Ore 9... alla ricerca di Dialogo

Colombia

“[...]Il dialogo è l'arma più leggera e facile della nonviolenza. Il nonviolento non abbandona mai il dialogo. Ma se il dialogo viene rifiutato lui arriva addirittura a provocarlo. Se lo cacciano dalla porta lui ritorna dalla finestra e ricomincia […]. Nel corso di un dialogo bisogna che ci sia la designazione di alcuni che formino una delegazione per andare a trattare con coloro che operano l'ingiustizia. Ma il dialogo deve essere esteso a tutti coloro che subiscono l'ingiustizia […]

coinvolgere tutti coloro che subiscono l'ingiustizia e urlarla forte, perché giunga all'orecchio dei responsabili. E affinché essi possano udirla, occorre urlarla in silenzio […]”

Ore 9:  ci ritroviamo, circa 150 persone, nel punto che, dal giorno precedente, è diventato luogo di incontro della gente della carovana nel villaggio di Rodoxalli; ma non solo: luogo di colazione, pranzo e cena, luogo di chiacchiere e sorrisi, luogo di conoscenze e di racconti. Ma quel giorno, alle ore 9, quello stesso punto diventa luogo di incontro silenzioso dell'intero gruppo al completo. C'è da organizzare Il Dialogo e non si tratta di un semplice dialogo. C'è da organizzare Il Dialogo per la vita: quello con i para. C'è da organizzare il cammino che ci porterà a quel Dialogo e c'è da organizzare come stare in quel Dialogo. E la gente, in un clima quasi surreale di completo silenzio, si dispone in cerchio: donne, uomini e bimbi pronti ad ascoltare.

Parla A.: “ Abbiamo deciso, oggi, di raggiungere il villaggio di Sabaleta dove si trova attualmente la principale base paramilitare. Saranno circa 40 minuti di cammino, un cammino abbastanza semplice ma completamente aperto. Il forte calore sarà forse l'unica grande difficoltà. Per cui chiediamo a coloro che hanno difficoltà nel camminare, di fermarsi qui a Rodoxalli. Non porteremo bestie, se non una solamente in caso di emergenza. Staremo tutti in marcia camminando. Partirà prima un piccolo gruppo formato da Padre J., i giornalisti e due accompagnanti internazionali. A distanza di pochi minuti, il resto della carovana si avvierà per lo stesso cammino. Chiediamo di non usare cellulari, videocamere, fotocamere per non compromettere quel Dialogo che stiamo andando a cercare. Cerchiamo di rimanere uniti durante la via e di non uscire dal cammino. Se anche solo uno di noi dovesse essere preso, tutto il gruppo starà li finché non sarà liberato.”
Il primo gruppo parte, il secondo lo segue, il cammino come si pensava è semplice: il caldo però affatica. Il silenzio in alcuni tratti si fa sentire. La lunga fila, che riesce a mantenersi unita, si snoda lungo il sentiero. Si vuole raggiungere quel Dialogo, si spera di poterlo incontrare. Arriviamo alle prime case di Sabaleta: nessun para risulta essere presente fino a lì. Si parla con i contadini, dicono che sì, ci sono. Si prosegue per un altro piccolo pezzo, altre famiglie, altre storie, altri racconti, altre ingiustizie, altre violazioni, altre conferme della loro presenza. Ma lui, il Dialogo non lo incontriamo. Si è in tanti, in tanti a sperare in quell'incontro, a “desiderare” quell'incontro. Si crede nell'altro, si crede davvero di poterlo incontrare, di poter incontrare quei piccoli uomini armati con una scritta AGC su un fazzoletto rosso, giallo e blu legato al braccio.
Si decide di ritornare, di rientrare a Rodoxalli per il pranzo con l'altra piccola parte che si era, solo fisicamente, fermata. Quel Dialogo purtroppo non è stato trovato. E' stato rifiutato. Ma lo si è cercato. E  provocato.
Si è cercata la vera informazione, la vera azione, la Verità. E si è riscoperto che questa Verità va cercata insieme. Si è cercato di andare direttamente al cuore di quei piccoli uomini. Ma proprio loro, responsabili di tanta sofferenza, il giorno precedente al nostro arrivo, erano usciti dalla loro base, si erano nascosti tra le montagne, hanno avuto paura di quel Dialogo e di quel fiume grosso di gente.
Era per me la prima volta in cui vedevo un gruppo “armato” di sete di verità e giustizia, andare alla ricerca di quei piccoli uomini armati per davvero. E non ho solo visto: ho fatto parte, ho vissuto, ho respirato la forza di questi contadini, camminando assieme per gli stessi sentieri.
Ci aspetterà un altro giorno... Ore 9...

Silvi