Azalea Robles: “La pianificazione del terrore di Stato e la strategia del confondere"

Colombia

Proprio a pochi giorni dall'apertura dell'Esposizone Universale 2015 inaugurata a Milano il primo di maggio e avente per tema “Alimentare il pianeta, Energia per la vita”, su diversi siti di informazione, tra cui quelli della Comisiòn Intereclesial di Justicia y Paz e Agenzia de Prensa Rural, è stata pubblicata una analisi molto interessante della giornalista Azalea Robles dal titolo “La pianificazione del terrore di Stato e la strategia del confondere”.

L'articolo ha avuto molta diffusione e inquadra molto bene come la politica praticata in Colombia già da molti anni, più che al servizio della vita e del rispetto e della tutela delle immense risorse del Paese, sia al servizio degli interessi dei potenti del Paese e delle imprese e delle multinazionali legate non solo al settore energetico (carbone, petrolio, gas, idroelettrico di cui il Paese è ricco), ma anche a quello agroalimentare (attraverso le coltivazioni di palma da olio, banane, caffè e tanto altro....). Le stesse imprese insomma che a Expo 2015 troveranno una vetrina perfetta per esibire i loro progetti “rigorosamente sostenibili, ecologici e rispettosi dei diritti umani” di fronte ad una platea mondiale più interessata a farsi abbagliare dalle luci dei numerosi padiglioni del salone che non a cercare di capire da quali oscurità nascano.

 

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Di seguito riportiamo la traduzione di alcuni brani, particolarmente significativi per la riflessione, tratti dall'articolo di Azalea Robles che, al seguente link, potete trovare in forma originale e completa

“Le contraddizioni tra l'accumulazione del capitale e la sopravvivenza dell'umanità e del pianeta hanno raggiunto livelli visibilmente critici e il sistema militare-industriale implementa sempre di più le guerre per favorire la sua crescita perversa. In questo contesto diventa un imperativo etico e politico l'analisi midollare delle guerre: non possiamo più accontentarci delle spiegazioni posticce e pseudo antropologiche delle guerre come “fenomeni tribali” o del “non esiste una cultura di pace in questi popoli”, affermazioni la cui naturalezza deriva dal colonialismo e rappresentano una astuzia per evitare di andare al centro del problema. Evidentemente ci sono una pletora di pseudo studi e di istituzioni che diffondono, alcuni più sottilmente di altri, queste premesse. Quelli che hanno un interesse altissimo a impedire la comprensione della realtà, e di conseguenza la possibilità concreta di trasformare la stessa, sono quelli che alimentano questo serbatoio di pensieri.

 

Cultura dell'accettazione del saccheggio spacciata come cultura di pace.

Sarebbe degna di un acquazzone di risate in una rappresentazione di teatro del grottesco l'esistenza di una facoltà di “Studi di salvaguardia dell'ambiente” finanziata dall'industria farmaceutica o del petrolio, o l'esistenza di una facoltà di “Cultura della Pace” le cui linee guida si dedichino a schivare attentamente l'analisi delle radici della guerra. Cattedre istituite in Europa o in Paesi nei quali si radicano le principali imprese che fabbricano armi e che depredano le risorse energetiche: facoltà che si occupano di insegnare ai borsisti provenienti da Paesi come il Congo, l'Afghanistan, la Colombia come essere più “pacifici”, come “risolvere i conflitti in maniera civile” e come “sviluppare una cultura di pace”, ovviando olimpicamente al fatto che la guerra e la pace hanno radici economiche e si sviluppano in contesti di disuguaglianza sociale e non sono meri assunti di cultura. Così i Paesi che dedicano preventivi milionari a guerre capitaliste e la cui supremazia mondiale affonda le radici in una storia di pratiche coloniali e genocide, molto lontane dalla cultura di Pace che decantano di facciata, impartiscono lezioni di assimilazione mentale alla cultura dell'accettazione del saccheggio più smisurato e, contemporaneamente, “bombardano umanitariamente” nel loro rilancio coloniale. Così i borsisti dei Paesi che più soffrono la voracità capitalista delle guerre per il saccheggio delle risorse, sono addestrati alla retorica che serve a fare perdere di vista il nucleo del problema: in Colombia si dice che è la volpe a insegnare alle galline con che sugo devono essere mangiate.

