Tutto più chiaro che qui

Colombia

“Io da qui vedo il cielo inchiodato alla terra e la terra attraversata da gente di malaffare e vedo i ladri vantarsi e gli innocenti tremare”

Ieri sera ascoltavo questa canzone di De Gregori -Tutto più chiaro che qui- e pensavo a quanto vorrei che tutto fosse più chiaro. Mancano pochi giorni al mio terzo ritorno in Italia e come sempre lascio una situazione molto difficile, dalla quale faccio fatica a distaccarmi.

In totale sono nove mesi che sto vivendo con la Comunità di Pace, condividendo giorno e notte le loro sofferenze e le loro risate, però ancora mi trovo in difficoltà a capire molte cose, soprattutto quando si parla dell'intreccio tra  (para)politica, (para)militarismo e guerriglia.
In questi giorni mi trovo a San Josesito seguendo da lontano dinamiche complicate in una vereda più in alto, nelle montagne. La seguo con occhi di chi ha già visto e già vissuto quei panorami mozzafiato, contornati però da una forte presenza di gruppi armati legali e non. Lunedì una ragazza ha chiamato la comunità e ha detto che i paramilitari sono nell'area, che sono scesi proprio vicino al villaggio... accampati... Morelia ha paura, il suo compagno non c'è. Io sono qui a casa, pianto alcune erbe aromatiche nell'orto. Lei è là sola ed ha paura. Monica ed Andrea fortunatamente sono nell'area, stanchi dopo un lungo accompagnamento in Cordoba, però ci sono e decidono di fermarsi qualche giorno in più.
Al telefono Monica mi dice: “Ali, io non lascio sola questa gente”, nemmeno io l'avrei lasciata sola, per niente al mondo. Questa gente ha bisogno di noi, più di quanto possiamo immaginare. Non chiedono tanto, chiedono solo di poter stare e continuare a coltivare le loro terre, me lo ripetono ogni giorno. Vogliamo solo essere lasciati in pace.
Poi ieri arriva la notizia. Monica mi chiama tutti i giorni alle otto del mattino e alle sei della sera, ieri però il satellitare prendeva poco, le parole arrivano distanti e frammentate, riesco a cogliere che c'è un problema: qualcuno è stato catturato dall'esercito. Un uomo, un civile, lavoratore della sua terra, forse tradito o forse colpevole di decisioni sbagliate e lontane, preso dai militari, messo su un elicottero e via...
Cosa sta succedendo? Cerco di fare ordine nella mia testa. Si è sempre saputo che in quell'area c'è una forte presenza della guerriglia, e che a poche ore di cammino oramai da mesi c'è una presenza fissa di paramilitari, quindi cerco di capire perché quest'ultimi si stiano spostando così vicino all' “aldea di pace”. La risposta è semplice: narcotraffico.
Da quello che ho potuto capire sembrerebbe che questo gruppo illegale non abbia molto interesse nello scontro armato con la guerriglia, ma che invece voglia “invitare” tutta la popolazione civile a lavorare con e per loro, avendo come obbiettivo la presa del territorio e la gestione dello stesso. Poi la domanda esce spontanea: in tutto questo i militari cosa stanno facendo?
Sembrerebbe che stiano affiancando i “para” nella gestione della situazione. Capite com'è difficile? Tre attori armati presenti nella stessa area e, come sempre, la popolazione civile si trova nel mezzo e a nessuno  importa.

“io da qui vedo uomini caduti per terra, e nessuno a fermarsi a guardare e gli innocenti confondersi e gli assassini ballare, gli innocenti corrompersi e gli assassini brindare”

In questa terra di mais, vedo anch'io uomini e donne cadute a terra, per la sofferenza e per il dolore. Penso alla  signora con quattro bambini che ora non sa dov'è e che cosa stanno facendo al suo compagno, vorrei essere là, abbracciarla e dirle che tutto si sistemerà. Le uniche persone che si sono fermate a guardare  sono quelle della comunità, accompagnate da noi.
Vorrei che un giorno gli innocenti non si confondessero e men che meno si corrompessero, vorrei che fossero loro a ballare e a brindare per la terra, una terra che sarà di nuovo loro.

“...ma tu, dimmi che cosa vedi adesso tu, che adesso quasi non ci vedi più, dimmi che cosa vedi tu da lì, dimmi che è tutto più chiaro che qui, e dimmi che potrò capire e dimmi che potrò sapere e dimmi che potrò vedere un giorno anch'io così”

Alice