Elezioni Parlamentari in Colombia - Marzo 2014

Colombia

Il giorno 9 marzo 2014 si sono svolte le elezioni parlamentari per la formazione del nuovo Congresso colombiano. Ciò che le ha caratterizzate, a parte il maggior numero di donne elette e di “costeños” (parlamentari delle regioni che si affacciano sull'Atlantico quali Chocò, Cauca e Nariño), è stato il record negativo raggiunto dai voti in bianco e dall'altissima percentuale di astensioni che ha toccato il 57 % degli aventi diritto al voto.

Il partito dell'attuale presidente Santos (partito de La U) ha raggiunto il maggior numero di voti al Senato ma non alla Camera dove è stato superato dal Partito Liberale con cui è però in coalizione per le prossime elezioni presidenziali.
Altro dato rilevante è rappresentato dalla presenza di due blocchi di opposizione, il Partito Conservatore e il Centro Democratico dell'ex presidente Álvaro Uribe. E' la prima volta nella storia contemporanea del Paese che un ex occupante della “Casa de  Nariño” (Quirinale), non solo ritorna nell'arena politica lanciandosi al Congresso, ma lo fa in maniera aperta in dichiarata opposizione al Presidente in carica.
Con 74.659 voti in bianco e 2.328.187 di voti nulli, sono molte le perplessità sui risultati ottenuti, le quali però trovano una spiegazione in quella che risultava essere la panoramica dei candidati durante la campagna elettorale.
Secondo un documento del “Congreso Visible” infatti, quasi il 70% degli attuali legislatori si sono ricandidati, senza contare quelli nuovi di cui molti però appartengono a famiglie di congressisti  o rappresentano caste politiche tradizionali e quindi non costituiscono una vera rinnovazione.
L'eccesso di risorse economiche e burocratiche, così come il sistema elettorale e l'appartenenza a clan regionali, hanno infine facilitato la loro rielezione al congresso riducendo l'arrivo, specialmente al Senato, di nuovi candidati.
L'aspetto però più preoccupante di queste elezioni sono i nessi di molti candidati con la “parapolitica”. Una investigazione della Fondazione “Paz y Reconciliaciòn” ha trovato in dieci regioni del Paese 97 “eredi” di persone condannate per vincoli con il paramilitarismo che aspiravano al Congresso. Inoltre lo studio ha identificato un altro blocco di 34 aspiranti che avrebbero avuto presunti appoggi di bande criminali, narcotrafficanti, guerriglia e imprenditori corrotti. Bolivar, Magdalena, Cesar, Cordoba e Antioquia sono le regioni dove si presenta maggiormente questo fenomeno.
Le denunce riguardo i fiumi di denaro utilizzati nella campagna elettorale hanno suscitato preoccupazione sia da parte dell'Ente di Vigilanza Elettorale dello Stato, sia della società civile. Alejandra Barrios, della Missione di Osservazione Elettorale (MOE), ha denunciato come nell'ultima settimana di campagna  il movimento di denaro sia cresciuto vertiginosamente e siano aumentati i reati come l'acquisto dei voti.
Gli stessi volontari di Operazione Colomba hanno incontrato a Monteria un taxista al quale era stato proposto di accompagnare, con una ricompensa di 180.000 pesos, gli elettori alla sede di votazione domenica 9 marzo. A tali elettori era stata data una ricompensa di 50.000 pesos in cambio del voto.
Anche se le minacce fisiche ai candidati sono diminuite, la “Defensoria del Pueblo”, ha rivelato una mappa dove 221 municipi del Paese sarebbero stati ad alto rischio per le elezioni. In molte parti infatti, le Farc interferiscono direttamente nel processo elettorale attraverso minacce, volantini e intimidazioni.
Da segnalare comunque quanto accaduto alla candidata dell'” Union Patriotica” Aida Avella, che domenica 2 marzo è stata vittima di un attentato mentre viaggiava con la sua scorta in Arauca durante la campagna elettorale. Fortunatamente non ci sono state gravi conseguenze per lei ne per la sua scorta.
Antioquia, con 25 località, è la regione che capeggia la lista delle zone dove c'è un'alta probabilità di azioni perturbatrici delle elezioni.