Il termine “guerre tribali” o altre espressioni consacrate nel campo semantico destinato a mantenere lo status quo, nascondono guerre per l'accumulazione delle risorse, guerre fomentate a fini geopolitici ed economici chiaramente definiti dai veri Signori della guerra che sono i fabbricanti d'armi, i mercanti dell'energia, dell'alimentazione industriale e le multinazionali dei prodotti chimici, tutti motori della macchina depredatoria del pianeta. I Paesi concepiti dalla logica globale capitalista come “magazzini di risorse”, ogni giorno soffrono in maniera più cruenta la violenza del saccheggio e il relativo impoverimento che spesso causa esodi di massa. C'è una corsa del grande capitale per accaparrarsi ogni giorno di più maggiori risorse del pianeta.

Lo studio del caso colombiano getta luci non opinabili sopra la realtà mondiale: è la quintessenza del modello capitalista. Per questa ragione c'è un costante sforzo mediatico di tergiversare sulla realtà colombiana, di invisibilizzare e impedire la comprensione di una realtà che è una radiografia delle metastasi più atroci del sistema capitalistico. La resistenza del popolo colombiano è essa stessa tergiversata e invisibilizzata in questo sforzo costante dei monopoli di diffusione della guerra mediatica contro la comprensione della realtà, presentando le forme di resistenza popolare come “terrorismo”. Lo studio dei soggetti storici e sociali dalle origini diventa veramente una prodezza contro i tentativi di intimorire chi investiga il sociale e ha un pensiero critico: nonostante la sua pericolosità, questo studio è però indispensabile.

 

Accumulazione capitalista e terrorismo di Stato in Colombia.

Sulla realtà colombiana si modellano la spogliazione e la ridistribuzione del territorio destinati su scala planetaria a tutte quelle aree che presentano un interesse economico; una logica capitalista che non ammette scrupoli e costituisce un ecocidio raddoppiato da un genocidio. In Colombia sono promosse le strategie del terrore correlate al saccheggio capitalista. Queste vengono anche esportate come metodi di controllo sociale, sabotaggio, sterminio di chi rivendica e forme di contro insurgenza in altri Paesi della regione (Messico, Honduras, Venezuela,...).

Le cifre del terrore di Stato in Colombia sono eloquenti: secondo un recente report, un totale di 19 difensori dei diritti umani sono stati assassinati in Colombia nel primo trimestre del 2015 e altri 276 sono stati aggrediti1. Un altro report documenta che la Colombia è il secondo Paese lider per numero di ambientalisti assassinati nel mondo, con 25 morti nel 20142. L'80% delle violazioni dei diritti umani e l'87% degli sfollamenti della popolazione civile sono avvenuti in regioni dove operano le multinazionali legate all'estrazione mineraria. Il 78% degli attentati contro i sindacalisti sono stati compiuti contro quelli che lavorano nel settore minerario-energetico3.

La pianificazione dell'accumulazione di terreni attraverso la spogliazione violenta si manifesta nell'esistenza di 6,3 milioni di persone espropriate e sfollate dalle loro terre per il profitto del grande capitale, milioni di persone che sopravvivono in cinture di miseria4. L'espropriazione inoltre accelera: il 40% del territorio colombiano è promesso in concessioni minerarie a multinazionali5.

Il terrorismo di Stato si esprime anche in 9.500 detenuti politici6 e nella eliminazione fisica di un partito politico: la Union Patriotica (5.000 persone assassinate attraverso le armi dei paramilitari e degli ufficiali dello Stato)7. Lo sterminio dell'opposizione politica è tale che: “in Colombia si verifica il 60% degli assassini di sindacalisti che si commettono in tutto il mondo a causa di una violenza storica, strutturale, sistematica e selettiva che si è trasformata in una regola di comportamento dello Stato colombiano”, secondo la denuncia del CUT8. Il Tribunale Mondiale del Sindacato ha condannato lo Stato colombiano: “come responsabile di episodi sistematici di violazione del principio di libertà sindacale, e in qualità di autore diretto, coautore, complice e occultatore di omicidi, lesioni, torture, privazioni illegittime della libertà, attentati...”.

