Poemas colombianos

USCITA N'2

Vita che non si arresta


L’educazione del campo e della strada. Non sono pedagogie verbali a tramandare le esperienze. Sono i gesti esemplari di una Comunità a torso nudo e di un saluto fiero, sono le processioni con i tronchi sulle spalle, le mani che hanno lo stesso colore del cacao messo a essiccare, sotto a una pioggia che non bagna e manco inumidisce, qui; è una pioggia che lava, che scrosta scorie involontarie depositate dalla vita sulle pelli.

Anche gli animali liberi educano a come procurarsi il cibo, stando a testa bassa, umiltà che qui è solo humus, terra che non abbandona bocche e pance. Sfama perché ama chi non rinuncia a cercare, libero, fiducioso, sereno, e prima che scenda il buio tutti saranno sazi, anche di quel poco. Qui è sconosciuta la legge imperativa e assoluta nostra: l’accumulo, il capitale. Qui il capitale è di consumare ogni giorno l’energia solare del corpo per cercare il giusto e non il molto. Grazie al caldo e alla mancanza di strumenti di conservazione, ogni giorno si compie la rivoluzione contro la morte, correndo nella direzione contraria, senza perdere tempo a immaginare un’aria diversa. Il riposo è sposo della morte. Vita rima con fatica e sforzo. Il discorso è parlato dai muscoli e non dalle menti. Tutti gli elementi sono presenti in ogni istante. Io sorvolo tutto questo sull’aliante della mia poesia, strumento di denuncia e non di  rinuncia a cantare il tragico che qui non esiste: esiste il magico, che contiene tutto il reale. Realismo magico è un giorno di sole che improvvisamente si trasforma in pioggia battente, la guerriglia silente che all’improvviso spara, è la tara della felicità rispetto al peso dei corpi, sono i morti che parlano anche se sepolti, sono i volti che stanno zitti solo quando parlano, sono le termiti che tarlano senza distruggere, è leggere in ogni saluto un invito al rifiuto della violenza, è l’essenza vitale nel volto di una bimba di tre anni morta per il crollo della sua casa, è la tabula rasa di ogni tristezza per fare spazio alla speranza, la creanza che non esiste ma solo la spontaneità, è la diversità di essere tutti uguali, le creature speciali che continuano a sentirsi normali, i mali di stagione che non esistono perché non esistono le stagioni, ci sono solo acquazzoni e cieli sereni, gli spazi pieni sono quelli completamente vuoti, i riti come il sole quotidiano, il cuore che non pulsa dentro ma in ogni mano, il grano che lascia il posto al cacao tostato, il fegato che respira al posto dei polmoni, i palloni che sono mondi che rotolano tra le persone, le mamme che non sono delle tane, ma pane quotidiano che si presta. La vita che, nonostante tutto, non si arresta.

P.