in Libano, oppure dalla paura di essere incarcerate e/o deportate in Siria.

La Proposta di Pace per la Siria

Continua l’impegno dei volontari e delle volontarie del progetto Libano per quanto riguarda la Proposta di Pace dei Profughi Siriani.
Per maggiori info: Sito sulla Proposta di Pace.