Il genocidio si misura sui numeri delle sparizioni forzate: l'ONU stima che più di 57.200 persone siano state fatte sparire in Colombia9. Un rapporto della Fiscalia documenta: 173.183 assassinii e 34.467 sparizioni forzate, avvenute per mezzo della struttura paramilitare, in un arco di tempo di soli 5 anni. […] Il coordinamento Colombia-Europa-EEUU ha affermato che c'è “un continuo aumento dei casi (…). Le sparizioni forzate sono state usate storicamente come strumento di persecuzione politica e di controllo sociale basato sul terrore, perpetrati da agenti dello Stato e da gruppi paramilitari che operano con la sua tolleranza, negligenza, acquiescenza e che approfittano dell'impunità (…). Le sparizioni forzate sono parte di una pratica sistematica di attacchi contro la popolazione civile che sono stati funzionali al mantenimento delle elites sociali, politiche e economiche del Paese”. Ci sono dei meccanismi che assicurano l'impunità: “la non registrazione di tutti i casi di sparizioni forzate, l'impunità che viene consolidata con diversi meccanismi legali e sociali e la presenza dei perpetratori nelle comunità (…). Molti casi non vengono denunciati per la cattiva amministrazione della giustizia, l'inefficacia dei meccanismi di denuncia, il clima generale di timore e di intimidazione che vivono i famigliari delle vittime, i loro avvocati, i testimoni, (…). Si aggiungono le leggi che escludono gran parte delle vittime di sparizioni forzate dai registri, le leggi che ampliano l'azione repressiva della polizia e le leggi che tentano di coprire con l'impunità i responsabili: “il governo del Presidente Santos sta promuovendo una nuova cornice normativa con preoccupanti limitazioni ai diritti delle vittime di sparizione forzata”10. La più grande fossa comune in America Latina è stata trovata dietro un battaglione militare alla Macarena, con dentro 2.000 cadaveri di persone scomparse per mano della Forza Omega del Plan Colombia, forza che ha una chiara matrice statunitense11.

 

Pianificazione dei crimini di Stato nel quadro della logica di “dissuadere le rivendicazioni mediante il terrore”

C'è una logica nel terrorismo di Stato: maggiori sono le torture e la degradazione delle vittime, maggiore è la portata del messaggio dissuasivo tra le comunità. La strategia della dissuasione mediante il terrore viene teorizzata nei manuali dell'esercito: si considera la popolazione civile come “il nemico interno” e si prevede chiaramente l'impiego di una forza paramilitare per realizzare i massacri e le torture. Il paramilitarismo fu previsto per la Colombia sin dalla missione statunitense Yarborough e continuamente sostenuto fino ai nostri giorni. La struttura paramilitare è stata addestrata per torturare e formata da (d)istruttori dell'EEUU e di Israele, come il mercenario Yair Klein12.

Si tratta di perpetrare crimini di Stato come quello contro Alida Teresa Arzuaga, bambina di 9 anni, stuprata e assassinata per torturare suo padre (detenuto politico) e allo stesso tempo iniettare la paura nell'opposizione politica; o come il massacro della famiglia del militante comunista e della Union Patriotica Julian Vèlez il cui figlio fu torturato e castrato. Nel quadro di questa pianificazione del terrore di Stato si tratta di perpetrare massacri come quello di Mapiripan. I paramilitari furono portati con aerei dell'esercito dal nord al sud della Colombia e trasportati sempre dall'esercito nel luogo del massacro13. Rimasero lì per 10 giorni facendo a pezzi e violentando le persone, mentre l'esercito impediva a chiunque di entrare o uscire: a causa dell'assedio dell'esercito nessuno poté portare aiuto alla popolazione. Una sessantina di persone furono assassinate: sottoposte a ogni genere di tortura. Ancora oggi ci sono difficoltà nell'identificare le vittime data la barbarie con la quale il gruppo paramilitare procedette a squartarle e lanciarle nel fiume. Secondo quanto confessato dal Generale Uzcàtegui in una registrazione: “Vuole sapere cosa fece la Brigata militare Movil 2? Creò un corridoio di sicurezza perché uscissero i paramilitari. L'esercito non solo ha vincoli con i paramilitari, non solo non li combatté, ma combatté le Farc perché le Farc non colpissero i paramilitari”. Mentre i paramilitari torturavano, l'esercito garantiva le atrocità combattendo le Farc che tentarono di rompere l'accerchiamento militare per aiutare la popolazione. L'esercito garantì che il massacro comprendesse le torture più aberranti: non era “un proiettile vagante”, ma una operazione di terrorismo di Stato dentro la strategia della tabula rasa nei Llanos Orientales, nella quale era coinvolta anche l'amministrazione militare statunitense. Il Vescovo del Guaviare testimoniò: “Passarono dei camion con circa 120 uomini vestiti in abiti civili e senza armi, dopo essere passati dal battaglione uscirono con uniformi e armi (...)”. […]

La lista dei crimini di lesa umanità perpetrati in maniera sistematica dallo Stato colombiano contro la popolazione, nel nome di una strategia del terrore e di una spoliazione pianificate, sarebbe interminabile. Lo Stato colombiano, e il suo mentore statunitense, hanno la pretesa di continuare sulla via del saccheggio delle risorse terrorizzando la popolazione civile le cui rivendicazioni entrano nel conflitto con la depredazione capitalista. Si vuole eliminare tutta l'opposizione, sia essa armata o no. […]

 

Denunceremo i crimini risultato della pianificazione statale o continueremo a promuovere la confusione?

