Juancho racconta parabole bibliche

Colombia

Juancho racconta parabole bibliche. Non si ricorda bene i nomi, forse neache i fatti precisi. Li racconta con quel suo modo di parlare strascicato – faccio fática a capirlo – le parole gli escono dalla bocca con quel suo ritmo particolare, che è poi il suo ritmo nel camminare, mangiare, esistere. Si gratta la testa per ricordare, si allunga verso Brigida per confermare le sue storie strampalate.

Ma le racconta con una passione e una felicitá fanciullesca, e allora non ti interessa che le storie siano giuste, che i nomi siano reali, che Giona fosse o non fosse nella balena. Solo ti importa che le racconti, solo importa poterle ascoltare.

Juancho è uno dei personaggi che maggiormente gravitano attorno alla casa di Palomas. Capisci subito che qualcosa non va in quest’omino magro dal corpo nervoso, con i pantaloni tenuti su a stento da un cordicino attorno alla vita, le sue camicie strappate sempre aperte a mostrare il petto.
Chissá quanti anni ha, Juancho. Il ciuffo grigio che gli spunta sopra la fronte, tra i Capelli Neri, lo invecchia un po’.
Si è appollaiato sulla sedia, il gomito secco gli spunta dalla camicia, il machete sembra pesargli come ghisa sulla sinistra.
«Voy a dormir, mañana tengo que trabajar»
Domani è festa, ma forse a lui non interessa.
«¡Que descanse bien, Juancho!»