Ampliamento del foro militare colombiano

Colombia
Vi proponiamo la sintesi di un articolo di “Semana” di dicembre 2012.

L'11 dicembre il Senato ha approvato l'ampliamento del foro militare che, mentre i critici vedono come una scappatoia all'impunità, il Governo invece rifiuta di considerare una carta in bianco per i militari. Nonostante ci siano ancora molti punti da trattare anche in seno alla Magistratura, l'approvazione di questa riforma, composta da tre articoli della Carta Politica, è di fatto un trionfo del Governo, dei militari e prima di tutto del Ministro della Difesa Juan Carlos Pinzón.

La riforma è, a tutti gli effetti ,una sconfitta degli organismi di difesa dei Diritti Umani, dentro e fuori della Colombia, che l'hanno criticata duramente e già hanno annunciato un ricorso alla Corte Costituzionale.
Il dibattito non poteva essere più polarizzato: non solo ha avuto tutti gli argomenti a favore e contro la riforma, che sono andati dal pericolo che si generi un'impunità, alla necessità di una “sicurezza giuridica” per i militari, ma è arrivato sino alla sovranità nazionale.
Josè Miguel Vivanco, della ONG americana Human Right Watch, ha portato avanti fino all'ultimo un'azione di lobby pertinace.
Dall'altra però il Procuratore, il Presidente del Senato e il Ministro degli Interni, hanno ottenuto quello che volevano: l'ampliamento del foro militare, definendo l'approvazione della riforma un “atto di autonomia e sovranità legislativa”.
Alla giustizia penale militare giungono tutte le violazioni al Diritto Internazionale Umanitario (DIH) con l'eccezione di 7 delitti: i crimini di lesa umanità, genocidio, sparizione forzata, esecuzione extra-giudiziaria, violenza sessuale, tortura e sfollamento forzato.
Detenzioni arbitrarie, maltrattamenti disumani e degradanti e altre violazioni al Diritto Internazionale saranno invece di competenza della giustizia castrense. Finora tutti i casi che non avevano relazioni dirette con il servizio militare erano nelle mani della Magistratura e dei giudici ordinari.
Questo è di per sé un cambio sostanziale, che ha una conseguenza pratica decisiva. Le investigazioni iniziali dei crimini accaduti nel contesto del conflitto armato saranno portate avanti da organi giudiziari ascritti alla giurisdizione militare. Loro si occuperanno di fare i primi rilievi e disporranno dei primi dati forensi e di balistica, per esempio in caso di una morte sul campo. Come è stato segnalato in un recente commento di Rodrigo Uprimny e Luz Maria Sanchez, del Centro Studi Socio-giuridici di Giustizia, “sarà la giustizia militare che determinerà se la morte fu un atto legittimo di guerra, un'infrazione del diritto umanitario che spetti a loro investigare, o un'esecuzione extra-giudiziale che si deve inviare alla giustizia ordinaria”.
Le norme per giudicare tutti i delitti commessi in relazione con il conflitto armato saranno competenza del DIH , non più del Diritti Umani.
Questa era la rivendicazione centrale dei militari, i quali affermavano che i giudici ordinari applicavano il Codice Penale (“legislazione di pace”) in un contesto di guerra che competerebbe invece al DIH.
Anche se esiste un'evidente necessità di armonizzare la legislazione colombiana con il DIH, i critici hanno evidenziato che sarebbe bastata una legge e non una riforma costituzionale per attuare questi cambiamenti.
Con la creazione di due nuove istanze giudiziarie, i militari guadagnano varie posizioni nella determinazione di quali delitti siano di competenza della giustizia ordinaria o di quella militare.
Ci sarà una commissione mista che deciderà in prima istanza sulla competenza di fronte ai casi su cui si abbiano dei dubbi.
Quattro degli otto magistrati del nuovo Tribunale di Garanzia, avranno funzioni di controllo e supervisione dei processi e tale Tribunale prenderà il posto del Consiglio Superiore della Magistratura e avrà l'ultima parola sulla determinazione della competenza dei casi ivi sottoposti.
Infine si è ottenuto il rafforzamento della Giustizia penale militare (per la quale si è annunciato un contributo di 26.000 milioni di pesos), con la creazione di un fondo speciale per finanziare la sua difesa e l'inserimento nella Costituzione di una norma secondo la quale i militari saranno detenuti in un carcere speciale o, in assenza, in installazioni di appartenenza delle Forze Armate.
La riforma entrerà in vigore nell'immediato, anche se il Tribunale di Garanzia dovrà essere regolamentato e la stessa riforma dovrà affrontare delle prove di ordine giuridico, legislativo e pratico.
Per iniziare, la grande opposizione alla riforma da parte degli organismi di diritti umani, locali e stranieri, si tradurrà in richieste di incostituzionalità come già annunciato, con  l'argomentazione  che  la riforma viola trattati internazionali subscritti dalla Colombia.
Un altro grande dibattito sarà legislativo: una legge dovrà passare per il Congresso per regolamentare il Tribunale e la commissione, l'armonizzazione del DIH e la legislazione penale, il funzionamento della giustizia penale e militare fino all'eventuale codice penale per la polizia.
Il passaggio di questa legge sarà accompagnata da aspre polemiche, quanto la riforma stessa.
Infine la riforma si scontra con una prova pratica. All'ultimo momento si è introdotto un articolo transitorio che concede un anno alla Magistratura per definire, insieme alla giustizia militare, tutti i casi di militari ancora in loro mano e determinare quali debbano essere traslati alla giurisdizione castrense.
Il Senatore uribista Jaun Carlos Velez ha annunciato che nella Magistratura ci sarebbero almeno 8.000 casi di soldati in attesa di giudizio. Il loro passaggio richiederà uno sforzo che non si sa se questa entità, già sovraccarica di lavoro, sarà in grado di compiere.
La vera prova saranno i “falsos positivos”, cioè la morte dei civili presentati dall'esercito come membri di gruppi armati illegali, che furono un immenso scandalo nel 2008.
Anche se questi si sono ridotti drasticamente (e il Presidente Santos ha assicurato che nel 2012 non si sono registrati più casi), presso la Magistratura ci sono ancora 1700 processi in attesa.
Dei crimini esclusi dalla giurisdizione militare, le esecuzioni extra-giudiziali e la violenza sessuale, non sono tipizzati nella legislazione penale colombiana. Per tale ragione ci sono grandi dubbi su cosa accadrà mentre la legge regolamenterà e definirà la tipologia penale delle esecuzioni extra-giudiziarie.
Il timore è che gli avvocati degli imputati chiedano che i casi dei loro clienti passino alla giustizia militare adducendo al fatto che in Colombia  non esiste il delitto di “esecuzione extragiudiziaria”.
Se questo accadrà, considerato l'alto numero di casi di “falsos positivos”, lo scandalo sarà  enorme ed i critici della riforma avranno la conferma dei loro peggiori timori riguardo all'impunità. -