Questi crimini di Stato mandano un messaggio di terrore contro la popolazione: “Questo può succedere, a voi o alla vostra famiglia, se continueranno le vostre rivendicazioni”. C'è un chiaro intento di paralizzare l'azione rivendicativa delle comunità e questa azione di terrore viene esercitata dallo Stato stesso, secondo un operare che obbedisce ad alcuni interessi economici chiari. Diventa inaccettabile pertanto che si tenti di affibbiare i crimini alla “violenza” in astratto, come reiteratamente fanno i mass media con i crimini di Stato. Il messaggio è inviato dai boia attraverso i loro esecutori paramilitari e non è accettabile che i mistificatori mediatici arrivino a garantire l'impunità totale a quelli che sono i veri mandanti di questi crimini: quelli che si servono del terrore per soggiogare un popolo e per garantire l'accumulazione del capitale in poche mani a scapito dell'ambiente e della maggioranza. […]

 

Offensiva contro la comprensione della realtà: strategia della confusione

La strategia della confusione è alimentata fino alla sazietà dal sistema mediatico: per esempio, nel redigere articoli su crimini dei quali si sa perfettamente che gli autori sono i paramilitari, si scrive “assassinato da un gruppo armato”, questo con la chiara intenzione di discolpare i gruppi paramilitari che servono al potere economico e per cercare di affibbiare alla resistenza popolare i crimini perpetrati dalla strategia paramilitare. Il lessico “gruppi armati” o “attori armati” è un lessico della confusione dato che gruppi armati sono tanto i paramilitari, quanto l'esercito e l'insurgenza. Non c'è niente di più aberrante che sapere che i carnefici sono parte di una strategia repressiva statale e parastatale, articolata sul potere delle multinazionali, e optare per tessere il discorso della confusione. Questa modalità mediatica è indignante e costituisce una doppia vittimizzazione delle comunità che denunciano i responsabili e che, senza dubbio, vedono ignorate le loro voci negli articoli dei media; mentre le strutture paramilitari e militari responsabili del terrore non solo hanno commesso le atrocità, ma i mezzi di comunicazione non segnalano le loro responsabilità proteggendole così con l'impunità che le perpetua. [...]

 

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Viene da chiedersi se dei 10 milioni di visitatori previsti, quelli che passeranno attraverso le meraviglie architettoniche create nel grandioso padiglione dedicato alla Colombia, saranno anche messi al corrente dei costi reali (e non ci riferiamo ai 15 milioni di dollari spesi dal governo colombiano per “addobbare” i 1.907 metri quadri del padiglione, ma ai costi in termini di minacce, sfollamenti forzati, vite umane, appropriamento indebito di terre, distruzione e inquinamento del territorio) ai quali la Colombia sta sottoponendo le sue risorse naturali e, soprattutto, la sua popolazione civile in nome dello sviluppo, dell'inversione sociale e degli interessi economici dei soliti pochi che tutto possono e comprano.

Il paradosso è che il padiglione, diviso in 4 moduli che riproducono le bellezze naturali del Paese con i suoi 5 climi (ricreati attraverso una sofisticata tecnologia) e alcune delle attrattive più note del Paese (come alcuni luoghi di Bogotà, Medellin e delle zone caffetere), ecologico al 100% chiaramente, alletterà le 680 imprese potenzialmente esportatrici presenti a Milano proprio con quelle stesse ricchezze che vengono quotidianamente negate ai colombiani e che le imprese, sfruttando, contribuiscono a distruggere con il beneplacito dello Stato colombiano.

 

 

 

NOTE:

1Dentro de los presuntos responsables de las 295 agresiones contabilizadas por el SIADDHH en el primer trimestre del año, señalamos que los paramilitares aparecen con responsabilidad supuesta en 230 casos (78%), la Fuerza Pública en 13 casos (5%), las guerrillas en 1 caso (0.5%) y actores desconocidos en 51 casos (17%)”

http://somosdefensores.org/index.php/en/publicaciones/informes-siaddhh/133-la-amenaza-fantasma-boletin-trimestral-siaddhh-enero-febrero-2015

http://somosdefensores.org/attachments/article/133/Boletin%20Enero-Marzo%20SIADDHH%202015.pdf

3 Boletín Informativo No.18 de PBI Colombia, Noviembre de 2011

4 Colombia junto con Siria, el país con más personas desplazadas forzadamente. CODHES: 6,3 millones de desplazados en Colombia

http://www.codhes.org/~codhes/images/Revista/Boletin16_ProcesoPaz_CEspitia.pdf

6,8 millones de víctimas: http://www.telesurtv.net/news/El-conflicto-armado-en-Colombia-suma-68-millones-de-victimas-20141229-0002.html

Peor que Sudán, Iraq o Afganistán (VIDEO): Colombia es el país con más desplazados y refugiados internos. http://www.rebelion.org/noticia.php?id=129586&titular=colombia-es-el-pa%EDs-con-m%E1s-desplazados-y-refugiados-internos-

http://www.rebelion.org/docs/130767.pdf

Informe Global 2014 sobre desplazados internos ACNUR:

http://www.acnur.org/t3/fileadmin/Documentos/Publicaciones/2014/9959.pdf?view=1

5 El 40% del territorio colombiano está pedido en concesión para proyectos mineros. De las 114 millones de hectáreas que tiene Colombia, cerca de 45 millones están solicitadas para este fin. http://www.rebelion.org/noticia.php?id=126725&titular=las-venas-abiertas-de-colombia-

7 Exterminio físico de la Unión Patriótica: más de 5.000 personas asesinadas por las herramientas paramilitares y oficiales del Estado, el genocidio consta ante la CIDH. Plan “Baile Rojo”. Documental: http://www.youtube.com/watch?v=QVL54FcZq5E&feature=gv

8 CUT: "En Colombia se cometen el 60% de los asesinatos de sindicalistas que se presentan en todo el mundo, por una violencia histórica, estructural, sistemática y selectiva que se convirtió en pauta de comportamiento del Estado colombiano: un genocidio contra el movimiento sindical colombiano.” http://www.rebelion.org/noticia.php?id=120921 [...]

9 El 23 de mayo 2011 el representante del Alto Comisionado de la ONU para los Derechos Humanos, Christian Salazar, informó que la ONU estima que más de 57.200 personas han sido desaparecidas en Colombia. Conferencia sobre desapariciones forzadas, en Bogotá. http://www.argenpress.info/2011/05/escalofriante-cifra-de-desaparecidos-en.html

10 Impunidad y Fuero militar impulsado por Santos: http://www.rebelion.org/docs/150986.pdf

“La ley 1448 de 10 de junio de 2011, conocida como ley de víctimas, excluyó expresamente de la definición de víctima a los “miembros de los grupos armados organizados al margen de la ley”. Eso significa que, por ejemplo, los miembros de las guerrillas (reales o supuestos) que hayan sido víctimas de desaparición forzada, no serían considerados como tales y sus familias estarían privadas de los derechos a la reparación y la verdad. (…)” [...]

11 La mayor fosa común de Latinoamérica, ubicada detrás del batallón militar de la fuerza estrella del Plan Colombia, la Fuerza Omega, en la Macarena, departamento del Meta. http://www.publico.es/internacional/aparece-colombia-fosa-comun-000.html

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=99507

Los Medios ocultan la mayor fosa común de América, mientras el Estado colombiano busca alterarla: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=100898

12 Mercenario israelí que entrenó a paramilitares confirma la participación del Ejército. Yahir Klein: "El hacendado que se convirtió en presidente pagó por mis servicios” http://www.rebelion.org/noticia.php?id=159161

Yair Klein: el instructor de la muerte http://elturbion.com/?p=1690

13 Masacre de Mapiripán: los paramilitares fueron trasladados en aviones Antonov y DC3 del ejército. Confesó el General Uzcátegui: “¿sabe qué hizo la Brigada militar Móvil2? Colocó un colchón de aire o de seguridad para que salieran los paramilitares. (…) El ejército no sólo tiene vínculos con los paramilitares, no sólo no los combatió, sino que combatió a las FARC para que no golpearan a los paramilitares” http://vimeo.com/5114407

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=138471&titular=un-video-prueba-el-accionar-conjunto-entre-paramilitares-ej%E9rcito-colombiano-y-marines-

Negacionismo del estado y criminalización contra el CAJAR http://www.rebelion.org/noticia.php?id=138593

http://www.dhcolombia.info/spip.php?article1079 y http://www.justin.tv/3ercanal#r=-rid-&s=em

http://www.contagioradio.com/otra-mirada/supuesta-victima-debe-aclarar-a-la-fiscalia-porque-sostuvo-una-mentira-durante-6-anos

VIDEO: Juez, testigo de la masacre militar y paramilitar de Mapiripán, dice que el Estado oculta la verdad. El día de la masacre sobrevoló: “Un avión espía no de la Fuerza Aérea Colombiana, era de Estados Unidos”

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=p3CTM4Jtpik

http://www.dhcolombia.com/spip.php?article1080